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venerdì 27 giugno 2025

Tumore del fegato, scoperto meccanismo di resistenza alle cure Cellule cancerose modificano loro struttura per sfuggire farmaci

 

Tumore del fegato, scoperto meccanismo di resistenza alle cure
Cellule cancerose modificano loro struttura per sfuggire farmaci
   (ANSA) - ROMA, 27 GIU - Le cellule tumorali del fegato sono
in grado di modificare la propria costituzione e rendere
inefficaci le cure. Una scoperta che apre la strada a nuove
strategie terapeutiche mirate e potenzialmente più efficaci. È
quanto emerge da uno studio coordinato dall'Università Statale
di Milano e dall'Istituto Europeo di Oncologia, pubblicato sulla
rivista Signal Transduction and Targeted Therapy (Nature Group),
con il sostegno della Fondazione Airc per la ricerca sul cancro.    "Come alcuni animali cambiano pelle per adattarsi
all'ambiente, anche le cellule tumorali si trasformano,
modificando la propria struttura in modo da sfuggire all'effetto
dei farmaci - spiega Nico Mitro, già vincitore del Career
Development Award della Fondazione Armenise-Harvard e docente di
biochimica dell'Università degli Studi di Milano-. Dopo una
prima fase di trattamento farmacologico, le cellule cancerose
sopravvissute sono in grado di riorganizzare i lipidi nella loro
membrana esterna e diventare così resistenti ai trattamenti".  I
ricercatori hanno scoperto che le cellule tumorali "imparano" a
deviare le vie del metabolismo degli zuccheri per produrre
glicerolo, una molecola che funge da "impalcatura" per costruire
nuove membrane cellulari. Contemporaneamente le cellule
cancerose assorbono acidi grassi dall'ambiente esterno, che si
legano al glicerolo e completano così una nuova struttura della
membrana. Questo rimodellamento rafforza le cellule tumorali,
rendendole più resistenti allo stress causato dai trattamenti.
Il team di ricerca ha analizzato in laboratorio come si
comportano le cellule tumorali del fegato quando vengono
trattate con sorafenib, un farmaco usato nei casi più avanzati
di carcinoma epatocellulare. Anche se inizialmente efficace,
dopo alcuni mesi perde spesso la sua capacità di agire nel 50%
circa dei pazienti poiché il tumore sviluppa resistenza, lo
studio ha anche individuato due possibili segnali nel sangue per
monitorare l'efficacia della cura: l'accumulo di D-lattato
indicherebbe che il farmaco sta funzionando, mentre un aumento
di glicerolo potrebbe segnalare l'inizio della resistenza.
"Queste scoperte aprono nuove prospettive nella lotta contro il
carcinoma epatocellulare e, più in generale, nella comprensione
dei meccanismi con cui i tumori diventano resistenti ai farmaci
-conclude Mitro-. In futuro, una conoscenza più approfondita del
metabolismo delle cellule tumorali potrà portare allo sviluppo
di terapie sempre più mirate e precise, capaci di migliorare
l'efficacia dei trattamenti e la qualità della vita dei
pazienti." (ANSA).
27/06/2025 11:53

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