SALUTE. LEUCEMIA, PRESENTATE A GENOVA NUOVE FRONTIERE TERAPIE
OBIETTIVO PRINCIPALE È SRADICARE CELLULE CHE ALIMENTANO TUMORE
(DIRE) Roma, 9 mag. - Riconoscere e colpire le cellule staminali
leucemiche, sradicare e distruggere le cellule che danno origine
e alimentano il tumore: e' questo l'obiettivo principale delle
moderne terapie. Ed e' stato anche il tema principale del
convegno 'Nuove frontiere nelle terapie cellulari e molecolari',
organizzato dall'istituto Giannina Gaslini di Genova e promosso
dalla Fondazione Internazionale Menarini.
Circa l'80% dei pazienti, adulti e pediatrici, con linfoma
'non-Hodgkin' o leucemia linfoblastica acuta ottengono la
remissione completa della malattia con i trattamenti abituali.
Nel restante 20 %, pero', la malattia riappare, per cui devono
essere trattati con alte dosi di chemioterapia e trapianto di
cellule staminali autologhe (cioe' del paziente stesso). E nella
meta' di essi sfortunatamente la malattia ritorna, con alto
rischio di mortalita', soprattutto se le recidive si presentano
entro 6 mesi dal trapianto. I principali imputati della
rigenerazione della malattia sono le cellule staminali tumorali.
"Esse danno origine a tutte le cellule tumorali, quindi se
riusciamo a eliminare la fonte di tutte le cellule riusciamo a
eliminare il tumore"-commenta Lorenzo Moretta, direttore
scientifico dell'istituto Gaslini di Genova e presidente del
convegno. Che poi spiega: "Per questo le ricerche sono
focalizzate sull'identificazione e l'eliminazione delle cellule
staminali del cancro".
"Molto spesso accade che i farmaci a disposizione eliminano
le cellule derivate dalle cellule staminali leucemiche, ma non
queste ultime", afferma Francesco Frassoni direttore del
laboratorio 'cellule staminali e terapie cellulari' del Gaslini.
"E' per questo motivo, aggiunge, che il tumore puo'
ripresentarsi. Per sconfiggerlo abbiamo iniziato a manipolare il
sistema immunitario, ingegnerizzando le sue cellule per renderle
piu' attive contro le cellule tumorali".(SEGUE)
SALUTE. LEUCEMIA, PRESENTATE A GENOVA NUOVE FRONTIERE TERAPIE -2-
(DIRE) Roma, 9 mag. - Gli studi sono decisamente impegnativi e
richiedono sforzi non indifferenti. Il Gaslini dal 2012 ha aperto
una nuova struttura, denominata 'cell factory' cioe' 'fabbrica
di cellule', per lo studio delle cellule staminali e per
l'allestimento delle terapie cellulari. Sono strutture che
necessitano di importanti investimenti sia in capitale umano
competente sia in finanziamenti adeguati.
"Cellule del sistema immunitario o loro prodotti (anticorpi
monoclonali o citochine) vengono usati con successo per la cura
di alcuni tumori e leucemie particolarmente aggressive, in
particolare i linfociti dell'immunita' specifica, i linfociti T",
spiega Moretta. Che poi continua. "Questi, pero', hanno dei
recettori che sono tutti diversi tra loro, quindi sono rare le
cellule che hanno un recettore in grado di riconoscere le cellule
del tumore o della leucemia. Stiamo quindi creando 'cellule
killer' a cui in laboratorio viene conferito un recettore
specifico per cui sono in grado di riconoscere il tumore. Una
sorta di 'super cellule' con la doppia funzione di riconoscere e
uccidere le cellule tumorali".
"Effettivamente e' cosi'. Si tratta di anticorpi monoclonali,
che creano una sorta di ponte tra cellule tumorali, in
particolare le cellule della leucemia linfoblastica acuta, e i
linfociti T che le distruggono", commenta Franco Locatelli,
direttore del reparto di oncologia all'ospedale pediatrico
Bambino Gesu' di Roma. Che poi precisa. "Una sorta di 'bacio
letale', capace di sconfiggere il tumore, e siamo confortati dai
primi risultati positivi. Recentemente sulla rivista 'New england
journal of medicine' sono stati riportati i casi di due bambini
con leucemia linfoblastica acuta in cui si e' ottenuta una
remissione e in uno dei due probabilmente una guarigione
definitiva".(SEGUE)
SALUTE. LEUCEMIA, PRESENTATE A GENOVA NUOVE FRONTIERE TERAPIE -3-
(DIRE) Roma, 9 mag. - I ricercatori di tutto il mondo stanno
sviluppando un nuovo gruppo di agenti in grado di potenziare
l'attivita' immunologica contro i tumori. Queste sostanze,
denominate 'bite' (bi-specific t-cell engagers) in grado appunto
di legarsi contemporaneamente a due diversi tipi di antigene, un
citotossico cellulare (usando un recettore come il cd3) e
l'obiettivo terapeutico: le cellule tumorali da distruggere. Una
sostanza, 'blinatumomab', agisce contro il linfoma non-Hodgkin e
contro la leucemia linfoblastica acuta. Gli studi dimostrano che
essa, legandosi alle cellule t, riesce a localizzare ed eradicare
le cellule tumorali nel midollo spinale, riuscendo, in alcuni
bambini, a determinare la completa remissione del tumore.
Un'altra sostanza denominata 'brentuximab vedotin', invece,
recentemente approvata dalla 'Food and drug administration' per
il trattamento degli adulti con linfoma non-Hodgkin recidivo o
refrattario e contro la leucemialinfoblastica acuta, si e'
dimostrata efficace anche nei bambini, determinando una completa
remissione della malattia nel 67% dei bambini trattati e una
stabilizzazione della malattia nei rimanenti. In attesa che
questi nuovi farmaci siano disponibili, gli esperti lavorano
anche su nuove tecniche per migliorare i trapianti di midollo, e
anche in questo caso le protagoniste sono le cellule staminali,
questa volta in positivo.
Alcune di queste terapie sono in sperimentazione anche al
Gaslini e rappresentano una risorsa molto importante per tutti
quei pazienti in cui le terapie 'standard' hanno fallito.
(Com/Wel/ Dire)
16:06 09-05-13
NNNN
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