ANSA/ Aldrovandi: 10 anni dopo, dibattito tra madre e Polizia
Manconi: 'Famiglie hanno fatto ciò che Stato faceva male'
(di Daniele Predieri)
(ANSA) - FERRARA, 25 SET - "Le persone che hanno ucciso mio
figlio, condannate per questo, sono ancora in servizio ma c'é
qualcuno che almeno le cose le vuole cambiare". Riflette ad alta
voce Patrizia Moretti, la mamma di Federico Aldrovandi, dieci
anni dopo che il suo ragazzo di 18 anni mor, a Ferrara, durante
un controllo di polizia, all'alba del 25 settembre 2005. Lo fa
prima di incontrare per la prima volta - e confrontarsi con loro
- poliziotti e sindacalisti - nell'incontro-dibattito a Ferrara
dove, tra stasera e domani, si tengono iniziative e concerti per
ricordare quell'alba.
Dalla sua parte, ieri come oggi, Patrizia Moretti ha il
senatore Luigi Manconi, presidente della commissione Diritti
umani del Senato, che ha voluto il dibattito organizzato dalla
stessa commissione, al quale partecipano Lorena La Spina
(segretaria nazionale associazione funzionari polizia) e Daniele
Tissone (segretario sindacato Silp). Manconi dal canto suo
spiega prima dell'incontro cruciale, che "in questa vicenda,
come in tante altre avvenute dopo, hanno avuto un ruolo
fondamentale i familiari delle vittime che hanno fatto ciò che i
poteri dello Stato tardavano a fare o facevano male". Famiglie
che papà Lino Aldrovandi - lui stesso che una divisa la veste (é
ispettore di polizia municipale nel Ferrarese) - ha abbracciato
tutte, mandando "un bacio a tutti i figli strappati", ha scritto
sul suo profilo Facebook, lo stesso dal quale, tutte le sere da
anni da la buona notte, virtualmente, a Federico, quel ragazzo
che non c'è più, invitando tutti a "non stancarsi mai di lottare
contro le ingiustizie". E sulla partecipazione a questa
due-giorni per ricordare Federico, ha ringraziato "di cos tanta
partecipazione e affetto: sospiro commosso e penso a Federico se
potesse parlare per ringraziarvi di tanto amore".
Fu una morte assurda quella di Federico, hanno sancito
sentenze e processi e il caso ha fatto scuola. "Dalla morte di
Federico Aldrovandi - sottolinea Manconi - sono numerosi i
ragazzi che hanno perso la vita sotto la custodia delle forze di
polizia. Quindi siamo in presenza di una gravissima tendenza".
Proprio per questo ha assunto una grande importanza l'incontro
di Ferrara tra Patrizia Moretti e la Polizia, anche se è bene
ricordare che in questi anni la famiglia Aldrovandi ha già
incontrato l'attuale capo della polizia e quello precedente.
La mamma di Federico che in questi 10 anni ha trovato coraggio e
altro per far parlare con i fatti il suo dolore ha detto: "Mai
avrei pensato di trovarmi, nel giorno dell'anniversario della
morte di mio figlio, a parlare con rappresentanti della polizia:
penso che sia l'unica strada". Quella del confronto, e spiega
ancora che oggi come ieri le costa tanto ogni volta parlare di
Federico. Oppure del dolore per la morte di un figlio che non
passa mai. Ma dietro questo dolore per l'assenza, c'è una
speranza, come dice il papà Lino: "Vorrei che la morte di
Federico non sia stata vana: lo Stato deve tutelare i nostri
figli e il reato di tortura deve essere una cosa chiara, seria,
senza paletti e senza filtri". E su questo punto è sempre
Manconi a concludere: "Il reato di tortura attende di entrare
nel nostro ordinamento da alcune decine di anni, ma ora rischia
di farlo nella forma peggiore, con un testo del tutto
inadeguato". (ANSA).
YWV-MR
25-SET-15 19:30 NNNN
Manconi: 'Famiglie hanno fatto ciò che Stato faceva male'
(di Daniele Predieri)
(ANSA) - FERRARA, 25 SET - "Le persone che hanno ucciso mio
figlio, condannate per questo, sono ancora in servizio ma c'é
qualcuno che almeno le cose le vuole cambiare". Riflette ad alta
voce Patrizia Moretti, la mamma di Federico Aldrovandi, dieci
anni dopo che il suo ragazzo di 18 anni mor, a Ferrara, durante
un controllo di polizia, all'alba del 25 settembre 2005. Lo fa
prima di incontrare per la prima volta - e confrontarsi con loro
- poliziotti e sindacalisti - nell'incontro-dibattito a Ferrara
dove, tra stasera e domani, si tengono iniziative e concerti per
ricordare quell'alba.
Dalla sua parte, ieri come oggi, Patrizia Moretti ha il
senatore Luigi Manconi, presidente della commissione Diritti
umani del Senato, che ha voluto il dibattito organizzato dalla
stessa commissione, al quale partecipano Lorena La Spina
(segretaria nazionale associazione funzionari polizia) e Daniele
Tissone (segretario sindacato Silp). Manconi dal canto suo
spiega prima dell'incontro cruciale, che "in questa vicenda,
come in tante altre avvenute dopo, hanno avuto un ruolo
fondamentale i familiari delle vittime che hanno fatto ciò che i
poteri dello Stato tardavano a fare o facevano male". Famiglie
che papà Lino Aldrovandi - lui stesso che una divisa la veste (é
ispettore di polizia municipale nel Ferrarese) - ha abbracciato
tutte, mandando "un bacio a tutti i figli strappati", ha scritto
sul suo profilo Facebook, lo stesso dal quale, tutte le sere da
anni da la buona notte, virtualmente, a Federico, quel ragazzo
che non c'è più, invitando tutti a "non stancarsi mai di lottare
contro le ingiustizie". E sulla partecipazione a questa
due-giorni per ricordare Federico, ha ringraziato "di cos tanta
partecipazione e affetto: sospiro commosso e penso a Federico se
potesse parlare per ringraziarvi di tanto amore".
Fu una morte assurda quella di Federico, hanno sancito
sentenze e processi e il caso ha fatto scuola. "Dalla morte di
Federico Aldrovandi - sottolinea Manconi - sono numerosi i
ragazzi che hanno perso la vita sotto la custodia delle forze di
polizia. Quindi siamo in presenza di una gravissima tendenza".
Proprio per questo ha assunto una grande importanza l'incontro
di Ferrara tra Patrizia Moretti e la Polizia, anche se è bene
ricordare che in questi anni la famiglia Aldrovandi ha già
incontrato l'attuale capo della polizia e quello precedente.
La mamma di Federico che in questi 10 anni ha trovato coraggio e
altro per far parlare con i fatti il suo dolore ha detto: "Mai
avrei pensato di trovarmi, nel giorno dell'anniversario della
morte di mio figlio, a parlare con rappresentanti della polizia:
penso che sia l'unica strada". Quella del confronto, e spiega
ancora che oggi come ieri le costa tanto ogni volta parlare di
Federico. Oppure del dolore per la morte di un figlio che non
passa mai. Ma dietro questo dolore per l'assenza, c'è una
speranza, come dice il papà Lino: "Vorrei che la morte di
Federico non sia stata vana: lo Stato deve tutelare i nostri
figli e il reato di tortura deve essere una cosa chiara, seria,
senza paletti e senza filtri". E su questo punto è sempre
Manconi a concludere: "Il reato di tortura attende di entrare
nel nostro ordinamento da alcune decine di anni, ma ora rischia
di farlo nella forma peggiore, con un testo del tutto
inadeguato". (ANSA).
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