>ANSA-FOCUS/ Sanitari in digiuno per Gaza, farmaci boicottati Il 28 la mobilitazione associazioni, il sostegno di Don Ciotti (ANSA) - ROMA, 26 AGO - Una Giornata nazionale di digiuno collettivo contro il genocidio a Gaza. E' quella promossa il 28 agosto dalla rete #digiunogaza, da Sanitari per Gaza e dalla campagna BDS "Teva? No grazie", a cui si unisce anche la richiesta del boicottaggio dei farmaci dell'azienda israeliana Teva, accusata di complicità nel sistema di oppressione in Palestina. L'iniziativa arriva a pochi giorni dall'episodio del 20 agosto alla Casa della Salute di Pratovecchio Stia (Arezzo), dove una dottoressa e un'infermiera erano state riprese mentre gettavano farmaci israeliani, suscitando polemiche e indagini. Oltre al digiuno nazionale, che fa seguito ad una prima iniziativa del 29 luglio da parte degli operatori toscani, e che vede anche il sostegno di don Luigi Ciotti, la mobilitazione si accompagna a richieste precise: alle Istituzioni sanitarie, agli Ordini professionali, alle Università e ai Centri di ricerca di adottare una dichiarazione formale di riconoscimento del genocidio in corso e di impegno a contrastarlo, in linea con la petizione internazionale Stop the Silence; a medici, farmacisti, pazienti, regioni e comuni di sostenere il boicottaggio dei farmaci Teva; al Governo italiano di sospendere immediatamente accordi militari e forniture di armi a Israele, chiedendo contestualmente il cessate il fuoco e l'apertura di corridoi umanitari. Al digiuno, che si svolgerà in diversi ospedali italiani, dal Policlinico Umberto I di Roma al San Matteo di Pavia, dal Policlinico di Bari alle Molinette di Torino, fino a realtà più piccole come l'isola di Capraia, a testimonianza di una mobilitazione diffusa e capillare, hanno già aderito migliaia di operatori sanitari, medici, infermieri, insieme a oltre 500 ospedali e strutture territoriali, associazioni. Una partecipazione che gli organizzatori stimano in circa 15mila persone in tutta Italia e che coinvolge anche i cittadini a cui viene chiesto di rinunciare ad un pasto, fotografarsi con un cartello con la scritta "digiuno per Gaza" e postarlo sulle pagine FB e IG della campagna. Un digiuno collettivo quale "gesto di solidarietà e di resistenza civile - spiega Simona Mattia, chirurga presso il Policlinico universitario Tor Vergata di Roma- un modo per trasformare la coscienza individuale in una voce comune che invoca di fare il possibile per fermare questo abominio". "Protestare come sanitari significa esercitare la cura anche fuori dagli ospedali - aggiunge la psicologa Patrizia Fistesmeier - perché dove non c'è giustizia non può esserci salute". La rete dei promotori ha predisposto una bozza di delibera che sarà inviata a direzioni generali, ordini professionali e assessorati regionali, "per impegnare le istituzioni a non stipulare collaborazioni con enti riconducibili a stati responsabili di genocidio e di cercare, con tutti i mezzi possibili, di mettere fine a quello che sta succedendo diffondendo iniziative di sensibilizzazione e formazione sul rispetto dei diritti umani", spiega l'anestesista rianimatore Jonathan Montomoli, cofondatore di Rimini4Gaza. Dati recenti dell'Onu e dell'Oms confermano la presenza di una carestia ufficiale a Gaza, con 600 mila persone colpite dalla fame e 12 mila bambini in stato di malnutrizione acuta. "Non vogliamo che un giorno i nostri figli e nipoti ci chiedano: cosa avete fatto mentre si consumava un genocidio? - concludono i promotori -. Il 28 agosto digiuniamo insieme per dire basta al silenzio". (ANSA).
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