Atto Senato
Interrogazione a risposta scritta 4-01038
presentata da
Interrogazione a risposta scritta 4-01038
PAOLA NUGNES
mercoledì 23 ottobre 2013, seduta n.130
mercoledì 23 ottobre 2013, seduta n.130
si apprende da notizie di stampa che, tra gli altri, alcuni politici, nonché componenti del precedente Governo, giornalisti e sindacalisti abbiano in uso auto blu e scorte senza che risultino ancora particolari esigenze di sicurezza;
in particolare il quotidiano "il Tempo" in data 20 settembre 2013 ha pubblicato l'elenco, aggiornato ai primi di settembre, delle personalità che attualmente usufruiscono della scorta nella capitale;
solo a Roma le personalità che vengono accompagnate dalla scorta sarebbero 225 e tra costoro anche persone che non ricoprono più cariche pubbliche;
l'assegnazione delle auto e relativa scorta fanno riferimento a diversi livelli di gravità di rischio: il primo livello prevede l'assegnazione di 2 o 3 auto blindate con 3 agenti; il secondo livello di 2 auto blindate con 3 agenti ciascuna; il terzo livello un auto blindata con 2 agenti; il quarto livello un'auto non blindata con 1-2 agenti;
il dato ricostruito dai sindacati di pubblica sicurezza in un rapporto del 2012 parla di una spesa attorno ai 250 milioni di euro all'anno, ma si tratta di una cifra approssimativa, anche perché non tiene conto dei soldi impiegati per l'acquisto delle auto blindate. Da alcune fonti si deduce che sono circa 700 automobili dal costo oscillante tra i 120 e i 180.000 euro ciascuna, tra il prezzo di listino del modello e i lavori di blindatura. C'è poi il capitolo che riguarda gli uomini impegnati in questo lavoro: si tratta di circa 2.500 al giorno, divisi tra Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di finanza, Polizia penitenziaria e servizi segreti, senza contare gli operatori delle polizie municipali e provinciali assegnati alla scorta di numerosi sindaci;
il vero problema, secondo Claudio Giardullo, segretario nazionale del sindacato Silp-Cgil (dichiarazioni riportate nell'articolo "Arrivano i tagli alle scorte, ma è polemica", tratto dal sito della "Polizia democratica", e da "Lettera 43" del 5 gennaio 2012, "Scorta a tutti i costi") non è tanto «l'assegnazione della scorta», che «avviene attraverso una valutazione della gravità e dell'attualità del rischio e non v'è dubbio che, quando l'assegnazione avviene, una necessità esiste. Ma il vero problema riguarda la revoca, ovvero il momento in cui questo rischio cessa e si dovrebbe procedere all'interruzione del servizio, perché il pericolo non esiste più o perché la persona ha cambiato incarico». Secondo quanto afferma Giardullo, a questo punto interviene «un meccanismo di resistenza da parte della persona scortata e dell'istituzione alla quale essa appartiene, così spesso si prosegue in un servizio che non ha più ragione di esistere». Aggiunge che un altro problema «soprattutto a Roma, è poi quello dell'assegnazione delle scorte straordinarie. Avviene con persone che nella loro città godono di un livello di tutela più basso, ma quando giungono nella capitale si vedono garantire un servizio di scorta con auto blindata, due o tre uomini, i quali vengono inevitabilmente sottratti per la giornata al controllo del territorio e per lo più vengono presi dalle volanti». Questo, spiega Giardullo, è il buco nero: «perché è impossibile quantificare una spesa così oscillante e perché sottrae personale al lavoro quotidiano di ordine pubblico»;
secondo il sindacalista le manovre dei Governi che si sono succeduti hanno ridotto drasticamente le risorse destinate alle forze di polizia, mentre l'assegnazione delle scorte continua ad essere un problema. Il meccanismo tecnico è molto chiaro, ma è la gestione politica a non esserlo altrettanto, considerato che, se il meccanismo fosse virtuoso e le scorte venissero revocate quando non servono più, allora, invece dello spreco, ci sarebbe il risparmio. Ma così non avviene e questo fenomeno si inserisce in un settore già provato dai tagli;
considerato che a parere degli interroganti appare lecito domandarsi se nasca da una vera esigenza lo schierare quotidianamente questo numero elevato di forze dell'ordine, che sarebbero utilissime in commissariati e caserme di frontiera, oppure se si tratta di fare un favore a questo o quel personaggio che non vuole rinunciare ad un prezioso status symbol,
si chiede di sapere:
se corrisponda al vero quanto riportato dagli organi di stampa;
quante siano le unità di personale delle forze dell'ordine adibite alla scorta attualmente assegnate ai tutelati e quali siano le ragioni che giustificano tale assegnazione;
se il Governo non ritenga opportuno, anche al fine di indirizzare quelle risorse al presidio della legalità, effettuare una ricognizione di tutte le scorte, in modo da arrivare ad una drastica riduzione del numero delle assegnazioni, in particolare per coloro che, a parere degli interroganti, sono "fantasmi" della politica, dell'economia, del giornalismo, eccetera, che utilizzano le scorte anche come status symbol e che non hanno mai posseduto o sicuramente non possiedono attualmente i requisiti richiesti per l'attribuzione;
quali provvedimenti urgenti intenda assumere, nel rispetto dei principi di efficacia, efficienza ed economicità dell'azione amministrativa, nonché nelle logiche dell'attività di revisione della spesa pubblica, al fine di limitare drasticamente la dotazione e l'utilizzo delle autovetture di servizio e relative scorte, garantendo che le misure tese ad assicurare la tutela e la protezione delle personalità pubbliche vengano assunte nei confronti di soggetti realmente esposti ad effettive situazioni di rischio ed unicamente per il tempo strettamente necessario, in conformità a quanto previsto dal decreto-legge 6 maggio 2002, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 luglio 2002, n. 133.
(4-01038)
Nessun commento:
Posta un commento