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mercoledì 15 febbraio 2012

PENSIONI: FORNERO, RICONGIUNZIONE E DOVERE DI EQUITA'

PENSIONI: FORNERO, RICONGIUNZIONE E DOVERE DI EQUITA'
SIAMO IMPEGNATI PER REALIZZAZIONE SISTEMA EQUO E SOSTENIBILE
(ANSA) - ROMA, 15 FEB - Consapevole che ''cambiando le
regole, alcuni lavoratori riceveranno un trattamento meno
favorevole rispetto a colleghi che, a parit…' di condizioni,
hanno avuto accesso alla ricongiunzione gratuita (magari solo
pochi mesi prima)'', ma ''questa e' una caratteristica che si
presenta ogni qual volta viene abolito un 'privilegio': si
determina un effetto di transizione''. Lo afferma il ministro
del Lavoro e delle Politiche sociali Elsa Fornero in un
intervento pubblicato sul Corriere della Sera.
Chiarendo il quesito posto lunedi' da un'inchiesta del
quotidiano di via Solferino, il ministro spiega che il suo
impegno per la ''realizzazione di un sistema pensionistico equo
e sostenibile'' si applica anche alla problematica relativa alle
ricongiunzioni onerose dei contributi la cui disciplina,
ricorda, e' stata introdotta con legge 122/2010 del governo che
l'ha preceduta. Il ministro ripercorre la normativa di settore e
osserva che la ricongiunzione a titolo gratuito, prima della
legge 122, riguardava comunque solo i lavoratori che da
''gestioni alternative'' come l'Inpdap decidevano di passare al
Fondo pensioni lavoratori dipendenti. Quindi, spiega Fornero,
''sussisteva una disomogeneita' di trattamento tra lavoratori
che difficilmente poteva trovare giustificazione dal punto di
vista economico e sociale''.
Con la ricongiunzione, prosegue, ''l'assicurato e' chiamato a
sostenere un onere commisurato al beneficio che si ottiene dal
conseguimento di una pensione in un'unica gestione. Per questo
motivo la totalizzazione dei contributi, che e' l'alternativa
alla ricongiunzione, e' gratuita ma da' origine a pensioni
calcolate interamente con il metodo contributivo''. Metodo che
garantisce ''equita'''. (ANSA).

Y14-PNZ
15-FEB-12 10:42 NNNN

1 commento:

Antonino Nuccio ha detto...

Gentile Ministro Fornero,

La nuova disposizione legislativa parte dal 1/1/2012 per cui tutti coloro che godevano del calcolo retributivo (totale o parziale) rimangono con tale meccanismo di calcolo fino al 31/12/2011.
Come mai? Non si poteva abolire questo "privilegio" generazionale come invece è stato fatto per le ricongiunzioni gratuite da INPDAP e le altre casse per i dipendenti verso INPS, trattamento da Lei definito "privilegio" anch'esso?
In fondo bastava abrogare un piccolo comma della legge Dini del 1995, il quale permette di mantenere il retributivo fino al 1995 e per di più a chi possedeva 18 anni di lavoro prima di tale anno, il retributivo viene applicato a tutto il periodo lavorativo.
Lei mi risponderà che non era possibile farlo perchè ci sarebbero stati dubbi di Costituzionalità (almeno spero sia questa la causa perchè ho la massima fiducia sul suo operato) per la retroattività dell'attuazione legislativa.
Però faccio notare che per l'abrogazione della legge 322/58 non c'è stato nessuna paura di incostituzionalità e Lei ha confermato che andava fatta perchè abolisce un privilegio.
Dopo tale premessa con la quale posso condividere in generale l'idea del privilegio transgenerazionale di chi va in pensione col calcolo retributivo rispetto a quelli che andranno con quello contributivo, bisogna prendere altresì atto che coloro che hanno cominciato a lavorare negli anni '80 e hanno per scelta o costrizione cambiato lavoro e cassa previdenziale, con il contributivo dettato dalla totalizzazione (come soluzione da Lei proposta) saranno doppiamente penalizzati anche nei confronti delle generazioni prossime.Ciò è dovuto al fatto che in quegli anni fino al 1995 le aliquote contributive versate dallo Stato e Parastato ai propri dipendenti erano molto inferiori di quelle attuali per cui chi rimaneva al famoso "posto fisso" non avrebbe avuto comunque problemi perchè, come una partita di giro, alla fine della propria carriera lo Stato elargiva la pensione su basi retributivi e il dipendente non subiva alcuna perdita. Il problema sarebbe nato per chi passava dal pubblico al privato, ma per fortuna c'era la ricongiunzione gratuita all'INPS ( meno vantaggiosa) che però permetteva al dipendente di ricevere indirettamente ciò che non gli era stato versato come contributi dallo Stato. Altro elemento che invece penalizza ulteriormente chi deve scegliere adesso la totalizzazione è quello del calcolo contributivo considerando l'attualizzazione dei contributi versati con i tassi di inflazione programmati dall'80 al momento della cessazione dell'attività lavorativa che risulteranno completamente falsati rispetto all'inflazione reale.
Altro punto per il quale la ricongiunzione gratuita è stata da Lei giudicata un "privilegio" è quello del confronto con gli autonomi che hanno da sempre pagato le ricongiunzioni. Innazitutto gli autonomi versano aliquote poco superiori alla metà di quelle di un dipendente, prendendo una pensione della stessa entità del dipendente, inoltre come è noto la maggior parte di essi ha sempre e abbondantemente evaso le tasse a differenza dell'impiegato che non ha mai potuto farlo! Inoltre gli autonomi, proprio perchè da sempre hanno pagato la ricongiunzione, hanno potuto scegliere a che punto della loro carriera richiedere la ricongiunzione e poter contabilizzare l'investimento.Nel mio caso ad esempio ho smesso di lavorare nel pubblico nell'88 a 32 anni di età e se non fosse stata gratuita avrei richiesto la ricongiuzione a quel tempo pagando sicuramente meno di 1/10 di quello che dovrei pagare oggi.
Al termine delle mie suddette considerazione sull' infelice termine utilizzato "privilegio" per giustificare la decisione del governo Berlusconi di rendere onerose le ricongiunzioni da INPDAP a INPS spero voglia rispondere approfondendo la questione, non solo a me ma tutti i lavoratori e sindacati che ritengono come me ingiusto tale provvedimento.