A.C. 4220-A
Conversione in legge del decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
N. 1.
Seduta del 3 maggio 2011
La Camera,
premesso che:
con l'articolo 8, comma 11-bis, del decreto-legge n. 78 del 2010, poi convertito con modificazioni dalla legge n. 122 del 2010, si è istituito un fondo destinato al finanziamento di misure perequative per il personale delle Forze armate, dell'Arma dei carabinieri, della Guardia di finanza, della Polizia di Stato, dei Vigili del fuoco, del Corpo forestale e della Polizia penitenziaria, che sono stati interessati dal blocco dei meccanismi di adeguamento retributivo e degli automatismi stipendiali, con la dotazione di 80 milioni di euro per ciascuno degli anni 2011 e 2012;
con il decreto-legge in esame il Governo ha ritenuto di dover adottare un parziale rimedio ai negativi effetti economici introdotti dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, al fine di rispondere alle condivisibili proteste dei sindacati delle forze di polizia;
la scelta di prelevare le risorse economiche destinate a finanziare l'atteso provvedimento di riordino delle carriere del personale non direttivo e non dirigente delle forze armate e delle forze di polizia, peraltro assolutamente insufficienti a garantire una adeguata copertura economica del decreto-legge in conversione, si è rivelata assolutamente non gradita al personale destinatario del provvedimento che vede in tal modo sfumare quell'atteso provvedimento che avrebbe consentito di riequilibrare all'interno dei singoli ordinamenti le progressioni di carriera e quindi i relativi trattamenti economici;
le somme reperite per la copertura finanziaria del decreto-legge in conversione verranno impiegate nella misura dell'80 per cento per il pagamento degli istituti economici del personale dei ruoli direttivi e dei dirigenti, mentre solo il restante 20 per cento verrà corrisposto ai reali destinatari che inoltre non vedranno mai realizzato l'atteso provvedimento di riordino delle loro carriere;
il crescente impegno che su ogni fronte e per ogni emergenza viene richiesto ai cittadini in divisa merita una discussione più ampia, non limitata alle scadenze collegate alle missioni internazionali o alle guerre in atto;
i radicali e il partito per la tutela dei diritti dei militari hanno proposto più volte di orientare la ricerca di adeguate risorse verso una più attenta riduzione delle spese destinate all'acquisizione di nuovi e ritenuti non impiegabili armamenti e sistemi d'arma, ovvero tramite la sospensione per il triennio 2011-2013 del Programma pluriennale di A/R n. SMD 02/2009, relativo all'acquisizione del sistema Joint Strike Fighter e realizzazione dell'associata linea FACO/MRO&U nazionale;
la situazione di crisi internazionale richiede una comune convergenza sui necessari risparmi di spesa da adottare e questi non possono comunque riguardare il trattamento economico del personale militare e delle Forze di polizia e del soccorso pubblico,
impegna il Governo:
a porre in essere ogni utile azione per reintegrare il fondo destinato al riordino delle carriere del personale non direttivo e non dirigente delle Forze armate e di polizia tramite una riduzione delle spese destinate all'acquisizione di nuovi e ritenuti non impiegabili armamenti e sistemi d'arma; ad assumere le iniziative di propria competenza perché sia avviata la discussione di progetti di legge inerenti il riordino delle carriere dei ruoli non direttivi e non dirigenti che sono state presentate nei due rami del Parlamento.
9/4220/3. Maurizio Turco, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Zamparutti.
A.C. 4220-A
Conversione in legge del decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
Relatori: STASI (per la I Commissione); CICU (per la IV Commissione).
N. 2.
Seduta del 3 maggio 2011
ART. 1.
Al comma 1, sostituire le parole: 115 milioni con le seguenti: 122 milioni. 1. 1. Maurizio Turco, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Zamparutti.
Al comma 2, sostituire le parole: con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con i Ministri della difesa e dell'interno con le seguenti: con successivi provvedimenti legislativi.
1. 2. Zaccaria.
Al comma 2, sostituire le parole da: corrispondenti alle minori spese fino a: Fondo unico giustizia, nonché dei risparmi di gestione con le seguenti: derivanti dai risparmi di gestione.
1. 3. Rugghia, Bressa, Garofani, Naccarato, Villecco Calipari, Minniti, Giacomelli, Amici, Gianni Farina, Fioroni, La Forgia, Laganà Fortugno, Letta, Migliavacca, Mogherini Rebesani, Recchia, Rosato, Rigoni, Vico.
Dopo il comma 2, aggiungere il seguente:
2.1. Il secondo periodo dell'articolo 8, comma 11-bis, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, è sostituito dal seguente: «La misura e la ripartizione dei trattamenti di cui al presente articolo sono individuate mediante l'attuazione delle procedure di concertazione e contrattazione e recepite con separati decreti del Presidente della Repubblica, ai sensi di quanto disposto dal decreto legislativo n. 195 del 12 maggio 1995».
Conseguentemente, al comma 2-bis, sopprimere le parole: con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, previsto.
1. 15. Rugghia, Bressa, Garofani, Naccarato, Villecco Calipari, Minniti, Giacomelli, Amici, Gianni Farina, Fioroni, La Forgia, Laganà Fortugno, Letta, Migliavacca, Mogherini Rebesani, Recchia, Rosato, Rigoni, Vico.
Dopo il comma 2, aggiungere il seguente:
2.1. All'articolo 8, comma 11-bis, secondo periodo, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, le parole: «Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta dei Ministri competenti,» sono sostituite dalle seguenti: «Con decreto del Presidente della Repubblica».
Conseguentemente, al comma 2-bis, sopprimere le parole: con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, previsto.
1. 18. Zaccaria.
Al comma 3, sostituire le parole: di assegni perequativi individuali, aventi la stessa natura giuridica dell'emolumento corrispondente, con le seguenti: del trattamento economico.
Conseguentemente, al titolo, sostituire le parole: di assegni perequativi individuali con le seguenti: del trattamento economico.
1. 10. Villecco Calipari, Recchia, Rugghia, Bressa, Garofani, Naccarato, Minniti, Giacomelli, Amici, Gianni Farina, Fioroni, La Forgia, Laganà Fortugno, Letta, Migliavacca, Mogherini Rebesani, Rosato, Rigoni, Vico.
Al comma 3, sostituire la parola: perequativi con le seguenti: fissi e continuativi.
1. 13. Maurizio Turco, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Zamparutti.
Al comma 3, dopo le parole: dell'emolumento corrispondente, al personale aggiungere le seguenti: , non direttivo e non dirigente,
Conseguentemente, al medesimo comma, dopo le parole: anche con riferimento al aggiungere la seguente: medesimo.
1. 14. Maurizio Turco, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Zamparutti.
Al comma 3, aggiungere, in fine, il seguente periodo: L'entità, la ripartizione e i tempi di erogazione dei trattamenti devono essere individuati attraverso le procedure di concertazione e contrattazione e recepite da appositi decreti del Presidente della Repubblica, ai sensi di quanto disposto dal decreto legislativo n. 195 del 12 maggio 1995.
1. 17. Paladini, Di Stanislao, Favia.
Sostituire il comma 4, con i seguenti:
4. Agli oneri derivanti dal comma 3, pari a 115 milioni di euro per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013, si provvede con quota parte delle maggiori entrate determinate a decorrere dall'anno 2011 dalle disposizioni di cui al successivo comma 4-bis rispetto a quanto previsto dal comma 1 dell'articolo 30-bis del decreto legge n. 185 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, e accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze.
4-bis. A decorrere dal 1o gennaio 2011, il prelievo erariale unico di cui all'articolo 39, comma 13, del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, e successive modificazioni, è determinato, in capo ai singoli soggetti passivi d'imposta, applicando le seguenti aliquote per scaglioni di raccolta delle somme giocate:
a) 13,1 per cento, fino a concorrenza di una raccolta pari a quella dell'anno 2008;
b) 12,1 per cento, sull'incremento della raccolta, rispetto a quella del 2008, pari ad un importo non superiore al 15 per cento della raccolta del 2008;
c) 11,1 per cento, sull'incremento della raccolta, rispetto a quella del 2008, pari ad un importo compreso tra il 15 per cento e il 40 per cento della raccolta del 2008;
d) 9,5 per cento, sull'incremento della raccolta, rispetto a quella del 2008, pari ad un importo compreso tra il 40 per cento e il 65 per cento della raccolta del 2008;
e) 8,5 per cento, sull'incremento della raccolta, rispetto a quella del 2008, pari ad un importo superiore al 65 per cento della raccolta del 2008.
1. 19. Di Stanislao, Favia, Borghesi.
Al comma 4, sostituire le parole da: riduzione fino alla fine del comma con le seguenti: aumento, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, delle aliquote di cui all'allegato I del Testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative, di cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, relative alla birra, ai prodotti alcolici intermedi e all'alcol etilico, al fine di assicurare un maggior gettito complessivo pari a 115 milioni di euro all'anno per gli anni 2011, 2012 e 2013.
1. 20. Naccarato, Garofani, Rugghia, Bressa, Villecco Calipari, Minniti, Giacomelli, Amici, Gianni Farina, Fioroni, La Forgia, Laganà Fortugno, Letta, Migliavacca, Mogherini Rebesani, Recchia, Rosato, Rigoni, Vico.
Al comma 4, sostituire le parole: di cui all'articolo 3, comma 155, ultimo periodo, della legge 24 dicembre 2003, n. 350 con le seguenti: riferita al Programma pluriennale di A/R n. SMD 02/2009, relativo all'acquisizione del sistema Joint Strike Fighter e realizzazione dell'associata linea FACO/MRO&U nazionale.
1. 21. Maurizio Turco, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Zamparutti.
Dopo il comma 4, aggiungere il seguente:
4-bis. All'articolo 7 del decreto legislativo 30 maggio 2003, n. 193, è aggiunto il seguente comma:
«1-bis. In attesa dei provvedimenti normativi previsti dall'articolo 3, comma 155, ultimo periodo, della legge 24 dicembre 2003, n. 350 e dall'articolo 9, comma 30, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, al personale di cui al comma precedente, che alla data del 1o gennaio 2011 abbia maturato almeno dieci anni di anzianità nella qualifica o grado, è attribuito, in ordine di ruolo, il grado di ispettore superiore-sostituto ufficiale di pubblica sicurezza e qualifiche e gradi corrispondenti.»
1. 22. Maurizio Turco, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Zamparutti.
Dopo l'articolo 1, aggiungere il seguente:
Art. 1-bis. Le pensioni privilegiate ordinarie, integrate dall'aumento sulla pensione ordinaria maturata del 20 per cento ai titolari di 1a categoria – grandi invalidi – e del 10 per cento ai titolari dalla 2a all'8a categoria per invalidità, concesse ai dipendenti civili e militari dello Stato, di cui all'articolo 1 della legge 29 aprile 1976, n. 177, hanno carattere risarcitorio e ai fini dell'imponibile IRPEF, concorrono, rispettivamente, nella misura dell'80 per cento e del 90 per cento annuo.
*1. 02. Di Stanislao.
Dopo l'articolo 1, aggiungere il seguente:
Art. 1-bis. Le pensioni privilegiate ordinarie, integrate dall'aumento sulla pensione ordinaria maturata del 20 per cento ai titolari di 1a categoria – grandi invalidi – e del 10 per cento ai titolari dalla 2a all'8a categoria per invalidità, concesse ai dipendenti civili e militari dello Stato, di cui all'articolo 1 della legge 29 aprile 1976, n. 177, hanno carattere risarcitorio e ai fini dell'imponibile IRPEF, concorrono, rispettivamente, nella misura dell'80 per cento e del 90 per cento annuo.
*1. 03. Paglia.
A.C. 4220-A
Conversione in legge del decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
N. 1.
Seduta del 3 maggio 2011
La Camera, premesso che:
il provvedimento in esame attribuisce un giusto e doveroso riconoscimento alla specificità delle forze del comparto sicurezza e difesa;
per assicurare il funzionamento dell'apparato delle forze dell'ordine occorre stanziare risorse che siano adeguate, anche da destinare alle indennità e alla remunerazione delle prestazioni straordinarie del personale e le disposizioni introdotte dal presente decreto-legge compensano i tagli operati con i precedenti decreti;
tuttavia, alla copertura finanziaria del provvedimento si provvede mediante una corrispondente riduzione degli stanziamenti del fondo per il riordino dei ruoli e delle carriere del personale non direttivo, altro argomento che sta molto a cuore agli operatori delle forze dell'ordine e su cui le commissioni competenti sono in procinto di pronunciarsi;
gli assegni una tantum, però, sono destinati a tutto il personale dirigente e non;
la sensazione da parte dei nostri operatori è che la copertura finanziaria del provvedimento sia a carico della stessa categoria con l'aggravante che nel proprio ambito il personale non direttivo paghi anche per quello direttivo;
a giudizio del sottoscritto e del sindacato «Nuova Federazione Autonoma» di Polizia, detto assegno avrebbe dovuto essere erogato al solo personale non direttivo per ovvi motivi «stipendiali», essendo gli stipendi dei dirigenti ben più congrui dei semplici e ben più numerosi operatori;
entrambi siamo certi che il Governo stia già provvedendo ad ovviare alla problematica e, così, fugare ogni dubbio,
impegna il Governo
a considerare la possibilità di un intervento normativo al fine di trovare fonti di finanziamento che consentano di reintegrare il fondo cui oggi si è costretti ad attingere e di ripristinarne la consistenza. 9/4220/1. Catanoso.
La Camera,
premesso che:
con il provvedimento in esame si prevede alla corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, in attesa di una più completa definizione degli adeguamenti stipendiali e del procedimento di riordino delle carriere; e sono anche da definire e completare diversi programmi edilizi in favore del suddetto personale;
in particolare con all'articolo 18 del decreto-legge 13 maggio 1991, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 1991, n. 203, è stato avviato un programma straordinario di edilizia residenziale da concedere in locazione o in godimento ai dipendenti delle amministrazioni dello Stato quando è strettamente necessario alla lotta alla criminalità organizzata; il programma prevedeva anche la velocizzazione dei procedimenti per l'acquisizione delle aree ove realizzare gli immobili;
a tal fine con l'articolo 4, comma 150, della legge 24 dicembre 2003, n. 350, è stato stabilito che le parti interessate sottoscrivessero un Accordo di programma entro il 2007 al fine di individuare le aree e prenotare le risorse;
numerosi interventi edilizi in favore dei Corpi militarizzati dello Stato sono stati tuttavia concordati dopo la data del 31 dicembre 2007 e quota delle risorse disponibili è stata utilizzata per altre tipologie di intervento edilizio (articolo 21-bis del decreto-legge 1o ottobre 2007, n. 159, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 novembre 2007, n. 222, e articolo 11, comma 12, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, cosiddetto «piano casa»),
impegna il Governo:
a valutare le disponibilità esistenti in favore degli interventi edilizi di cui all'articolo 18 del decreto-legge 13 maggio 1991, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 1991, n. 203; a posticipare la data ultima per la sottoscrizione degli accordi di programma di cui all'articolo 4, comma 150, della legge 24 dicembre 2003, n. 350, al 31 dicembre 2013, individuando, se del caso, le ulteriori risorse necessarie.
9/4220/2. Pelino, Bianconi.
La Camera,
premesso che:
con l'articolo 8, comma 11-bis, del decreto-legge n. 78 del 2010, poi convertito con modificazioni dalla legge n. 122 del 2010, si è istituito un fondo destinato al finanziamento di misure perequative per il personale delle Forze armate, dell'Arma dei carabinieri, della Guardia di finanza, della Polizia di Stato, dei Vigili del fuoco, del Corpo forestale e della Polizia penitenziaria, che sono stati interessati dal blocco dei meccanismi di adeguamento retributivo e degli automatismi stipendiali, con la dotazione di 80 milioni di euro per ciascuno degli anni 2011 e 2012;
con il decreto-legge in esame il Governo ha ritenuto di dover adottare un parziale rimedio ai negativi effetti economici introdotti dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, al fine di rispondere alle condivisibili proteste dei sindacati delle forze di polizia;
la scelta di prelevare le risorse economiche destinate a finanziare l'atteso provvedimento di riordino delle carriere del personale non direttivo e non dirigente delle forze armate e delle forze di polizia, peraltro assolutamente insufficienti a garantire una adeguata copertura economica del decreto-legge in conversione, si è rivelata assolutamente non gradita al personale destinatario del provvedimento che vede in tal modo sfumare quell'atteso provvedimento che avrebbe consentito di riequilibrare all'interno dei singoli ordinamenti le progressioni di carriera e quindi i relativi trattamenti economici;
le somme reperite per la copertura finanziaria del decreto-legge in conversione verranno impiegate nella misura dell'80 per cento per il pagamento degli istituti economici del personale dei ruoli direttivi e dei dirigenti, mentre solo il restante 20 per cento verrà corrisposto ai reali destinatari che inoltre non vedranno mai realizzato l'atteso provvedimento di riordino delle loro carriere;
il crescente impegno che su ogni fronte e per ogni emergenza viene richiesto ai cittadini in divisa merita una discussione più ampia, non limitata alle scadenze collegate alle missioni internazionali o alle guerre in atto;
i radicali e il partito per la tutela dei diritti dei militari hanno proposto più volte di orientare la ricerca di adeguate risorse verso una più attenta riduzione delle spese destinate all'acquisizione di nuovi e ritenuti non impiegabili armamenti e sistemi d'arma, ovvero tramite la sospensione per il triennio 2011-2013 del Programma pluriennale di A/R n. SMD 02/2009, relativo all'acquisizione del sistema Joint Strike Fighter e realizzazione dell'associata linea FACO/MRO&U nazionale;
la situazione di crisi internazionale richiede una comune convergenza sui necessari risparmi di spesa da adottare e questi non possono comunque riguardare il trattamento economico del personale militare e delle Forze di polizia e del soccorso pubblico,
impegna il Governo:
a porre in essere ogni utile azione per reintegrare il fondo destinato al riordino delle carriere del personale non direttivo e non dirigente delle Forze armate e di polizia tramite una riduzione delle spese destinate all'acquisizione di nuovi e ritenuti non impiegabili armamenti e sistemi d'arma; ad assumere le iniziative di propria competenza perché sia avviata la discussione di progetti di legge inerenti il riordino delle carriere dei ruoli non direttivi e non dirigenti che sono state presentate nei due rami del Parlamento.
9/4220/3. Maurizio Turco, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Zamparutti.
La Camera,
premesso che:
con il provvedimento in esame si prevede alla corresponsione di assegni perequativi al personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, in attesa di una più completa definizione degli adeguamenti stipendiali e del procedimento di riordino delle carriere e della dirigenza; resta anche da definire il «collo di bottiglia» rappresentato dagli sbocchi di carriera ai gradi apicali dei direttivi militari;
in particolare in materia di promozione per anzianità dei tenenti colonnelli al grado di colonnello e loro collocamento a disposizione è opportuno definire un principio di eguaglianza retributiva per gli ufficiali, all'atto del raggiungimento senza demerito delle soglie temporali previste, equiparandolo al trattamento economico complessivo spettante ai colonnelli ed ai generali di brigata,
impegna il Governo:
a valutare la possibilità di modificare l'articolo 1099 del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, in materia di ordinamento militare, nel senso di prevedere che in caso di insufficiente disponibilità di vacanze nei contingenti massimi dei colonnelli delle Forze armate, stabiliti per ciascun ruolo, le promozioni annuali e il relativo assegno di valorizzazione dirigenziale siano conferite a tutti gli ufficiali giudicati idonei; a valutare la possibilità di utilizzare quota parte del fondo di cui all'articolo 8, comma 11-bis, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, come incrementato dal provvedimento in esame, all'armonizzazione dell'accesso alla dirigenza nel ruolo a disposizione delle Forze armate e del Corpo della Guardia di finanza.
9/4220/4. Marinello, Gioacchino Alfano, Palmieri, Garofalo, Minardo, Germanà, Pagano.
- PRESIDENTE ... 94
- (Esame dell'articolo unico - A.C. 4220-A) ... 95
- PRESIDENTE ... 95 96
- BRUNO Donato, Presidente della I Commissione ... 95
- GIACHETTI Roberto ... 95 96
- (La seduta, sospesa alle 16,50, è ripresa alle 17,40) ... 97
- PRESIDENTE ... 97 100 105 109
- LAGANÀ FORTUGNO Maria Grazia ... 100
- NACCARATO Alessandro ... 97
- RECCHIA Pier Fausto ... 105
- VANNUCCI Massimo ... 109
-
Bozze non corrette in corso di seduta
Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco (A.C. 4220-A) (ore 16,48).PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 25 marzo 2011, n. 26, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
Ricordo che, nella seduta di mercoledì 27 aprile, si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore ed il rappresentante del Governo hanno rinunziato ad intervenire in sede di replica.
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, in quanto non strettamente attinenti al contenuto del provvedimento in esame, le seguenti proposte emendative, già dichiarate inammissibili Pag. 95 in sede referente: Maurizio Turco 1.22, volto ad introdurre una disciplina transitoria per l'attribuzione del grado di ispettore superiore-sostituto ufficiale di pubblica sicurezza e qualifiche e gradi corrispondenti ai soggetti interessati dal decreto-legge; gli identici articoli aggiuntivi Di Stanislao 1.02 e Paglia 1.03, che intervengono in materia di pensioni privilegiate concesse ai dipendenti militari e civili.(Esame dell'articolo unico - A.C. 4220-A)PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (vedi l'allegato A - A.C. 4220-A), nel testo recante le modificazioni apportate dalle Commissioni (vedi l'allegato A - A.C. 4220-A). Avverto che le proposte emendative presentate sono riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo recante le modificazioni apportate dalle Commissioni (vedi l'allegato A - A.C. 4220-A).
La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (vedi l'allegato A - A.C. 4220-A), che è distribuito in fotocopia. Tale parere reca tre condizioni, volte a garantire il rispetto all'articolo 81, comma 4, della Costituzione, che saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.DONATO BRUNO, Presidente della I Commissione. Chiedo di parlare.PRESIDENTE. Ne ha facoltà.DONATO BRUNO, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, intervengo solo per dirle che il parere della V Commissione è pervenuto dopo che avevamo, insieme ai colleghi della IV Commissione, chiuso i nostri lavori. Per cui, avremmo necessità di una breve sospensione dei lavori d'Aula, non inferiore ad un quarto d'ora, per valutare il parere abbastanza complesso che ci è stato fornito dai colleghi della V Commissione.ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.PRESIDENTE. Ne ha facoltà.Pag. 96ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, nulla osta, solo che stride una richiesta di una pausa non inferiore ad un quarto d'ora per un parere complesso.PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, l'onorevole Bruno è notoriamente una persona garbata. Non voleva offendere la sensibilità di alcuno. Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 17,30.Pag. 97La seduta, sospesa alle 16,50, è ripresa alle 17,40.PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONEPRESIDENTE. Avverto che le Commissioni hanno presentato l'emendamento 1.500 delle Commissioni (vedi l'allegato A- A.C. 4220-A) che è in distribuzione e che è volto a recepire una condizione contenuta nel parere espresso dalla Commissione bilancio.
Con riferimento a tale proposta emendativa, risulta alla Presidenza che i rappresentati di tutti i gruppi abbiano rinunziato alla fissazione del termine per la presentazione dei subemendamenti.
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Naccarato. Ne ha facoltà.ALESSANDRO NACCARATO. Signor Presidente, intervengo sul complesso degli emendamenti. Peraltro siamo reduci da un incontro del Comitato dei diciotto delle Commissioni riunite I e IV in cui, proprio relativamente agli emendamenti, abbiamo avuto purtroppo la conferma dei nostri timori, cioè abbiamo potuto verificare che la Commissione bilancio, con emendamenti che sono adesso presentati all'attenzione dell'Assemblea, ha sostanzialmente modificato il lavoro che le Commissioni di merito avevano fatto nelle settimane scorse. Ha cioè svuotato quei tentativi di miglioramento relativamente in particolare a due aspetti fondamentali. Uno è la copertura del provvedimento, l'altra è la possibilità di calcolare ai fini pensionistici l'una tantum. In questo modo quindi torniamo al provvedimento originale che mantiene dunque tutti i limiti che abbiamo provato a sottoporre all'attenzione della maggioranza e del Governo nel corso di queste settimane. Alla fine, signor Presidente, si tratta sostanzialmente della smentita di tante promesse e di tante chiacchiere che sono state fatte in questo periodo. Si è partiti dall'annuncio del riordino delle carriere, del riconoscimento della specificità, del riconoscimento di dare Pag. 98maggiore dignità attraverso aumenti di trattamento economico al personale delle Forze armate, delle forze di polizia e dei Vigili del fuoco. Questo è quello che si è raccontato nel corso di questi mesi nel Paese. La realtà è stata completamente diversa. E su questa differenza proviamo ancora a far riflettere l'Assemblea affinché vengano approvati gli emendamenti che abbiamo presentato. Ebbene, il punto è che la realtà è stata sostanzialmente caratterizzata dal decreto-legge estivo n. 78 che ha introdotto tagli pesantissimi per questo comparto, nonché da tutti i tagli che, nel corso di questi due anni e mezzo, la vostra maggioranza ha portato al comparto sicurezza. Sono circa il 30 per cento le risorse che sono state tagliate, con ricadute drammatiche sul funzionamento degli organici della pubblica sicurezza. Penso a cose banalissime come l'acquisto degli automezzi, la manutenzione degli automezzi stessi, le missioni, gli affitti delle sedi, il funzionamento della direzione antimafia. In qualche modo, non si è messo in condizione il comparto sicurezza, le Forze armate e i vigili del fuoco di svolgere le funzioni fondamentali a cui sono chiamate. Basta pensare - ed è l'emergenza di questi giorni - a come su questo comparto è stata sostanzialmente scaricata l'emergenza profughi e l'emergenza immigrazione. A fronte di queste maggiori responsabilità, corrispondono tagli sistematici che non consentono di lavorare in condizioni di sicurezza e di dignità al personale di questo strategico comparto. Inoltre - avevamo provato a dirlo nelle settimane scorse - se penso che, di fronte a tali fatti, il sottosegretario Mantovano aveva annunciato le dimissioni che poi sono puntualmente rientrate - credo che sia giusto ricordarlo -, ora di fronte alla prese in giro di questo decreto-legge, ritengo che sarebbe significativo che chi si è riempito la bocca in questi mesi di dignità, di specificità, di riforme e di riordino delle carriere, dovrebbe avere la coerenza di venire qui e dire che sostanzialmente la situazione non va bene, che i tagli restano e che non viene migliorato il decreto-legge.Pag. 100
L'altro aspetto importante sul quale abbiamo presentato emendamenti è la copertura di questa una tantum: è bene che si sappia che la copertura rimane all'interno del comparto, cioè si utilizzano le risorse, stanziate per riordinare le carriere e riallineare i ruoli, destinandole all'una tantum. Questo Pag. 99significa che avremo gli assegni una tantum, che corrispondono tanto per dare l'idea a circa 25 euro netti al mese e non saranno calcolati neppure ai fini pensionistici, e in cambio si svuota completamente il capitolo «riordino delle carriere e riallineamento dei ruoli». Ciò significa che questi due importanti aspetti non verranno mai più toccati in questa legislatura. Si tratta di un errore drammatico, perché non consente di ragionare, riformare, rimettere in discussione l'importante comparto delle forze armate, di sicurezza e dei vigili del fuoco. Anche in questo caso la realtà è molto diversa dalle promesse che sono state fatte e credo che su questo, signor Presidente, un ragionamento andrebbe fatto anche sulla specificità. Infatti, se questa è la vostra idea di specificità delle forze di polizia e del comparto sicurezza, credo che siamo molto distanti rispetto a quanto abbiamo provato a costruire nell'arco di questi mesi. Io temo - e concludo - che, se non verranno considerati i nostri emendamenti e quindi se il provvedimento non verrà migliorato, ci troveremo di fronte all'ennesima delusione, una sorta di elemosina che, appunto con la logica che «piuttosto che niente è meglio piuttosto», va in qualche modo a migliorare una situazione drammatica ma che non risolve i problemi che questo comparto ha di fronte.
Credo quindi che gli emendamenti che abbiamo presentato debbano essere presi nella dovuta considerazione e mi auguro che alcuni di questi vengano anche approvati, perché in questo modo è possibile migliorare un provvedimento che, altrimenti, resta insufficiente e rischia anche di umiliare i rappresentanti delle forze di polizia e delle forze armate, che in modo responsabile in questi mesi hanno protestato, sono riusciti ad ottenere degli impegni del Governo, ma questi impegni poi sono stati per buona parte smentiti dal testo che è arrivato all'attenzione dell'Aula.
Ultima la beffa del parere della Commissione bilancio, che ha ulteriormente peggiorato quel testo. Per questo, signor Presidente, mi auguro che gli emendamenti siano valutati con attenzione e anche approvati, perché il provvedimento è ancora migliorabile e i nostri emendamenti vanno in questa direzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Laganà Fortugno. Ne ha facoltà.MARIA GRAZIA LAGANÀ FORTUGNO. Signor Presidente e onorevoli colleghi, come ricordate, il 27 aprile ultimo scorso, nell'ambito della discussione sulle linee generali sul disegno di legge relativo alla corresponsione di assegni perequativi individuali al personale delle forze di polizia, delle forze armate e del corpo nazionale dei vigili del fuoco, ho svolto un intervento, evidenziando sia quelle che, a mio avviso, sono le motivazioni che hanno spinto il Governo a predisporre con urgenza un decreto-legge privo di contenuti sostanziali adeguati, sia gli aspetti deficitari - sono svariati - che lo caratterizzano.
Nello specifico, voglio ricordare che il Governo, nel corso del 2010, ha emanato un decreto-legge, il decreto-legge n. 78 del 2010, poi convertito in legge, recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica. Tali misure prevedono, tra l'altro, per tutto il triennio 2011-2013 il blocco dei meccanismi automatici di adeguamento retributivo legato agli scatti di anzianità e agli effetti economici legati alle progressioni di carriere. Si viene così a verificare che, di fronte ad un aumento di responsabilità, non corrisponde un incremento del trattamento economico. Quindi, va sottolineato al riguardo che una simile ingiusta sperequazione comporta poi effetti particolarmente devastanti nell'ambito delle organizzazioni, organizzazioni che, come quelle delle forze armate, delle forze di polizia e dei vigili del fuoco, sono caratterizzate da strutture gerarchiche in cui la responsabilità di comando, la disciplina, il senso di equità e di giustizia costituiscono principi fondamentali per un corretto, efficiente ed efficace funzionamento. Non riconoscere nei fatti questi principi può determinare danni enormi nel sistema, minandolo nelle fondamenta e giungendo perfino a portarlo più o meno gradualmente allo sgretolamento.
A dire la verità, con la legge di conversione n. 122 del 2010, all'articolo 8 comma, 11-bis del decreto-legge n. 78 del 2010, è stato previsto una compensazione degli effetti negativi sul personale dei comparti in questione, prevedendo la costituzione Pag. 101 di un apposito fondo con una dotazione di 80 milioni di euro annui per ciascuno negli anni 2011 e 2012 da destinare proprio al finanziamento di misure perequative.Pag. 102Pag. 105
Ciò tenendo conto che, riferendosi alle forze armate e di polizia, nonché al corpo dei vigili del fuoco, si parla di un organico di personale superiore alle quattrocentomila unità. Appare subito, quindi, in tutta la sua gravità, la pochezza delle risorse stanziate. Ovviamente il personale si è accorto subito che si trattava di una presa in giro piuttosto che di un provvedimento concreto e reale, così che le organizzazioni sindacali delle forze di polizia, gli organismi della rappresentanza militare nonché il personale dei vigili del fuoco hanno cominciato a manifestare fermamente e convintamente, in ogni circostanza, la propria contrarietà di fronte a queste misure. La manifestazione del personale di polizia che si è svolta ad Arcore, davanti all'abitazione del Presidente del Consiglio, sicuramente ha poi determinato un effetto di spinta sulla decisione di emanare il decreto-legge in discussione; infatti, tenuto anche conto delle ulteriori gravi problematiche che stanno gravando sul nostro Paese, il Governo ha ritenuto opportuno di non perdere ulteriori consensi tra il personale dei comparti della sicurezza, della difesa e della protezione civile, impegnandosi nell'emanazione di un provvedimento correttivo che si è tradotto in un incremento di fondi, rispetto agli 80 milioni di euro già stanziati, di ulteriori 115 milioni di euro per ciascuno degli anni del triennio 2011-2013. Lo stanziamento complessivo per gli assegni perequativi individuali al personale ammonterà quindi a 195 milioni di euro per il 2011 e il 2012 e a 115 milioni di euro per il 2013.
Per quanto riguarda la previsione di integrare gli stanziamenti citati con risorse rinvenibili dai risparmi connessi allo svolgimento delle missioni internazionali, mi pare che essa sia poco convincente vista sia la situazione che caratterizza i teatri in cui le nostre forze sono già impegnate, sia le condizioni di forte fermento esistenti in tutto il mondo arabo che si affaccia sul mediterraneo e non solo. Ci vuole poi tutto il coraggio del Governo del fare per pensare che si possa far credere nella possibilità di utilizzare, per le esigenze, i risparmi di altre amministrazioni dello Stato quando è all'attenzione di tutti il fatto che la giustizia è rallentata da tempo a causa della mancanza di risorse umane e di fondi, che il mondo dell'istruzione è impossibilitato ad attuare delle vere e sostanziali Pag. 103riforme, che la sanità è carente ed è costretta a chiudere molte delle strutture e dei servizi esistenti, che la realizzazione di opere pubbliche, da tempo ormai, è in una fase di grave stagnazione e che i beni archeologici e culturali stanno vivendo una fase di oblio ed abbandono, per non parlare degli altri ministeri soggetti alla stessa condizione di scarsità di risorse.
Peraltro, il Comitato per la legislazione, fornendo il proprio parere, ha segnalato alcuni limiti formali presenti nel decreto-legge in esame ed in particolare è stato evidenziato che non si può incrementare la dotazione del fondo destinato al finanziamento delle misure perequative con il decreto ministeriale che è fonte normativa di rango secondario, in quanto le dotazioni dei singoli ministeri sono fissate per legge e alle norme di legge si può derogare soltanto con atti normativi di pari livello. Questo ci scrive il Comitato per la legislazione e credo che ne dobbiamo tenere conto così come dobbiamo tenere conto del fatto che gli assegni perequativi individuali devono essere stabiliti, non con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, così come indicato nel decreto-legge in esame, bensì mediante un decreto del Presidente della Repubblica.
Comunque, anche tenendo conto dello stanziamento delle ulteriori risorse di cui si è parlato, il provvedimento appare più come l'ennesima promessa di intenti sicuramente aleatori e priva di contenuti sostanziali e validi piuttosto che un equo riconoscimento delle giuste aspettative del personale motivate dalla particolarità del proprio lavoro.
Esprimendo il mio pensiero, non credo che il modo di agire del Governo possa essere considerato rispettoso per il personale di cui stiamo discutendo, personale nei confronti del quale siamo tutti pronti a parlare con enfasi e a tributare elogi per le importanti funzioni svolte quando si parla di operazioni contro le organizzazioni criminose, delle missioni internazionali per il ripristino o il mantenimento della pace, degli interventi di protezione civile a favore delle popolazioni colpite da eventi naturali ma che, invece, siamo portati a dimenticare in situazioni di normalità. Ricordiamoci che si tratta di personale che mette quotidianamente a repentaglio e talvolta sacrifica la propria esistenza per il bene comune e la sicurezza nazionale e internazionale.
Si deve poi rilevare, molto criticamente, che le risorse individuate per il finanziamento del fondo sono quelle che Pag. 104erano state programmate per il provvedimento relativo al riordino dei ruoli e delle carriere del personale dei comparti sicurezza e difesa, riordino che ormai da tempo è avvertito da tutti gli interessati come un'esigenza forte e indilazionabile.
Prosciugare lo stanziamento previsto per questa esigenza significa, quindi, procrastinare ulteriormente la discussione e l'approvazione del relativo provvedimento, diffondere disagio e sentimenti di amarezza e di delusione tra il personale interessato.
Un'ulteriore e sostanziale critica scaturisce poi dal fatto che nel disegno di legge di conversione in questione non è stata prevista alcuna forma di contrattazione e di concertazione con gli organismi sindacali e di rappresentanza, passo procedurale che dovrebbe essere considerato fondamentale per definire con criteri di equità e di giustizia le ripartizioni delle risorse da destinare al personale interessato.
Tenendo conto di queste osservazioni sono state presentate varie proposte emendative da parte del Partito Democratico, quali: la corresponsione al personale di un trattamento economico anziché di assegni perequativi; la possibilità di incrementare la dotazione del fondo in relazione ai risparmi di gestione e non con quota parte delle risorse corrispondenti alle minori spese effettuate rispetto al precedente anno in conseguenza delle missioni internazionali di pace, nonché con le risorse di cui alla legge 13 novembre 2008, n. 181, relative al fondo unico della giustizia; che agli oneri concessi con l'incremento del fondo si provveda attraverso un amento, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, delle aliquote di cui al testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi di birra, di prodotti alcolici e di alcol etilico, nonché delle relative sanzioni amministrative, quindi, con i fondi stanziati con il provvedimento relativo al riordino dei ruoli e delle carriere del personale. Inoltre, proponiamo che la misura e la ripartizione dei trattamenti economici di cui trattasi siano definite mediante l'attuazione delle procedure di concertazione e contrattazione stabilite con separati decreti dal Presidente della Repubblica e non dal Presidente del Consiglio.
Auspicando che queste proposte emendative possano essere approvate, ringrazio tutti per la cortese attenzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).PRESIDENTE. Saluto i giovani del consiglio comunale dei ragazzi di Valle di Maddaloni accompagnati dai rappresentanti dei grandi del consiglio comunale, nonché gli allievi ed i docenti dell'Istituto comprensivo statale «A. Manzoni» di Lammari (Lucca) e dell'Istituto d'istruzione superiore «Francesco d'Ovidio» di Larino (Campobasso) (Applausi).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Recchia. Ne ha facoltà.PIER FAUSTO RECCHIA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, dovremmo approfittare di questo provvedimento per tornare a quello che potremmo definire il peccato originale, cioè il provvedimento dal quale muove il decreto-legge in discussione. Evidentemente faccio riferimento alla legge 30 luglio 2010, n. 122 - evocata giustamente in tutti gli interventi che mi hanno preceduto, sia oggi che in sede di discussione sulle linee generali - che conteneva, tra le altre norme, un intervento a gamba tesa fortemente penalizzante nei confronti del personale che opera nel settore della difesa e della sicurezza.
I commi 1 e 21 dell'articolo 9, infatti, stabilivano il blocco degli effetti economici delle promozioni al fine di contenere le spese in materia di impiego pubblico, con effetti negativi evidenti sul comparto difesa e sicurezza.
Si è capito da subito che la norma avrebbe creato problemi, tanto che la stessa legge prevedeva una misura compensativa da realizzare attraverso la costituzione di un fondo - originariamente di 80 milioni di euro, per tre anni - destinato al comparto difesa e sicurezza, in regione del principio di specificità del comparto stesso.
Noi, allora - lo voglio ricordare anch'io - ci battemmo tenacemente per contrastare questo peccato originale, perché capimmo da subito che la misura compensativa non sarebbe stata sufficiente a compensare alcunché, che non sarebbero state trovate e individuate risorse aggiuntive - e ripeto aggiuntive - se non colpendo altri capitoli di interesse dello stesso comparto da destinare alle Forze armate e a quelle di pubblica sicurezza.Pag. 106
Saremmo allora voluti intervenire in Aula con emendamenti correttivi ma, tanto per cambiare, ce lo avete impedito, facendo cadere sul provvedimento una delle tante questioni di fiducia che hanno caratterizzato questa legislatura.
Oggi che siamo qui a discutere questo provvedimento-toppa, fate ricordare anche a me, come molti hanno fatto prima di me, quanto fosse sbagliato imporre quel blocco sul comparto sicurezza e difesa.
Ho chiamato questo provvedimento un «provvedimento-toppa», perché questo decreto-legge - mi riferisco ora al provvedimento attualmente in esame - non è, come alcuni colleghi della maggioranza sostengono, un riconoscimento al più volte evocato sacrosanto principio di specificità, ma il tentativo di correggere un errore.
Si tratta di un errore che ha prodotto reazioni di sdegno da parte del personale del comparto che è arrivato a manifestare in piazza il proprio disagio, giungendo fino ad Arcore. Ed è a partire da quella pressione che il Governo ha inteso procedere nell'approvazione del decreto-legge che oggi siamo chiamati a convertire in legge.
Purtroppo, colleghi, non ci troviamo di fronte ad una maggioranza che ha deciso di affrontare le questioni del comparto in termini generali, definendo gli obiettivi e le esigenze del personale e valorizzando la specificità come atto di riconoscimento di una peculiare condizione di lavoro, quanto piuttosto a una correzione obbligata di un errore. Siamo appunto alla «toppa».
Ma siamo anche al «meglio di niente», questo è l'approccio con il quale tutti noi stiamo procedendo in questa discussione e credo di poter dire che siamo molto vicini al niente.
Ora, sappiamo che le risorse messe a disposizione sono 195 milioni per il 2011 e per il 2012 e 115 milioni per il 2013. Niente sappiamo della loro ripartizione, la cui definizione spetta ad un successivo decreto del Presidente del Consiglio.
Non sapendo nulla della ripartizione e provando a portarci avanti con il programma, immaginando una spalmatura delle risorse disponibili su tutti gli operatori del comparto, si Pag. 107arriverebbe a cifre irrisorie, intorno (è stato detto) ai 25 euro netti al mese per avente diritto. Ammetterete anche voi che siamo molto vicini al niente.
Prendo atto che il sottosegretario Crosetto in Commissione ci ha spiegato che le risorse non saranno distribuite a tutto il personale. L'obiettivo del decreto-legge (cito il sottosegretario) è quello di sterilizzare gli effetti pregiudizievoli derivanti dal blocco dei meccanismi di adeguamento retributivo e degli automatismi stipendiali disposti con la legge n. 122 del 2010. L'assegno avrà, quindi, come destinatari solo coloro che hanno subito tali tagli.
Vedremo. Nella sua impostazione, che conferma che stiamo parlando in modo esplicito di «legge-toppa», mi pare ragionevole stringere il perimetro di coloro che potranno beneficiare degli assegni. Tuttavia, nell'attesa di capire come andrà a finire, le risorse ci appaiono comunque insufficienti a compensare il blocco e lasciano aperti molti problemi, dando origine a insoddisfazioni diffuse.
Ma il punto più delicato, o se volete più grave, è che tali risorse non sono - come ho detto - aggiuntive, ma vengono reperite principalmente prosciugando i fondi destinati al riordino delle carriere. In pratica l'aumento dei 115 milioni aggiuntivi agli 80 già presenti nel fondo istituito con la legge del 2010 se lo paga da solo il comparto: non c'è un euro in più messo dal Governo.
Una volta approvata questa legge di conversione, colleghi, l'attesissimo e necessario riordino delle carriere, sul quale la maggioranza e il Governo si sono sperticati in dichiarazioni di impegno, da quel momento in poi scomparirà dall'agenda politica del Governo e del Parlamento. Non vi sarà più un euro per poterlo finanziare.
A nulla sono servite e a nulla serviranno le raccomandazioni espresse da alcuni di voi in questo passaggio nei confronti del Governo. Sapete benissimo che il riordino non vedrà la luce in questa legislatura e lo hanno capito benissimo anche le Forze armate e le forze di polizia. Per far fronte a un'emergenza che il Governo ha creato se ne apre un'altra, tradendo legittime attese di anni e impegni assunti da questo Governo.
Peraltro, sempre in tema di copertura, la dotazione del fondo di cui al comma 1 può essere ulteriormente incrementata con decreto del Ministro dell'economia di concerto con i Pag. 108Ministri della difesa e dell'interno incidendo sul fondo delle missioni internazionali che, già di per sé, si presenta come insufficiente.
Oltre alle questioni di sostanza di cui ho detto, si presentano anche delle questioni di forma.
Il parere del Comitato per la legislazione ci segnala infatti un'incongruità del ricorso al decreto ministeriale per l'eventuale ulteriore incremento del Fondo istituito con la legge n. 122 del 2010, tenuto conto che l'ammontare del Fondo in questione è fissato per legge, tramite risorse anch'esse derivanti da autorizzazioni legislative di spesa. Il Comitato ci ricorda che alle norme di legge si può derogare soltanto con atti aventi forza di legge e non con atto subordinato, così come ci segnala che l'individuazione degli assegni una tantum, che nel decreto-legge in discussione vengono individuati attraverso un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, dovrebbe avvenire mediante un regolamento di attuazione nella forma del decreto del Presidente della Repubblica. Noi pensiamo che di questi rilievi dovremmo tenerne conto.
In ragione di quanto ho detto, abbiamo presentato degli emendamenti che, più che volti a correggere l'impianto del decreto-legge, mirano a limitarne i danni. Abbiamo chiesto di non intaccare il Fondo necessario al riordino delle carriere; prendiamo le risorse necessarie attraverso altri interventi. Abbiamo proposto alternative, per esempio, individuando le risorse e aumentando la tassazione sulle bevande alcoliche oppure aumentando le sanzioni previste per l'evasione e l'elusione della tassazione sulle stesse. Ancora, abbiamo proposto di intervenire su un altro punto delicato del decreto-legge. Esso prevede, infatti, che la ripartizione degli assegni e la definizione della loro misura avvenga con un DPCM da emanarsi su proposta dei Ministri interessati, sottraendolo al regime di concertazione con le parti sociali, siano esse sindacati che rappresentanze militari. Nei nostri emendamenti si intende ristabilire il principio della concertazione, trattandosi appunto di materia contrattuale. Naturalmente abbiamo presentato, a prima firma del collega Zaccaria, anche emendamenti che puntano a sciogliere i dubbi espressi dal Comitato per la legislazione, a cui ho fatto riferimento.
In conclusione, Presidente, non possiamo occuparci del comparto sicurezza e difesa con questo approccio, quello del «meglio di niente». Dobbiamo sapere che nell'interesse del Pag. 109Paese dobbiamo occuparcene con serietà, guidati da un qualche disegno di medio e lungo termine. Il solo fatto che oggi qui siamo impegnati su un intervento una tantum - e sappiamo che si è aperta anche una discussione in Commissione bilancio in relazione a un emendamento del relatore che riprendeva un nostro emendamento in Commissione, che intendeva sostituire le parole «una tantum» con «assegni perequativi individuali», con l'obiettivo di trasformare l'intervento in continuativo e pensionabile, un emendamento che è stato bocciato dalla Commissione bilancio, smontando così tutto il lavoro che avevamo fatto insieme, maggioranza e opposizione, in Commissione - insomma questo ci dice qual è la consapevolezza che avete nei confronti del comparto tutto, del suo ruolo.
Questo è un provvedimento che nasce a seguito della pressione legittima di una categoria insoddisfatta. Voi l'avete impostata meramente come un'elargizione dovuta di risorse, peraltro insufficienti. Il vostro è un intervento guidato unicamente dall'esigenza di tranquillizzare, ma sotto non c'è niente: nessun disegno, nessun ragionamento strategico a supporto, nessuna sensibilità nei confronti del mondo al quale non date risposte, nessun tentativo di riforma organica del modello, nessuna comprensione.
Ciò di cui parliamo oggi, in questo decreto-legge così come in altri provvedimenti sparsi, non è, o meglio, non è solo l'interesse del personale, ma è l'interesse del Paese. In ogni occasione, almeno per quel che riguarda noi della Commissione difesa, vi abbiamo chiesto di superare questa approssimazione, di impegnare il Parlamento in una discussione complessiva su obiettivi, strumenti e risorse, ma ai nostri richiami vi siete mostrati sempre sordi. Noi, consapevoli del rilievo delle questioni di cui trattiamo, non molleremo e proveremo ad alzare la voce affinché possiate sentirci (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vannucci. Ne ha facoltà.MASSIMO VANNUCCI. Signor Presidente, i colleghi che mi hanno preceduto sono già intervenuti nel merito del provvedimento, ne hanno già elencato limiti, contraddizioni e incongruenze.Seguito della discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 27 del 2011: Misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco (A.C. 4220-A)Seguito della discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 27 del 2011: Misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco (A.C. 4220-A).Nella seduta del 27 aprile 2011 si è svolta la discussione sulle linee generali.
La V Commissione ha espresso il prescritto parere.(Esame dell'articolo unico)PRESIDENTE. Dà conto delle proposte emendative dichiarate inammissibili dalla Presidenza (vedi resoconto stenografico).DONATO BRUNO (PdL), Presidente della I Commissione. Chiede una breve sospensione della seduta per consentire al Comitato dei diciotto di riunirsi per valutare il parere espresso dalla V Commissione.ROBERTO GIACHETTI (PD). Ritiene opportuno prevedere una durata congrua della sospensione della seduta.PRESIDENTE. Sospende la seduta fino alle 17,30.Pag. XIVLa seduta, sospesa alle 16,50, è ripresa alle 17,40.PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONEPRESIDENTE. Avverte che le Commissioni hanno presentato l'emendamento 1.500, con riferimento al quale risulta alla Presidenza che i rappresentanti di tutti i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione di un termine per la presentazione di eventuali subemendamenti.Pag. XVIntervengono sul complesso degli emendamenti presentati i deputati ALESSANDRO NACCARATO (PD), MARIA GRAZIA LAGANÀ FORTUGNO (PD), PIER FAUSTO RECCHIA (PD), MASSIMO VANNUCCI (PD), MARIO TASSONE (UdCpTP), AUGUSTO DI STANISLAO (IdV), GIOVANNI PALADINI (IdV), RENATO CAMBURSANO (IdV) e ROBERTO OCCHIUTO (UdCpTP).MARIA ELENA STASI (IR), Relatore per la I Commissione. Raccomanda l'approvazione dell'emendamento 1.500 delle Commissioni, esprime parere favorevole sugli emendamenti 1.300, 1.301 e 1.302 (ex articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento) ed invita al ritiro dei restanti emendamenti, esprimendo altrimenti parere contrario.GIUSEPPE COSSIGA, Sottosegretario di Stato per la difesa. Concorda. Pag. XVI
La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'emendamento Maurizio Turco 1.1.ROBERTO ZACCARIA (PD). Richiama le motivazioni per cui reputa opportuno prevedere l'incremento della dotazione del fondo di cui all'articolo 1 attraverso l'adozione di provvedimenti legislativi, come previsto dal suo emendamento 1.2, che recepisce un'osservazione formulata dal Comitato per la legislazione.La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'emendamento Zaccaria 1.2.ANTONIO RUGGHIA (PD). Nel giudicare risibile e mortificante la misura una tantum prevista nel provvedimento d'urgenza in esame, lamenta le modalità inerenti la copertura finanziaria delle suddette norme, invitando peraltro l'Assemblea ad approvare il suo emendamento 1.3.La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'emendamento Rugghia 1.3.GIANCLAUDIO BRESSA (PD). Rilevata l'incapacità del Governo di gestire con razionalità il comparto della sicurezza nel nostro Paese, lamenta l'estrema esiguità delle risorse destinate agli operatori del predetto settore dal provvedimento d'urgenza in esame. Pag. XVII
La Camera, con votazioni nominali elettroniche, approva gli emendamenti 1.300 (ex articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento) e 1.500 delle Commissioni e respinge l'emendamento Rugghia 1.15.ROBERTO ZACCARIA (PD). Illustra le finalità del suo emendamento 1.18.La Camera, con votazioni nominali elettroniche, respinge l'emendamento Zaccaria 1.18 ed approva l'emendamento 1.301 (ex articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento).ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI (PD). Ricorda che il suo emendamento 1.10 è volto a rendere permanenti le misure perequative recate dal provvedimento in esame in favore del personale del comparto sicurezza, già fortemente penalizzato dalle deprecabili scelte del Governo. Pag. XVIII
La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'emendamento Villecco Calipari 1.10.MAURIZIO TURCO (PD). Esprime un giudizio fortemente negativo sulle norme di stampo propagandistico contenute nel provvedimento d'urgenza in esame, volte a porre rimedio in modo discriminatorio alle misure penalizzanti varate dal Governo a scapito del comparto sicurezza e difesa.La Camera, con votazioni nominali elettroniche, approva l'emendamento 1.302 (ex articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento) e respinge gli emendamenti Maurizio Turco 1.14, Paladini 1.17, Di Stanislao 1.19, Naccarato 1.20 e Maurizio Turco 1.21.
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