MERCOLEDÌ 24 LUGLIO 2019 14.18.04
Spazio: Marte, Terra e Luna, scosse sismiche a confronto
Spazio: Marte, Terra e Luna, scosse sismiche a confronto Simulazioni al Politecnico di Zurigo con dati della sonda InSight
Roma, 24 lug. (askanews) - Nel lontano Sol 128 il sismografo
marziano Seis (Seismic Experiment for Interior Structure),
portato sul Pianeta rosso dalla sonda InSight della Nasa,
rilevava quello che fu battezzato il primo "martemoto". Sulla
Terra era il 6 aprile 2019 e da allora gli scienziati si sono
messi al lavoro per studiare le scosse del terreno su Marte.
Ma come si può provare l'emozione di un "martemoto" stando qui
sulla Terra? Ci hanno pensato i sismologi del Politecnico di
Zurigo che, nell'ambito della collaborazione Marsquake Service,
hanno simulato i sismi che si sperimenterebbero sul suolo
marziano, assieme alle scosse lunari e ai ben noti terremoti.
I ricercatori - si legge su Media Inaf, il notiziario online
dell'Istituto nazionale di astrofisica - hanno raccolto e
analizzato dati acquisiti da InSight durante le scosse avvenute a
Sol 128 e 173. La sensibilità di Seis è stupefacente, tanto da
dover costringere gli scienziati ad amplificare il segnale
marziano di un fattore enorme, circa dieci milioni di volte il
segnale originario. Anche i segnali provenienti dalla Luna sono
stati amplificati considerevolmente, un milione di volte.
Combinando assieme i segnali dai tre diversi mondi, gli studiosi
del Marsquake Service hanno ricreato le scosse al simulatore di
terremoti di Zurigo, sperimentando in prima persona i differenti
sismi.
Lo studio dei sismi è importante perché permette di ricavare
importanti informazioni circa la struttura geologica di un
pianeta. Infatti, mentre sulla Terra le onde sismiche persistono
fino al massimo pochi minuti, sulla Luna possono durare anche
delle ore intere. Ciò è dovuto al fatto, piuttosto sorprendente,
che la crosta terrestre è più omogenea di quella lunare. La Luna
è stata bombardata da meteoriti per milioni di anni, i cui
impatti hanno fratturato in profondità la crosta lunare. Sulla
Terra, invece, queste ferite meteoritiche sono state sempre
guarite dai processi di riscaldamento interno, vulcanesimo,
tettonica a placche, erosione e sedimentazione, assenti sulla
Luna. Nel corso del tempo, tutti questi eventi hanno fuso assieme
le rocce creando una crosta relativamente ininterrotta e
stratificata. Le tracce degli impatti meteoritici sono state così
cancellate.
E su Marte? Nonostante la sismica marziana sia appena agli
inizi, le scosse sembrano essere una via di mezzo tra quelle
terrestri e lunari. La loro durata infatti varia da dieci a venti
minuti. Agli scienziati non è ancora chiaro se la parte
fratturata di crosta sia profonda, come sulla Luna, oppure se più
sottile. Inoltre, sembra che vi siano due tipi di sismi.
"Attualmente stiamo osservando due famiglie di scosse su Marte -
spiega Simon Stähler, sismologo del Politecnico di Zurigo - La
prima tipologia è ad alta frequenza, molto più simile alle scosse
lunari di quanto previsto. La seconda è a frequenza molto più
bassa, e riteniamo che questo possa essere causato dalla
distanza. Queste scosse a bassa frequenza si sono generate molto
distanti dal sismografo".
Le analisi dei dati sismici di Marte sono rese ancora più
complesse dal fatto che sul Pianeta rosso è presente soltanto un
sismografo. I ricercatori controllano i dati provenienti da Seis
due volte al giorno e li confrontano con quelli ricavati sulla
Terra agli albori della sismologia, quando nel mondo c'era solo
qualche sismografo. Collaborazioni internazionali come il
Marsquake Service - conclude Media Inaf - sono preziose perché,
grazie al monitoraggio continuo di InSight, i ricercatori possono
utilizzare i dati non solo per comprendere la natura geologica di
Marte, ma anche per studiare come si sono formati i pianeti
interni del Sistema solare.
Red/Lcp 20190724T141750Z
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