GIOVEDÌ 31 MARZO 2022 09.57.22
R. STAMPA / UCRAINA, VICEDIRETTORE NOVAJA GAZETA: MOVIMENTO CLANDESTINO CONTRO GUERRA
9CO1270885 4 EST ITA R01 R. STAMPA / UCRAINA, VICEDIRETTORE NOVAJA GAZETA: MOVIMENTO CLANDESTINO CONTRO GUERRA (9Colonne) Roma, 31 mar - "A causa di una barbara censura militare, non abbiamo potuto scrivere delle effettive operazioni di combattimento, poiché le autorità russe, sotto la minaccia di pene detentive, ci hanno chiesto di fare riferimento solo ai dati ufficiali del Ministero della Difesa, che secondo noi sono inaffidabili. Ma abbiamo scritto della catastrofe umanitaria in Ucraina, delle città distrutte, del richiamo forzato alle armi nella repubblica separatista di Lugansk, del crollo dell'economia e della società russa". Così, in una intervista a La Stampa, il vicedirettore della Novaja Gazeta, giornale russo costretto ora a sospendere le pubblicazioni. E prosegue: "Essere giornalisti a Mosca è dura. E' la capitale del paese aggressore, si vive tra cordoni di polizia e simboli militari ufficiali, ci sono Z dovunque", "davanti alla redazione si sono svolte diverse manifestazioni di 'attivisti' statali che ci hanno accusato di 'tradimento'. Ognuno di noi sa che potrebbe essere perseguito legalmente per il suo lavoro" ma "c'è un movimento clandestino contro la guerra in Russia, molti russi odiano questa guerra e chi l'ha scatenata", "c'è una parte relativamente piccola di russi che sostiene attivamente la guerra e agisce in simbiosi con la propaganda di stato. L'enorme esercito di funzionari russi sa di essere legato al regime da una specie di patto di sangue, non ha un posto dove ritirarsi e aspetta soltanto di arrivare fino alla fine. Proprio come Putin, del resto. Ma c'è un numero altrettanto grande di miei connazionali che è attivamente contro la guerra: ora rischiano la reclusione ed è solo per questo che non vediamo proteste di massa contro la guerra. Ma le persone continuano a lottare, a convincere i propri cari, a stampare volantini contro la guerra, a cercare di mantenere lucida la mente nella situazione di un'insopportabile catastrofe morale che stiamo attraversando". Ma, aggiunge, "i russi credono ancora che semplicemente non ci sia alternativa a Putin. Tuttavia, non sono sicuro che il suo potere sia forte. Il Cremlino ha alzato troppo la posta in gioco, una crisi politica interna è possibile e c'è un evidente conflitto all'interno delle élite, come dimostra il ruolo di Abramovich come negoziatore - anche se i contorni della vicenda sono poco chiari - e la scomparsa di militari russi di alto rango dalla sfera pubblica. Ma bisogna capire quanto improbabile sia l'entrata in scena di un leader politico russo più liberale di Putin. Penso che la minaccia più seria sia l'ascesa politica di Ramzan Kadyrov, unica persona pronta a scatenare una violenza diretta e illimitata a Mosca". (red) 310957 MAR 22
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