Le file interminabili per un panino di plastica non sono un testimonio
della barbarie ma della nostra incredibile sbalorditiva efficacissima
evoluzione, è grazie ai neuroni specchio e al desiderio mimetico che
abbiamo infestato il mondo e lo abbiamo messo ai nostri piedi.
Non
è per risparmiare due euro che centinaia di migliaia di nostri
concittadini - abitatori di un paese che è un'eccellenza gastronomica
mondiale - si sono messi in fila: questi devoti consumatori usano, in
genere, scialacquare denari per cose di nessun conto, ergo non è lo
stimolo al risparmio a guidarli, ma ben altro stimolo.
Dobbiamo
pensarci come formiche, come storni migratori: tendiamo a uniformare
azioni, comportamenti, desideri e pensieri a un modello indotto,
crediamo che la felicità consista nel ripetere le azioni (e nel
possedere gli oggetti) di quei modelli che noi vediamo felici, ovvero
investiti di una certa "pienezza d'essere".
È in questo modo che
siamo riusciti a coordinare gli sforzi per vincere l'ambiente e
sottomettere il mondo: nessuno vuol sentirsi fuori dalla tribù. Se
tutti, spinti da un modello, si mettono a "fare una tal cosa", allora
"quella tal cosa" ci farà sentire felici.
È ovvio che questo
meccanismo ha dei risvolti tremendi, perché il mondo è in mano a chi
possiede il potere di indirizzare il desiderio mimetico. La nostra
società ha deciso di non potersi permettere di esercitare alcun
controllo su chi detiene questo potere, le istituzioni in grado di
indirizzare il desiderio mimetico al bene sono in via di distruzione.
Le
personalità non ancora formate sono più inclini al conformismo, i
giovani sono maggiormente sotto attacco. Se c'è un aspetto in cui i
genitori si rivelano impotenti è proprio quello di mettere anche solo un
minimo argine ai desideri indotti dei loro pargoli.
Ecco perché si vuole privare gli adolescenti di una cultura.
(Gabriele Busti)
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