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domenica 14 luglio 2019

= LUNA = Apollo 11: il piu' grande progetto non militare della storia

DOMENICA 14 LUGLIO 2019 11.15.27


= LUNA = Apollo 11: il piu' grande progetto non militare della storia =

(AGI) - Roma, 14 lug. - Piu' di 400 mila uomini e donne di 20 mila societa' diverse hanno fornito un contributo a quella che nel 1961 sembrava una "missione impossibile": lo sbarco sulla Luna del 20 luglio 1969. A raccontare i tanti lati e volti nascosti della missione Apollo 11 e' stato un giornalista statunitense Charles Fishman, nel suo ultimo libro 'One Giant Leap'. Storie di persone ordinarie che si mobilitarono nell'ambito del programma Apollo, facendo compiere all'umanita' un passo decisivo: le persone hanno concepito, creato e testato la nave spaziale e tutto l'equipaggiamento degli astronauti, realizzato per lo piu' a mano. "E' stata un'impresa enorme: 10 volte lo sforzo compiuto per costruire il Canale di Panama, tre volte piu' grande rispetto alle proporzioni del Manhattan Project. Apollo e' stato il piu' grande progetto non militare della storia della civilta' umana", secondo Fishman. Uno dei piu' straordinari exploit di Apollo ha riguardato l'aspetto tecnologico della missione: nel 1961, quando il presidente John F. Kennedy annuncio' il traguardo di far atterrare un uomo sulla Luna e farlo tornare sulla Terra sano e salvo prima della fine del decennio, sembrava tutto fuorche' possibile. All'epoca gli Usa non avevano l'astronave in grado di raggiungere la luna, non avevano il razzo, non avevano un computer abbastanza piccolo e potente per la navigazione fino alla Luna e nemmeno il cibo da portare nello spazio. Alcuni temevano addirittura che l'uomo non sarebbe stato in grado di pensare in condizione di gravita' zero. Eppure nessuno si tiro' indietro, a maggior ragione dopo il successo del cosmonauta russo Yuri Gagarin, primo essere umano messo in orbita sulla Terra il 12 aprile 1961. I computer in servizio all'epoca erano molto ingombranti, delle dimensioni circa di due o tre frigoriferi messi insieme, ma non per questo erano veloci e affidabili. In effetti avevano un'autonomia di solo poche ore: persino quello utilizzato durante il primo volo in orbita degli Usa da John Glenn si bloccava tre minuti dopo quattro ore di operativita', non riuscendo a coprire l'intera durata del viaggio. Per la missione Apollo furono ingaggiate sarte che invece di cucire fili intrecciarono minuziosamente uno ad uno tutti i cavi, realizzando al termine di 8 settimane di lavoro la memoria di 73 kilobytes, da utilizzare per un singolo volo, la piu' importante per quegli anni. Per fare un confronto basti pensare che oggi la sola ricezione nella propria mail dei titoli di apertura di un giornale locale occupa piu' spazio di quei 73 kilobytes. I paracaduti destinati agli astronauti della missione furono realizzati da una fabbrica ad alta tecnologia e poi piegati a mano: in tutti gli Stati Uniti solo tre persone erano certificate dalla Nasa per fabbricare e impacchettare i paracaduti delle missioni Apollo. Ogni sei mesi venivano sottoposti ad esami per rinnovare la loro certificazione. E la loro esistenza era cosi' preziosa che la Nasa aveva vietato ai tre di viaggiare insieme a bordo della stessa macchina, temendo di ritrovarsi senza nessuno in grado di confezionare i paracaduti della Apollo in caso di incidente stradale. (AGI) Vqv/Bia (Segue) 141115 LUG 19 NNNN
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(AGI) - Roma, 14 lug. - L'altra singolare curiosita' riguarda la creazione delle tute spaziali, affidata alla nota firma di intimo statunitense, Playtex, in particolare a un certo Sonny Reihm e un paio di colleghi. A missione compiuta hanno raccontato di essere stati "molto in ansia" quando osservarono l'astronauta Buzz Aldrin, dalla statura piu' imponente rispetto a Neil Amstrong e Michael Collins, andare in giro a camminare sulla Luna, temendo che la sua tuta non reggesse, "scoppiasse e lui morisse sotto gli occhi di 600 milioni di telespettatori". Considerato che il modulo di comando penetrava l'atmosfera ad una velocita' di 25 mila miglia all'ora, la Nasa, scienziati ed ingegneri erano in cerca di un nuovo materiale in grado di proteggere dal calore del sole. Riuscirono a trovare la soluzione adatta - uno scudo termico epossidico - ma la sfida fu ricoprire la parte esterna della capsula. E cosi' realizzarono una rete a nido d'ape imbottita centimetro per centimetro con questo materiale termico: in tutto piu' di 370 mila 'cellule' di questa rete furono riempite a mano da singoli lavoratori che utilizzarono una vecchia tecnica, con una apposita pistola per calafataggio. Un'operazione delicata che andava portata avanti in modo perfetto: alcuni lavoratori, soprannominati artiglieri, furono formati per due settimane prima di maneggiare correttamente queste sofisticate pistole. Ancora poche settimane prima dello sbarco sulla Luna la Nasa non aveva pensato al modo in cui avrebbe celebrato il successo (sperato) della missione, una vittoria umana piu' che tecnologica. Fu un certo Jack Kinzler, che lavorava nell'equipaggio del centro spaziale di Houston, a proporre due soluzioni: una targa commemorativa legata alla gamba del modulo lunare e una bandiera da piantare sulla superficie lunare. Per essere sicuri che la bandiera avrebbe sventolato in assenza di atmosfera, Kinzler suggeri' una tecnica utilizzata dalla madre quando era ancora un bambino per cucire le tende e farle scendere perfettamente. Le fotografie della bandiera Usa svolazzante sulla Luna diventarono le immagini iconiche della Apollo 11 e delle successive missioni concluse con successo. Altro motivo di preoccupazione per la Nasa era la polvere di luna: si temeva avrebbe contaminato la tuta degli astronauti e magari provocato un'esplosione a bordo della nave spaziale una volta a contatto con l'ossigeno. Aldrin e Armstrong fecero un piccolo esperimento: sul coperchio del motore di risalita - collocato a meta' del modulo lunare - depositarono un sacchetto contenente 'sporcizia lunare' e poi lentamente pressurizzarono la cabina per essere certi che non prendesse fuoco. Per i due astronauti una delle piacevoli sorprese della loro missione fu quella di scoprire che l'odore della polvere di luna ricordava quella della cenere nel camino. (AGI) Vqv/Bia 141115 LUG 19 NNNN   

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