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lunedì 9 marzo 2015

Isis: dissenso e crepe, le minacce interne al Califfato =


Isis: dissenso e crepe, le minacce interne al Califfato =
(AGI) - Washington, 9 mar. - Martellato dai cieli dai raid
della coalizione internazionale e sul terreno dal pressing
delle truppe irachene e delle milizie sciite, lo Stato Islamico
sembra cominciare a logorarsi anche all'interno. E' quanto
emerge da un reportage dal Washington Post, che per la prima
volta testimonia le defezioni e il dissenso che starebbero
logorando l'aura di invicibilita' del 'califfato'. "La tensione
e' provocata dal dissenso tra i miliziani locali e i foreign
fighters, i volontari stranieri, ma anche dagli infruttuosi
tentativi di reclutare cittadini pronti ad andare sulla linea
del fronte", scrive il quotidiano. Il risultato e' che al
momento "la maggiore minaccia alla capacita' dello Stato
Islamico di perdurare sembra arrivare dall'interno, pecche' le
sue grandiose promesse non collidono con la realta' sul
terreno", ha raccontato al quotidiano l'analista, Lina Khatib,
alla guida del Carnegie Middle East Center a Beirut. (AGI)
Bia (Segue)
090837 MAR 15
Isis: dissenso e crepe, le minacce interne al Califfato (2)=
(AGI) - Washington, 9 mar. - Il segno piu' forte di attrito e'
la tensione tra i foreign fighters e e i miliziani locali,
sempre piu' risentiti dal trattamento preferenziale riservato
agli stranieri, pagati di piu' e con migliori condizioni di
vita: ai foreign fighters viene permesso di vivere nelle citta'
(dove i raid della coalizione sono abbastanza rari per il
timore che vengano colpiti i civili), mentre ai siriani tocca
stare negli avamposti rurali, piu' vulnerabili, ha raccontato
al quotidiano un attivista che vice nella citta' di Abu Kamal,
al confine tra Siria e Iraq. La tensione e' tale che ci sono
state anche sparatorie in strada, come la scorsa settimana
quando alcuni foreign fighters e un gruppo di siriani hanno
incrociato le armi perche' questi ultimi avevano disobbedito
all'ordine di un comandante kuwaitiano, rifiutandosi di andare
sulla linea del fronte con l'Iraq. E non e' stato l'unico
episodio di questo tipo: a gennaio a Ramadi, in Iraq, un gruppo
di locali si e' scontrato con un altro, composto soprattutto di
ceceni, dopo che questi ultimi avevano deciso di tornare in
Siria. Ci sono infatti segnali che i jihadisti stranieri,
sempre piu' disillusi, cercano di tornarsene a casa: alcuni
attivisti nelle provincie siriane di Deir al-Zour e Raqqa hanno
raccontato di tentativi di varcare il confine con la Siria. A
febbraio nella citta' di Tabqa, nella provincia di Raqqa,
vennero ritrovati i corpi di 30/40 uomini, la gran parte dai
tratti asiatici: secondo attivisti locali, erano proprio
jihadisti che stavano cercando di scappare e invece sono stati
catturati. Non a caso nelle ultime settimane, nel Califfato,
l'Isis ha imposto il divieto ai camion di trasportare uomini
senza permesso.
E non solo. Secondo l'Osservatorio Siriano per i Diritti
Umani, nelle ultime settimane ci sono stati 120 pubbliche
esecuzioni di jihadisti: alcuni erano accusati di spionaggio,
uno di aver fumato, ma la gran parte sarebbero stati invece
solo miliziani che cercavano di fuggire. (AGI)
Bia
090837 MAR 15

NNNN

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