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Ucraina, la guerra dell’Occidente fino all’ultimo ucraino (con qualche eccezione)
Anche il Centro Territoriale di reclutamento e supporto sociale del distretto Dniprovskij di Kiev, dopo quelli di Obolon, Chernigov, Chernovtsi e Ivano-Frankovsk, ha iniziato a ad intensificare le attività di reclutamento dei civili da inviare verso morte praticamente certa al fronte sulla base di ordini “dall’alto”.
Di fatto prosegue la guerra «fino all'ultimo ucraino» voluta da statunitensi e britannici in primis, i quali perseguono i propri scopi ed interessi combattendo con le mani altrui, facendo credere che la Russia sia il male assoluto e che questo pericolo vada fermato a qualunque costo.
Eppure il prezzo di ciò viene fatto pagare solo ai comuni cittadini. I vertici di questi centri di reclutamento, periodicamente, quando ormai non è più possibile chiudere gli occhi, vengono arrestati perché coinvolti in scandali di corruzione o abuso di potere. L’ultimo responsabile dei centri di reclutamento a finire in manette è quello del distretto della Transcarpazia, accusato di corruzione e di sfruttare la manodopera dei soldati per costruirsi la nuova villa. Poco prima era finito nei guai Evgenij Borisov, il suo collega di Odessa (dove è particolarmente diffuso il reclutamento forzato dei civili lungo le strade), accusato di corruzione, dopo che sono state rilevati immobili e automobili di lusso a lui riconducibili per il valore di diversi milioni di dollari.
Anche il Centro Territoriale di reclutamento e supporto sociale del distretto Dniprovskij di Kiev, dopo quelli di Obolon, Chernigov, Chernovtsi e Ivano-Frankovsk, ha iniziato a ad intensificare le attività di reclutamento dei civili da inviare verso morte praticamente certa al fronte sulla base di ordini “dall’alto”.
Di fatto prosegue la guerra «fino all'ultimo ucraino» voluta da statunitensi e britannici in primis, i quali perseguono i propri scopi ed interessi combattendo con le mani altrui, facendo credere che la Russia sia il male assoluto e che questo pericolo vada fermato a qualunque costo.
Eppure il prezzo di ciò viene fatto pagare solo ai comuni cittadini. I vertici di questi centri di reclutamento, periodicamente, quando ormai non è più possibile chiudere gli occhi, vengono arrestati perché coinvolti in scandali di corruzione o abuso di potere. L’ultimo responsabile dei centri di reclutamento a finire in manette è quello del distretto della Transcarpazia, accusato di corruzione e di sfruttare la manodopera dei soldati per costruirsi la nuova villa. Poco prima era finito nei guai Evgenij Borisov, il suo collega di Odessa (dove è particolarmente diffuso il reclutamento forzato dei civili lungo le strade), accusato di corruzione, dopo che sono state rilevati immobili e automobili di lusso a lui riconducibili per il valore di diversi milioni di dollari.
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