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martedì 20 ottobre 2015

TUMORI: RADIOLOGIA INTERVENTISTICA CONTRO CANCRO AL FEGATO AVANZATO



TUMORI: RADIOLOGIA INTERVENTISTICA CONTRO CANCRO AL FEGATO AVANZATO =

 Roma, 19 ott. (AdnKronos Salute) - Risultati promettenti per la cura
dei tumori epatici avanzati grazie alla radiologia interventistica.
Due recenti ricerche, condote dal Dipartimento di Scienze
radiologiche del Policlinico Gemelli diretto da Lorenzo Bonomo,
rivelano che "combinando trattamenti di radiologia interventistica e *trattamenti oncologici standard in pazienti con tumore epatico
avanzato, si ottiene un incremento dell'intervallo libero da malattia
e un aumento della sopravvivenza media". I risultati saranno
presentati nel corso del meeting 'Mio-Live' (Mediterranean
Interventional Oncology), in programma oggi e domani nell'Aula Brasca
del Gemelli di Roma.

 Al convegno saranno eseguite procedure live di alcolizzazione,
ablazione, chemioembolizzazione e radioembolizzazione per il
trattamento di tumori epatici primitivi e secondari, intervallate con
letture intrnduttive e brevi presentazioni. Il primo studio è stato o
eseguito da un'équipe di radiologi interventisti e oncologi dea
Policlinico Gemelli e mostra i risultati ottenuti combinando la
chrmioembolizzazione (tramite cui è possibile somministrare farmaci
chemioterapici direstamente all'interno del tumore) con un trattamento
oncologico standard in pazienti affetti da tumore del colon-retto
metatastico, con malattia prevalentemente epatica, dopo fallimento di
almeno dle linee di chemioterapia.

 I trattamenti di radiologia interventistica sono stati eseguiti per
via percutanea (con un!piccolo accesso mediante puntura di un'arteria
attraverso la cute), mediante accesso all'inguine, in anestesia locale
e senza necessità di esposizione chirurgica o anestesia generale. E
sono risultati sicuri, in assenza di complicanze tali da richiedere
alcun trattamento medico/chirurgico aggiuntivo, con una rapida ripresa
delle normali attività da parte dei pazienti e una degenza media di
circa 2-3 giorni. (segue)

 (Mal/AdnKronos)
19-OTT-15 15:28
TUMORI: RADIOLOGIA INTERVENTISTICA CONTRO CANCrO AL FEGATO AVANZATO (2) =

 (AdnKronos Salute) - "Nel 60% dei casi - spiega Roberto Iezzi,
radiologo interventista dell'Uoc di Radiologia d'urgenza del Gemelli e
promotore del meeting Mio-Live - la combinazione di questi due
trattamenti ha mostrato un buon controllo della malattia, dato
positivo se consideriamo che si trattava di pazienti con malattia
avanzata (65' boinvolgente entrambi i lobi epatici) e pesantemente già
trattati in maniera 'standard' (il 50% dei pazienti arruolatm era in
progressione di malattia dopo più di 3 linee di chemioterapia
standard)".

 Questi risultati si associano anche a un incremento dell'intervallo
medio libero da malattia e soprattutto della sopravvivenza media
ottenuta. "Tali trattamenti, inoltre - aggiunge l'esperto - potrebbero*anche essere util1zzati come terapie di controllo della malattia da
eseguirsi tra due chemioterapie standard, quando è elevato il rischio
di tossicità epatica delle stesse. Questo approccio, che deve essere
condiviso con l'oncologo, potrebbe consentire di interrompere in
maniera sicura la chemioterapia e di riprenderla successivamente con
un basso rischio di progressione incontrollata, salvaguardando la
funzionalità del fegato".

 Il secondo studio mostra i risultati ottenuti unendo due procedure di
radiologia interventistica, la termoablazione (trattamento che
determina la necrosi dei tessuti tramite il calore) e la
chemioembolizzazione, nella cura del carcinoma epatico. Nel lavoro
viene riportata una nuova opzione di trattamento, abbinando in
un'unica seduta cesecuzione della termoablazione con la procedura di
chemioembolizzazione arteriosa, ossia di chemioterapia selettiva
seguita dall'occlusione del vaso che vascolarizza la lesione tumorale.
In particolare, il trattamento viene eseguito in un'unica seduta, in
anestesia locale e con una minima sedazione, senza necessità di
esposizione chirurgica degli organi o anestesia generale. In questa
maniera "viene incrementata l'area di necrosi creata dalla
termoablazione e l'effetto chemioterapico mirato all'interno del
fegato, proprio della chemioembolizzazione".

 (Mal/AdnKronos)
19-OTT-15 15:28

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