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venerdì 11 luglio 2014

Caso Ruby, Pg: da Berlusconi intimidazione a vertici Questura


Caso Ruby, Pg: da Berlusconi intimidazione a vertici Questura
Intervento del rappresentante della pubblica accusa

Roma, 11 lug. (TMNews) - Durante la telefonata effettuata ai
vertici della Questura di Milano la sera tra il
27 e 28 maggio 2010 "Silvio Berlusconi ha sicuramente
abusato della propria carica istituzionale per ottenere
l'indebito rilascio della minore Karima El-Mahroug ed evitare
così possibili conseguenze dannose o pregiudiziali per
lui". E in quella telefonata "Berlusconi non si è limitato
a far valere la sua autorità di presidente del Consiglio, ma
ha addirittura paventato il pericolo di un incidente
diplomatico con l'Egitto. Il che denota una inequivoca
portata intimidatoria". Così il sostituto procuratore
generale Piero De Petris ha ripercorso tutti gli episodi
principali della vicenda Ruby e del presunto reato di
concussione per costrizione che sarebbe stato compiuto da
Berlusconi attraverso pressioni sui vertici di via
Fatebenefratelli.

Secondo il rappresentante della pubblica accusa, i
funzionari di polizia "hanno saputo in tempo reale che la
circostanza della parentela tra Ruby e Mubarak era
completamente falsa". La decisione di consegnare Ruby a
Nicole Minetti, così come aveva sollecitato Berlusconi e non
alla comunità per minori è stata dunque presa secondo De
Petris "in adempimento dell'ordine ricevuto e non è stata
influenzata dalla parentela con Mubarak". In questo
scenario, "l'abuso compiuto da Berlusconi si configura come
atto a soddisfare un interesse personale e non
istituzionale''. Tanto è vero che "i funzionari della
questura di Milano capiscono subito la gravità dell'abuso. E
un abuso forte ed estremamente rilevante".
(Segue)

Cro/Asca

111423 lug 14

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