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lunedì 24 marzo 2014

Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-04154 presentato da MOLTENI Nicola testo di Venerdì 21 marzo 2014, seduta n. 195.. tali dati sono particolarmente preoccupanti per la salute del personale di polizia penitenziaria che quotidianamente assicura la propria attività lavorativa a contatto con l'utenza penitenziaria, nonché per le loro famiglie in primis e, una volta messi in libertà i detenuti, anche per gli ignari cittadini; ..



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04154
presentato da
MOLTENI Nicola
testo di
Venerdì 21 marzo 2014, seduta n. 195
MOLTENI. —Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
   il 18 marzo 2014 si è svolto a Roma un convegno a cura della Società italiana di medicina e sanità penitenziaria (Simspe), nel corso del quale gli operatori sanitari penitenziari hanno fornito alcuni dati aggiornati sulla situazione attuale della «Salute in Carcere»;
   secondo le stime del Simpse il 32 per cento dei detenuti è tossicodipendente, il 27 per cento ha un problema psichiatrico maggiore, il 17 per cento ha malattie osteoarticolari, il 16 per cento cardiovascolari e circa il 10 per cento problemi metabolici e dermatologici;
   sempre secondo tali stime e secondo le parole di Sergio Babudieri, presidente del Simspe, tra le malattie infettive è l'epatite C la più frequente (32,8 per cento), seguito da tbc (21,8 per cento), epatite B (5,3 per cento), hiv (3,8 per cento) e sifilide (2,3 per cento), ma, non potendo avere una reale dimensione del fenomeno in assenza di un Osservatorio epidemiologico nazionale e anche perché molti dei detenuti non sanno di avere una malattia, probabilmente i dati citati sono sottostimati;
   i dati resi noti, addirittura per difetto, dicono comunque che il 60-80 per cento dei detenuti ha almeno una malattia e che nella metà dei casi questa malattia è infettiva;
   tali dati sono particolarmente preoccupanti per la salute del personale di polizia penitenziaria che quotidianamente assicura la propria attività lavorativa a contatto con l'utenza penitenziaria, nonché per le loro famiglie in primis e, una volta messi in libertà i detenuti, anche per gli ignari cittadini;
   come rilevato dal segretario generale dell'O.S.A.P.P. Leo Benedici in un comunicato stampa, nonostante giornalmente gli agenti di polizia penitenziaria si relazionino dunque con centinaia di detenuti, di cui circa la metà potrebbe essere affetta da malattie infettive e pericolose, nessuna agevolazione sanitaria è prevista per il personale, così come nessuna profilassi o serie di controlli;
   sempre secondo quanto sottolineato dall'OSAPP, a fronte dei dati sopra esposti nonché dei rischi a cui sono quotidianamente esposti gli agenti, sarebbe invece auspicabile prevedere per il personale di polizia penitenziaria visite infettivologiche di routine i cui costi, proprio perché si parla di rischi correlati all'attività lavorativa prestata, non dovrebbero essere sostenuti dal personale stesso;
   anche in passato la stampa ha riportato diverse volte notizie di agenti di polizia penitenziaria che avevano contratto malattie infettive, tra cui la TBC –:
   se il Ministro sia a conoscenza di quanto sopra esposto e quali siano le sue intenzioni rispetto alla questione segnalata, in particolare quali azioni intenda porre in essere con estrema celerità e se abbia intenzione di avviare gli iter necessari per la stipula di apposite convenzioni con il servizio sanitario nazionale per tutelare lo stato di salute degli agenti di polizia penitenziaria, esposti quotidianamente al rischio di contagio, e delle loro famiglie. (4-04154)


Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04152
presentato da
MOLTENI Nicola
testo di
Venerdì 21 marzo 2014, seduta n. 195
MOLTENI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   da notizie di stampa pare che entro la prossima estate verranno soppressi circa 267 presidi di polizia in tutta Italia, secondo il piano di spending review per il comparto sicurezza formulato dal Ministro dell'interno;
   tra i probabili presidi di polizia colpiti dai drastici tagli disposti da suddetto piano, sembra che nella città di Siena sia prevista la chiusura di ben due uffici: la sezione di polizia postale e delle comunicazioni e la sezione di polizia ferroviaria;
   la polizia postale e delle comunicazioni è un ufficio di alta specializzazione nelle indagini informatiche, di fondamentale importanza in un contesto in cui sono sempre più in crescita i reati all'interno e per mezzo della rete internet, e, anche a scopo preventivo, ha fatto opera di informazione tra i giovanissimi con argomentate lezioni tenute anche all'interno degli istituti scolastici senesi;
   il posto di polizia ferroviaria sinora ha assicurato alla città di Siena il controllo del notevole flusso di persone che a vario titolo (turismo, lavoro) arrivano o transitano nella città, nonché dell'area circostante alla stazione ferroviaria;
   in questo particolare momento di difficoltà, in cui crisi e immigrazione clandestina contribuiscono ad aumentare il numero dei reati e delle situazioni a rischio, le forze dell'ordine e i loro presidi, già ridotti ai minimi termini a causa dei continui tagli al comparto sicurezza, andrebbero invece sostenuti e potenziati, non indeboliti o soppressi;
   non è chiaro quale sia il risparmio in termini economici che tale piano vuole conseguire, ma privare il territorio di importanti presidi che garantiscono la tutela della sicurezza e il contrasto alla criminalità di fatto andrà sicuramente a penalizzare ulteriormente i cittadini;
   c’è stata l'unanime condanna da parte delle organizzazioni sindacali, sia nel metodo che nel merito, delle «ipotesi di chiusura selvaggia dei presidi con il relativo trasferimento» del personale –:
   se il Ministro ritenga compatibile con i problemi di ordine pubblico a Siena il piano di soppressione dei presidi indicati in premessa, che ridurrebbe sensibilmente le capacità delle forze dell'ordine nel campo della prevenzione e del contrasto alla criminalità; se non si ritenga più opportuno rinunciarvi e potenziare il comparto sicurezza a Siena, in termini di nuove risorse sia strumentali che di personale, mediante l'utilizzo delle disponibilità del fondo unico di giustizia, promosso dal Ministro pro tempore Maroni e dove sono giacenti le somme sequestrate e confiscate ai mafiosi; quale sia l'ipotetico risparmio che si intende conseguire con tale piano e se tale ipotetico risparmio non sia comunque irrisorio o inutile se raffrontato alla drammatica situazione che si prospetta per i cittadini senesi in termini di sicurezza. (4-04152)

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