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domenica 16 febbraio 2014

Lavoro e sicurezza Ma come fanno i marinai: malattie e infortuni di una categoria tutta particolare




Lavoro e sicurezza

Ma come fanno i marinai: malattie e infortuni di una categoria tutta particolare

marinai 27 aprile 2009. Un'indagine del governo per conoscere la quotidianità della vita dei marittimi: sotto osservazione l'eccezionalità - spesso non considerata con la dovuta attenzione - di una vita all'insegna dell'isolamento, dei lunghi orari di lavoro e delle cattive condizioni di alloggio e di alimentazione
ROMA - Come invecchiano i marinai e quali sono i problemi di salute più frequenti che colpiscono la gente di mare? A queste domande prova a dare una risposta un'indagine promossa dal ministero delle Politiche agricole e forestali e condotta dall'Osservatorio nazionale della pesca e da Ageing Society-Osservatorio Terza età. Dallo studio realizzato su un campione di circa 1.300 intervistati, con età superiore ai 50 anni, residenti nelle regioni Friuli, Lazio, Sardegna e Puglia emerge che l'invecchiamento dei lavoratori marittimi non è qualitativamente peggiore rispetto a quello di chi ha lavorato in altri comparti. In particolare il 76% degli intervistati - spiega lo studio - dichiara di godere di un buono stato di salute, con una minore incidenza delle malattie cardiovascolari e dismetaboliche (diabete) rispetto ai lavoratori impiegati in altri settori. Dalle interviste emerge poi che, contrariamente al potenziale di rischio connesso alle attività marittime, l'86% delle infermità riconosciute ai lavoratori del mare è riconducibile a una malattia professionale. In particolare i problemi di salute più frequenti nel comparto della pesca rispetto agli altri settori riguardano i disturbi allergici (23% del campione) e dermatologici (8%), ma si registra anche un'alta incidenza di disturbi dell'udito (27%) che riguardano soprattutto gli addetti ai motori e di dolori articolari (33%).
Lo studio, inoltre, apre uno spaccato sulle particolarissime condizioni di vita e di lavoro dei marittimi. Pur non esistendo un altro settore altrettanto "globale", della vita di marittimi si conosce ben poco, sottolinea l'indagine. Tra le caratteristiche evidenziate sicuramente i lunghi periodi di isolamento durante la navigazione, le scarse relazioni sociali e il disorientamento nei luoghi di approdo, ma anche le cattive condizioni di alimentazione e di alloggio e i lunghi orari di lavoro a bordo dovuti alla riduzione degli equipaggi. Tra i fattori più critici messi in rilievo dallo studio, poi, l'impossibilità per i marittimi di alcune nazionalità di sbarcare nei porti europei anche dopo lunghi mesi di navigazione, la presenza delle black list per prevenire la sindacalizzazione soprattutto sulle navi battenti bandiere di comodo e la presenza di situazioni e pratiche analoghe alla schiavitù rilevate nel 2000 su circa il 12% della flotta mondiale.
(ap/roma)

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