SABATO 01 DICEMBRE 2018 12.48.03
SALUTE
AIDS: FARMACOLOGI, 35 MLN DI DECESSI DAL 1982, OGGI HIV NON E' PIU' LETALE =
La Societa' italiana di farmacologia fa il punto sulle terapie
Roma, 1 dic. (AdnKronos Salute) - La lotta all'Aids ha fatto passi
enormi dal 1982, anno in cui si manifestò l'epidemia che si scoprirà
essere causata dal virus dell'Hiv. "Mentre ancora trenta anni fa era
sinonimo di malattia mortale oggi l'infezione da Hiv si può
cronicizzare, cioè fare in modo che non risulti pericolosa per la vita
dell'ospite, pur non eradicandola. Nel frattempo, però, sono morte
oltre 35 milioni di persone, e nei Paesi a risorse limitate, benché si
muoia di meno, grazie alle numerose battaglie per l'accesso ai
farmaci, l'infezione continua a uccidere due milioni di persone ogni
anno". E' il quadro della Società italiana di farmacologia (Sif) in
occasione della Giornata mondiale per la lotta contro l'Aids.
"La svolta a metà anni Novanta, con la messa a punto della 'triplice
terapia' a base dei nuovi antiretrovirali - aggiunge la Sif - Con i
farmaci disponibili ad oggi è possibile cronicizzare l'infezione,
ovvero fare in modo che, pur restando nell'organismo, non risulti
tuttavia letale. Il virus dell'Hiv quindi non viene eradicato, ma gli
viene impedito di replicarsi e diffondersi fino a compromettere a tal
punto la funzionalità del sistema immunitario da portare a morte
l'organismo con infezioni e lo sviluppo di tumori". (segue)
(Com-Frm/AdnKronos)
ISSN 2465 - 1222
01-DIC-18 12:47
NNNN
SABATO 01 DICEMBRE 2018 12.48.03
SALUTE
AIDS: FARMACOLOGI, 35 MLN DI DECESSI DAL 1982, OGGI HIV NON E' PIU' LETALE (2) =
(AdnKronos Salute) - Ma come agiscono i farmaci alla base della
terapia antiretrovirale che riesce a cronicizzare l'infezione?
"L'attuale terapia antiretrovirale dell'infezione da Hiv (Terapia
antiretrovirale altamente attiva) si conduce principalmente impedendo
quattro meccanismi-chiave del virus: blocco dell'ingresso dell'Hiv
nelle cellule (farmaci inibitori della fusione); blocco della capacità
dell'Hiv di modificare il proprio corredo genetico da Rna in Dna,
tappa necessaria al virus per replicarsi (farmaci inibitori
dell'enzima trascrittasi inversa); blocco della capacità del virus di
integrare il proprio Dna, così trasformato, nel Dna della cellula
ospite (farmaci inibitori dell'Integrazione); blocco della maturazione
delle nuove particelle virali potenzialmente infettanti (farmaci
inibitori dell'enzima proteasi). La strategia della terapia
antiretrovirale è quindi quella di colpire il virus non su uno ma su
almeno quattro dei suoi numerosi meccanismi d'azione
contemporaneamente".
Esistono nuove terapie sperimentali che potrebbero potenziare o
superare la terapia antiretrovirale? "Attualmente in fase di studio
abbiamo nuove strategie - risponde la Sif - ecco le principali: 1) Il
prelievo di cellule staminali ematopoietiche, cioè le cellule che
danno vita ai linfociti T, oggetto dell'attacco da parte del virus, da
ingegnerizzare geneticamente per renderle capaci di generare linfociti
T 'immuni' al virus e da ritrapiantare nel paziente; 2) La
stimolazione e riattivazione dei virus latenti, ovvero quella parte di
virus che si sono integrati nel Dna dei linfociti T del paziente e che
si trovano in una situazione di 'dormienza', per poi eliminare tutte
le cellule che ospitano il genoma virale, usando vaccini che insegnano
alle cellule dell'immunità naturale a riconoscere i linfociti T
infetti nei quali sono stati riattivati i virus (approccio
'shock-and-kill')".
E ancora: 3) "La terapia genica, cioè la modifica dei geni dei
linfociti T che in virtù di tale modifica divengono non più capaci di
esprimere il recettore sul quale si attacca il virus per entrare nella
cellula, o che divengono capaci di impedire l'integrazione del virus
nel Dna o che impediscono che il virus possa maturare e generare una
nuova progenie che diffonde l'infezione; 4) Terapia anticorpale
neutralizzante, mediante impiego di anticorpi capaci di riconoscere le
cellule infette e attivare le risposte immunitarie per la loro
rimozione". (segue)
(Com-Frm/AdnKronos)
ISSN 2465 - 1222
01-DIC-18 12:47
NNNN
SABATO 01 DICEMBRE 2018 12.48.03
SALUTE
AIDS: FARMACOLOGI, 35 MLN DI DECESSI DAL 1982, OGGI HIV NON E' PIU' LETALE (3) =
(AdnKronos Salute) - "Oggi una persona sieropositiva che segue la
triplice terapia deve assumere tre farmaci contenuti in un'unica
compressa, da una sola somministrazione al giorno. Un notevole passo
in avanti per la qualità di vita del paziente, rispetto agli anni
Ottanta e la prima parte degli anni Novanta, quando la terapia
consisteva in 28 differenti farmaci, da assumere in momenti diversi
del giorno", ricordano gli esperti.
I farmaci antiretrovirali hanno effetti collaterali? "Tutti i farmaci,
per loro natura, hanno effetti collaterali, e dunque anche gli
antiretrovirali. Per la stessa triplice terapia esistono sul mercato
combinazioni di farmaci di diversa composizione e natura - risponde la
Sif- Le più recenti combinazioni permettono ai pazienti di aderire
molto meglio di un tempo al trattamento, con un migliore esito
clinico, meno effetti collaterali e minori interazioni farmacologiche:
la qualità di vita di un paziente sieropositivo, in terapia oggi, è
sempre più simile a quella di un paziente non sieropositivo". (segue)
(Com-Frm/AdnKronos)
ISSN 2465 - 1222
01-DIC-18 12:47
NNNN
SABATO 01 DICEMBRE 2018 12.48.03
SALUTE
AIDS: FARMACOLOGI, 35 MLN DI DECESSI DAL 1982, OGGI HIV NON E' PIU' LETALE (4) =
(AdnKronos Salute) - Per anni si è parlato di un vaccino contro l'Aida
"e diverse sperimentazioni in questo senso sono in corso - avvertono i
farmacologi - Alcuni approcci prevedono l'attivazione dell'immunità
cellulo-mediata, ovvero una risposta da parte del sistema immunitario
che non coinvolge gli anticorpi, ma stimola l'attivazione di
macrofagi, cellule NK, linfociti T e altri elementi presenti nelle
nostre cellule, direttamente contro il virus. Gli approcci più nuovi,
e più efficaci, invece, tendono ad individuare un antigene (un 'pezzo'
del virus che il nostro sistema immunitario classifica come estraneo e
quindi 'nemico', e che quindi induce un attacco contro il virus
stesso) che permetta di sviluppare speciali anticorpi detti anticorpi
neutralizzanti, quegli anticorpi che sono alla base del funzionamento
di qualsiasi vaccino e che impedirebbero l'infezione al 100%".
"Non siamo ancora riusciti a realizzare un vaccino efficace al 100%
perché, fino a poco tempo fa, non riuscivamo a individuare l'antigene
dell'Hiv - precisa la Sif - che induce gli anticorpi neutralizzanti,
gli anticorpi in grado di evocare una risposta davvero efficace.
Abbiamo scoperto soltanto da poco tempo che il virus, in realtà, porta
con sé queste strutture in una zona molto nascosta della sua
superficie: una specie di 'sacchetta' ben 'mimetizzata'. Adesso -
concludono gli esperti - che abbiamo individuato finalmente l'antigene
giusto il problema è chimico-farmaceutico: dobbiamo ancora riuscire a
riprodurre in laboratorio queste strutture 'antigeniche' che andranno
a costituire finalmente il vaccino vero e proprio".
(Com-Frm/AdnKronos)
ISSN 2465 - 1222
01-DIC-18 12:47
NNNN
Nessun commento:
Posta un commento