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mercoledì 6 maggio 2020

MAFIA: MADRE PICCOLO DI MATTEO, 'CHI PARTECIPO' A RAPIMENTO GIUSEPPE STIA IN CARCERE A VITA'




MERCOLEDÌ 06 MAGGIO 2020 18.07.59

MAFIA: MADRE PICCOLO DI MATTEO, 'CHI PARTECIPO' A RAPIMENTO GIUSEPPE STIA IN CARCERE A VITA' =

ADN1716 7 CRO 0 ADN CRO NAZ RSI MAFIA: MADRE PICCOLO DI MATTEO, 'CHI PARTECIPO' A RAPIMENTO GIUSEPPE STIA IN CARCERE A VITA' = Lo sfogo amaro di Franca Castellese dopo la scarcerazione di uno dei carcerieri Palermo, 6 mag. (Adnkronos) - "Tutti coloro che hanno partecipato, in qualsiasi modo, al sequestro di mio figlio devono rimanere in carcere a vita, perché la mia sofferenza per la morte del piccolo Giuseppe non avrà mai fine, quindi la sofferenza degli altri non deve avere mai fine". E' lo sfogo, affidato all'Adnkronos, attraverso il suo legale Monica Genovese, di Franca Castellese, la madre del piccolo Giuseppe Di Matteo, il bambino sequestrato dagli uomini di Cosa nostra e poi ucciso e sciolto nell'acido per 'punire' il padre, Santino Di Matteo, che aveva iniziato a collaborare con la giustizia. Franca Castellese è amareggiata per la scarcerazione di Cataldo Franco, uno dei carcerieri del piccolo Giuseppe. Come si legge nella sentenza di condanna, l'uomo, che oggi ha 85 anni ed è malato, nel 1994, aveva tenuto sequestrato il bambino nella sua tenuta a Gangi, sulle Madonie, per circa sei mesi. A chiedergli un locale era stato Giovanni Brusca, con l'aiuto di due 'picciotti'. E Cataldo Franco trasformò un magazzino in un covo per il sequestro del piccolo Di Matteo. (segue) (Ter/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 06-MAG-20 18:07 NNNN
MERCOLEDÌ 06 MAGGIO 2020 18.07.59

MAFIA: MADRE PICCOLO DI MATTEO, 'CHI PARTECIPO' A RAPIMENTO GIUSEPPE STIA IN CARCERE A VITA' (2) =

ADN1717 7 CRO 0 ADN CRO NAZ RSI MAFIA: MADRE PICCOLO DI MATTEO, 'CHI PARTECIPO' A RAPIMENTO GIUSEPPE STIA IN CARCERE A VITA' (2) = Il bambino venne rapito nel 1993 ad appena 13 anni, dopo 180 giorni l'uccisione (Adnkronos) - Il piccolo Di Matteo fu rapito il pomeriggio del 23 novembre 1993, quando aveva quasi 13 anni, in un maneggio di Piana degli Albanesi da un gruppo di mafiosi che agivano su ordine di Giovanni Brusca, allora latitante e boss di San Giuseppe Jato. Secondo le deposizioni di Gaspare Spatuzza, che prese parte al rapimento, i sequestratori si travestirono da poliziotti della DIA, ingannando il ragazzo, che credeva di poter rivedere il padre in quel periodo sotto protezione lontano dalla Sicilia. E' il pentito Spatuzza a raccontare: "Agli occhi del ragazzo siamo apparsi degli angeli, ma in realtà eravamo dei lupi. (...) Lui era felice, diceva 'Papà mio, amore mio' ". Il ragazzo fu legato e lasciato nel cassone di un furgoncino Fiat Fiorino chiuso in un magazzino a Lascari, prima di essere consegnato ai suoi carcerieri". Per tutto il 1994 il ragazzo fu spostato in varie prigioni del trapanese e dell'agrigentino (per lo più masserie o edifici disabitati) e nell'estate 1995 fu rinchiuso in un vano sotto il pavimento di un casolare-bunker costruito nelle campagne di San Giuseppe Jato, dove rimase per 180 giorni fino alla sua uccisione. Il suo corpo fu sciolto nell'acido. (Ter/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 06-MAG-20 18:07 NNNN 

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