GIOVEDÌ 04 GENNAIO 2018 14.25.18
*Sacchetti bio, Commissione Ue: usare riutilizzabili per la spesa
*Sacchetti bio, Commissione Ue: usare riutilizzabili per la spesa Portavoce: obiettivo direttiva ridurre borse plastica nei rifiuti Bruxelles, 4 gen. (askanews) - Il presunto divieto per i clienti dei supermercati in Italia di usare le proprie borse o i propri sacchetti riutilizzabili per fare la spesa - in alternativa alle buste di plastica biodegradabile fornita, a pagamento, dai supermercati stessi per imballare alimenti sfusi come frutta e verdura - non solo non è prescritto dall'Ue, ma appare in contraddizione con gli obiettivi della stessa legislazione comunitaria sulla gestione dei rifiuti. E' quanto si evince dalla risposta che ha dato oggi a Bruxelles il portavoce della Commissione europea responsabile per l'Ambiente, Enrico Brivio, ad alcuni giornalisti italiani. La normatva italiana, approvata nell'agosto scorso, recepisce la direttiva Ue del 2015 (Ue 2015/720) che mirava a minimizzare l'utilizzo e l'impatto sull'ambiente dei sacchetti per la spesa in plastica leggera e non biodegradabile ("shopper"). La possibilità per i consumatori di usare i propri sacchetti riutilizzabili per la spesa nei supermercati è stata messa in discussione da controverse circolari ministeriali che paventano il rischio di "contaminazioni". "L'obiettivo della direttiva - ha ricordato Brivio - era quello di porre un freno all'uso nell'Ue di buste di plastica, che oggi vengono consumate al ritmo preoccupante di 100 miliardi all'anno". (Segue) Red 20180104T142514Z
GIOVEDÌ 04 GENNAIO 2018 14.25.24
*Sacchetti bio, Commissione Ue: usare riutilizzabili per la spesa -2-
*Sacchetti bio, Commissione Ue: usare riutilizzabili per la spesa -2- Bruxelles, 4 gen. (askanews) - "In linea con il principio 'chi inquina paga', l'obiettivo della legislazione Ue è di utilizzare le buste di plastica solo quando ce n'è davvero bisogno; altrimenti vanno usate, quando è praticabile, borse o sacchetti riutilizzabili per il trasposto dei prodotti dai negozi a casa". La direttiva, ha spiegato il portavoce, lasciava agli Stati membri due diverse possibilità: "imporre un tetto annuale al consumo di sacchetti di plastica di materiale leggero sul proprio territorio, garantendo di non superare il livello di 90 all'anno pro capite entro il 31/12/2019 e 40 pro capite entro la fine del 2025"; oppure, come seconda opzione, "imporre delle misure obbligatorie entro il 31 dicembre 2018 per garantire che i sacchetti non siano forniti gratuitamente nei punti di vendita". Gli Stati membri, inoltre, possono "prendere misure aggiuntive, incluse restrizioni alla commercializzazione ('marketing restrictions', ndr)". L'Italia ha notificato il recepimento della direttiva il 12 agosto 2017 (in ritardo rispetto alla scadenza del 27 novembre 2016, tanto che c'era una procedura d'infrazione Ue aperta, con un "parere motivato" emesso il 14 giugno scorso), e ha scelto la seconda opzione, come gran parte degli altri Stati membri. Ad oggi, ha concluso Brivio, solo la Spagna e la Romania non hanno comunicato a Bruxelles le misure di applicazione della direttiva. Loc 20180104T142521Z
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