Atto Senato
Interrogazione a risposta scritta 4-01663
presentata da
Interrogazione a risposta scritta 4-01663
ALBERTO AIROLA
martedì 11 febbraio 2014, seduta n.187
martedì 11 febbraio 2014, seduta n.187
il 6 luglio 2009 il tribunale di Ferrara ha condannato per omicidio colposo a 3 anni e 6 mesi di reclusione 4 poliziotti, Enzo Pontani, Luca Pollastri, Paolo Forlani e Monica Segatto, indagati per la morte del giovane Federico Aldrovandi, fermato a Ferrara all'alba del 25 settembre 2005 e deceduto per asfissia a seguito del prolungato schiacciamento del torace;
il 10 giugno 2011 la Corte d'appello di Bologna ha confermato la pena irrogata in primo grado, accogliendo le richieste della Procura generale e respingendo in toto le tesi difensive. Il 21 giugno 2012 la Corte di cassazione ha reso definitiva la condanna a 3 anni e 6 mesi di reclusione per eccesso colposo in omicidio colposo ai 4 poliziotti. In particolare, la IV sezione penale, respingendo il ricorso presentato dalla difesa dei 4 agenti contro la condanna emessa dalla Corte d'appello di Bologna, ha stabilito anche che gli imputati avrebbero distorto dati rilevanti, per il seguente sviluppo delle indagini, sin dalle prime ore successive all'uccisione del ragazzo, così omettendo di fornire un contributo di verità al processo, da reputarsi doveroso per dei pubblici ufficiali, a fronte delle manipolazioni delle risultanze investigative pure realizzate dai funzionari responsabili della Questura di Ferrara;
nella medesima sentenza (n. 36280/2012) la Cassazione non ha riconosciuto le attenuanti generiche, in considerazione dei tentativi di depistaggio. Il diritto del pubblico ufficiale a non esporre circostanze autoincriminanti deve qualificarsi come recessivo rispetto ad atti di polizia giudiziaria la cui rilevanza documentale non può essere sacrificata all'interesse difensivo del singolo;
i condannati, tuttavia, hanno beneficiano dell'indulto, che ha coperto 36 dei 42 mesi di carcerazione previsti dalla condanna. Il 29 gennaio 2013 il tribunale di sorveglianza di Bologna ha disposto il carcere per la pena residua di 6 mesi nei confronti dei poliziotti Forlani, Segatto e Pollastri. Il 1° marzo 2013 è stata respinta anche l'istanza della difesa del quarto poliziotto, Enzo Pontani;
il 18 marzo 2013 Monica Segatto, dopo un mese di detenzione, è stata scarcerata ai sensi della legge n. 199 del 2010 "svuota-carceri" e ammessa al regime degli arresti domiciliari. Anche Paolo Forlani e Luca Pollastri avevano avanzato la richiesta di poter accedere alla misura meno afflittiva dei domiciliari ma il magistrato di sorveglianza aveva respinto la domanda, confermando la detenzione presso il penitenziario di Ferrara, in regime di isolamento;
è notizia di questi giorni il rientro in servizio di tutti gli agenti condannati in via definitiva per la morte di Federico Aldrovandi. Risulta agli interroganti che i vertici della polizia avrebbero negato l'accesso agli atti per conoscere le motivazioni dei provvedimenti disciplinari che hanno inflitto 6 mesi di sospensione dal servizio per i 4 poliziotti pregiudicati, decorsi i quali si rende possibile il ritorno in servizio, nonostante le affermazioni del Ministro dell'interno pro tempore Cancellieri, che si era impegnata seguire la vicenda, e le molte analoghe promesse fatte ai genitori di Federico Aldrovandi da parte di esponenti politici e governativi;
in data 29 ottobre 2013 è stata presentata in Senato un'interrogazione in relazione alle funzioni di altri appartenenti alle forze dell'ordine condannati in via definitiva (4-01067), rimasta senza esito,
si chiede di sapere quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda assumere al fine di chiarire le responsabilità delle gravi carenze evidenziatesi nella gestione della vicenda e provvedere urgentemente, per quanto di propria competenza, a porre rimedio a tale situazione.
(4-01663)
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