TORTURA. MANCONI: PRESTO CONVEGNO CON POLIZIA SU IDENTIFICATIVO
(DIRE) Roma, 9 apr. - "La sentenza della Corte europea dei
diritti umani segnala la gravita' dell'assenza del reato di
tortura nel nostro codice penale. Ma evidenzia anche come il
nostro ordinamento non sia dotato di una norma relativa al codice
identificativo per gli operatori di polizia in servizio di ordine
pubblico". E' quanto afferma in una nota il senatore del Partito
democratico Luigi Manconi.
"Cosi' e' scritto nella sentenza: quando si utilizzano
'poliziotti con il volto coperto per il mantenimento dell'ordine
pubblico o per effettuare un arresto, questi agenti sono tenuti a
mostrare un segno distintivo - per esempio un numero di matricola
- che preservando il loro anonimato permetta di identificarli in
vista di un loro interrogatorio nel caso in cui l'operazione
fosse successivamente oggetto di controversia'. É quanto gia'
accade in Spagna, Francia, Germania, Svezia, Irlanda del nord,
Svizzera, Grecia", spiega. "Perche' mai solo in Italia anche la
semplice richiesta di un simile provvedimento suscita tanto
scandalo?".
"La risposta generalmente fornita e' puerile e pretestuosa:
quella misura metterebbe a repentaglio l'incolumita' degli
agenti. Non varrebbe nemmeno la pena replicare tanto e' pacifico
che la corrispondenza tra il codice e l'identita' dell'agente
interessato sarebbe a disposizione esclusivamente della
magistratura, nel caso di indagine giudiziaria. Dunque- prosegue-
e' un tema sul quale si deve discutere, e in tempi rapidi: e
proprio per questo motivo da molti mesi ho avuto incontri e ho
partecipato a confronti con i massimi dirigenti dei sindacati
piu' rappresentativi delle forze di polizia. In programma, un
convegno prima dell'estate sul tema cruciale della formazione
(culturale e tecnica) degli operatori di polizia: un contributo
positivo a quel processo, prezioso e ineludibile, di cooperazione
tra i cittadini e gli uomini e le donne e gli apparati dello
stato", conclude.
(Com/Lum/ Dire)
13:18 09-04-15
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