Con preghiera di pubblicazione ,
invio
il documento redatto dalle cat. B e C di questo Consiglio, letto dallo
scrivente nell’audizione del Cocer Interforze tenutasi in data odierna
presso il Ministero della
Difesa e avente per oggetto: “revisione dello strumento militare
nazionale”, alla presenza del Ministro Di Paola.
Salvatore Trinx
COMANDO GENERALE DELLA GUARDIA DI FINANZA
Consiglio Centrale
di Rappresentanza
Viale XXI Aprile, 51 – 00162 Roma – Tel 06/44222631 –
Fax 06/44222633
Roma,
03 maggio 2012
WAIT AND SEE
Signor
Ministro, dopo che è stato annunciato al Paese che c’è un esubero di
personale nelle Forze Armate e che, nemmeno tanto gradualmente, bisogna
procedere ad una drastica riduzione, finalmente ci si accorge che esiste una
rappresentanza militare a cui illustrare le decisioni già prese.
Ai
rappresentanti del personale in divisa a questo punto si cerca di
scaricare l’ingrato compito: spiegare al personale che oltre alle
pensioni, ai blocchi degli stipendi, allo scippo delle somme sul riordino delle
carriere, dall’oggi al domani forse un nutrito gruppo di colleghi non indosserà
più la divisa. Un cinismo politico che non può trovarci complici.
Questo, scusi l’ardire, è colpire alle spalle i servitori dello
Stato. Se Pasolini fosse ancora tra noi non li chiamerebbe più figli del
proletariato ma conierebbe una definizione ancora più bassa.
Questa
è l’amara istantanea degli uomini in divisa oggi, oggetto di scherno e
rabbia da parte di chi protesta contro il potere. In senso metaforico si può
dire che siamo gli eunuchi dello Stato privati del diritto di essere cittadini
tra i cittadini con la negazione dei principi stabiliti dalla carta
costituzionale di cui si vuol dare l’interpretazione più restrittiva possibile
se si tratta di Forze Armate.
Non
venga strumentalizzato artatamente questo pensiero. Non siamo
nostalgici di un mondo che abbiamo lasciato alle spalle né
integralisti che non si rendano conto del cambiamento che è avvenuto nel
mondo. E’ il linguaggio dei SERVI di questo Paese che vede
costretta a fare i conti con una classe DIRIGENTE – cito le parole del
Presidente del Consiglio - inetta e disamorata del proprio Paese che ha portato
l’Italia sul baratro del disastro economico/finanziario. Questo sfascio
avrà pur dei responsabili? Chi sta pagando il
prezzo della riscossa è proprio la forza operosa di questa Italia.
I contribuenti onesti che ieri come oggi stanno facendo a
costo di enormi sacrifici la loro parte. Ma c’è un limite oltre il quale
non si può andare . E’ troppo oneroso risollevare l’Italia da questo pantano
confidando sempre nel prelievo nelle tasche dei soliti noti e soprattutto
ridurre le spese dello Stato facendo tagli senza verificare le
conseguenze che questi creano al
patrimonio umano.
Qualsiasi
imprenditore sa che il
PATRIMONIO UMANO è la maggiore risorsa di un’azienda. Soltanto
gli uomini dell’alta finanza, si affidano a meri calcoli ragionieristici
per fare quadrare i conti anche se questi vanno a discapito degli uomini.
Uno
Stato, però, non può fare questo. Esso fonda la propria esistenza proprio
sul popolo e quindi sul patrimonio umano che mai potrà essere rottamato come
una carcassa di autovettura.
Tagliamo,
riduciamo i costi, ma non sugli uomini. Via i privilegi, via le auto blu,
via anche la corsa agli armamenti ma via anche i tanti generali senza
truppa o le sovrapposizioni e doppioni di compiti e competenze tra le varie
forze di polizia e/o forze armate.
In
tempi di vacche grasse tutto passava inosservato oggi anche i cappellani
militari fanno notizia se sono un costo. Presidente Monti, il
suo Governo invita i cittadini a segnalare dove intervenire per fare tagli. I delegati
Cocer firmatari del presente documento sono pronti a dare il proprio
contributo ed essere auditi nelle sedi competenti per fare la propria parte, Signor
Ministro della Difesa provi a crederci, possiamo farlo senza toccare il
personale e di conseguenza le famiglie.
E’
noto a tutti che nonostante una chiara lettera del Signor Presidente del
Consiglio sulla necessità di contenere i costi, le amministrazioni
militari prevedono feste ad ogni piè sospinto. Dal Santo d’Arma e/o di Corpo,
alla festa d’Arma e/o Corpo, con tanto di cerimonie ad ogni cambio di comandante.
Un continuo brindare che costa alle tasche dei contribuenti cifre
assolutamente insostenibili. Ma tant’è la Festa è sacra. Non si tocca. Meglio
tagliare gli uomini che lo champagne.
Volete
limitare i costi della rappresentanza militare prevedendo
limitazioni di bilancio. Noi del Cocer della Guardia di Finanza diciamo che
siamo pronti a fare un passo in più. Siamo pronti ad autofinanziare la
rappresentanza stessa. A condizione che essa sia esterna all’amministrazione.
Come un normale sindacato di categoria.
E’
opportuno che il Parlamento ascolti il popolo. Non si governa senza popolo e
noi siamo popolo che il parlamento ha il dovere di ascoltare. E’ giusto che i
rappresentati scelgano liberamente i propri rappresentanti, che ognuno si
doti dell’organizzazione che più gli aggrada e che lo Stato intervenga con
norme ben precise per limitare lo spazio di manovra negli ambiti previsti dalla
Costituzione.
Ci
ascolti Signor Presidente del Consiglio e Signor Ministro della Difesa e
vedrete che non ne sarete delusi.
I
DELEGATI COCER DELLA CATEGORIA “B” e “C”
DELLA
GUARDIA DI FINANZA
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