Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-06445
presentato daInterrogazione a risposta scritta 4-06445
GALLINELLA Filippo
testo di
Giovedì 16 ottobre 2014, seduta n. 311
GALLINELLA, L'ABBATE e PARENTELA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
la direttiva comunitaria 2002/22/CE del 7 marzo 2002, relativa al servizio universale e ai diritti degli utenti in materia di reti e di servizi di comunicazione elettronica (direttiva servizio universale), dispone che gli Stati membri adottino il « 112» (112 NUE) per tutte le chiamate di emergenza effettuate sul proprio territorio, al fine di garantire un servizio di emergenza e sicurezza più efficace e capillare su tutto il territorio comunitario;
la maggioranza dei Paesi dell'Unione europea ha adottato il 112 come unico numero di risposta alle emergenze, e anche se permangono, in alcuni Stati, altri numeri di emergenza, è comunque la centrale del 112 a smistare e indirizzare gli interventi;
il Numero Unico di Emergenza europeo 112 deve dare garanzia all'utenza di un unico numero di chiamata per una risposta coordinata e integrata tra le varie forze sul campo per il soccorso richiesto da ogni cittadino, anche straniero; della funzionalità di localizzazione ed identificazione delle chiamate da rete fissa e mobile, di risposta alla chiamata in diverse lingue e di accesso ai diversamente abili;
l'Italia è in gravissimo ritardo rispetto all'attuazione di questa direttiva. Al fine di regolamentare la materia, sono stati emanati il decreto ministeriale 22 gennaio 2008 dell'allora Ministro delle comunicazioni, che ha inizialmente previsto i requisiti di accesso al servizio 112 Numero Unico di Emergenza europeo per i numeri 112 e 113 ed il decreto ministeriale 12 novembre 2009 del Ministero dello sviluppo economico, che li ha estesi anche alle numerazioni 115 e 118, equiparando di fatto tutte le numerazioni di emergenza nei riguardi del servizio 112 Numero Unico di Emergenza europeo;
in base a tali decreti ministeriali è stato elaborato il progetto denominato «NUE 2009 Integrato» con l'obiettivo di costituire una infrastruttura applicativa e telematica per consentire la condivisione delle informazioni relative alla localizzazione e dell'identificativo del chiamante e gli standard per il loro interscambio fra le amministrazioni incaricate di gestire i numeri di emergenza;
tale progetto è stato avviato come soluzione «tampone» a fronte delle procedure di infrazione aperte dall'Europa per il mancato adempimento della direttiva 2002/22/CE. Tali procedure sono state archiviate nel 2011;
ad oggi, secondo quanto riportato da diverse fonti stampa, nonché dal sito web ufficiale dell’European emergency number association (EENA), gli unici, in Italia, a rispondere al numero 112 e quindi a farsi carico del successivo smistamento delle chiamate sono i carabinieri, ed è quindi evidente che le misure messe in atto dall'Italia appaiono insufficienti a raggiungere lo scopo e le garanzie previste dalla direttiva;
in Italia soltanto in alcune province, tra le quali Varese, il servizio 112 Numero Unico di Emergenza europeo è stato sperimentato, ma di fatto la copertura sul tutto il territorio nazionale è tutt'altro che vicina –:
quale sia ad oggi, la situazione dell'attuazione del 112 Numero Unico di Emergenza europeo nel nostro Paese, anche a livello della sperimentazione avviata e quali iniziative, dopo il «NUE 2009 Integrato» siano in lavorazione o implementazione per la completa armonizzazione del nostro sistema di comunicazioni d'emergenza/soccorso al servizio 112 Numero Unico di Emergenza europeo;
quanto, finora, sia costata all'Italia la mancata applicazione della direttiva e se non ritenga possibile, considerato lo stato attuale, una riapertura delle procedura d'infrazione archiviata nel 2011 alla luce degli obiettivi fissati dalla direttiva 2002/22/CE. (4-06445)
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