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sabato 2 novembre 2013

Caso Cancellieri: mozione M5s, come Berlusconi-Ruby. Si dimetta =


Caso Cancellieri: mozione M5s, come Berlusconi-Ruby. Si dimetta =
(AGI) - Roma, 2 nov. - "L'intervento del ministro a favore
della scarcerazione di Giulia Ligresti 'per motivi legati
all'anoressia' presenta aspetti molto discutibili e che devono
essere chiariti sul piano politico e non solo su quello
giudiziario, in quanto risulta grave che l'intervento in
questione sia stato richiesto da una telefonata privata e che
abbia riguardato una classica detenuta eccellente". E' uno dei
passaggi della lunga e articolata mozione di sfiducia al
ministro Cancellieri presentata dal M5S, pubblicata
integralmente sul blog di Beppe Grillo.
"Il solo sospetto che un ministro della Giustizia possa
aver ricevuto ed esercitato pressioni, e' un'ombra di cui un
membro delle istituzioni non si puo' vestire. D'altra parte -
si legge ancora nel documento - siamo memori di un caso,
avvenuto nella scorsa legislatura, e riguardante un presidente
del Consiglio dei ministri e la Questura di Milano che puo'
sembrare molto simile alla situazione in questione".
Dunque, "visti gli articoli 94 della Costituzione e 115 del
Regolamento della Camera dei deputati" il gruppo M5s a
Montecitorio "esprime sfiducia al ministro della Giustizia Anna
Maria Cancellieri e lo impegna a rassegnare le dimissioni".
(AGI)
Red/Bal (Segue)
021044 NOV 13
Caso Cancellieri: mozione M5s, come Berlusconi-Ruby. Si dimetta (2)=
(AGI) - Roma, 2 nov. - Nel documento M5s si osserva inoltre che
"per completezza di informazioni, occorre sottolineare come la
vicinanza tra il ministro e la famiglia Ligresti, sia di tutta
evidenza in considerazione del fatto che il figlio del
ministro, Piergiorgio Peluso, risulta aver lavorato in Fonsai
dal maggio del 2011, dopo essere stato responsabile del
Corporate & Investment banking di Unicredit per l'Italia,
posizione dalla quale aveva trattato l'esposizione delle
societa' della famiglia siciliana. Peluso risulta aver
incassato nel 2012 una buonuscita di 3,6 milioni di euro dopo
un anno di lavoro come direttore generale della compagnia
assicurativa Fondiaria Sai in virtu' delle clausole contenute
nel suo contratto che consentivano, in caso di cambio di
controllo o di demansionamento, la possibilita' di dimettersi
con giusta causa e di incassare l'equivalente di tre
annualita'. Facolta' che Peluso ha deciso di esercitare dopo un
anno, non rientrando una sua conferma nei programmi di Unipol,
nel frattempo salita sulla plancia di comando dell'ex compagnia
dei Ligresti. Inoltre, secondo annotazioni della Guardia di
Finanza di Torino del 29 agosto 2013, Peluso 'continua a
intrattenere rapporti con alcuni dirigenti del Gruppo,
interessandosi sia alle vicende giudiziarie che quelle
societarie'". "Alla luce di cio' - si legge ancora - il
comportamento del ministro appare ancora piu' grave, e potrebbe
sembrare come il pagamento di un debito a fronte di un guadagno
percepito dal figlio".
"In carcere si soffre e si muore: ogni giorno e' emergenza
umanitaria nelle nostre carceri. Ma alle grida di disperazione,
agli allarmi quotidiani lanciati dai Garanti dei diritti dei
detenuti, alle angosce dei parenti dei reclusi, ai casi
conclamati di incompatibilita' delle condizioni di salute con
la penosa condizione degli istituti e dei servizi sanitari
interni, al Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria non
sanno cosa rispondere, ma 'si pongono il problema', per usare
le parole della Cancellieri riferite al vice capo Francesco
Cascini, guarda caso solo per una detenuta eccellente, mentre
altri 70.000 continuano a soffrire ed a morire", dicono ancora
i grillini. "Un ministro della Giustizia che si sia lasciato
condizionare nel suo operato dai suoi rapporti personali con la
famiglia Ligresti, e dai rapporti economici poco chiari del
figlio, agendo, oltretutto, con una marcata disparita' di
trattamento verso gli altri detenuti 'non eccellenti', ed
utilizzando i magistrati che operano all'interno del ministero,
e' - accusa l'M5s - un'ombra indelebile sulla sua figura
istituzionale da un punto di vista etico, morale e politico".
(AGI)
Red/Bal
021044 NOV 13


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