SICUREZZA: SYMANTEC, PER 57% EUROPEI DATI PERSONALI ON LINE NON TUTELATI =
Roma, 26 feb. (AdnKronos) - I dati personali on line? Per un quinto
degli europei non solo possono valere anche più di 10.000 euro, ma la
loro sicurezza sul web è importante tanto quanto la qualità di un
prodotto acquistato e dei servizi ricevuti nel comprarlo. E non solo:
il 57% dei cittadini del Vecchio Continente è convinto che le
informazioni sensibili che li riguarda non sia al sicuro e il 59% dice
di aver addirittura riscontrato in passato problemi legati alla loro
protezione.
A scattare la fotografia di quello che gli europei percepiscono
riguardo la propria privacy è Symantec nel suo report State of Privacy
2015. Dallo studio emerge un altro dato importante: solo il 20% degli
intervistati si fida dei venditori anche se, paradossalmente, le
azioni dei consumatori non sempre riflettono questa ansia. Lo shopping
on line è in crescita costante, scrive l'azienda specializzata in
sicurezza. Solo una persona su quattro legge per intero i termini e le
condizioni prima di condividere i propri dati e tre utenti su dieci
darebbero il proprio indirizzo email in cambio di vantaggi economici.
Nonostante ciò, avverte Symantec, i venditori devono prestare
attenzione per il futuro, perché la riluttanza nel condividere
informazioni aumenterà e inevitabilmente cambieranno nel tempo i
comportamenti on line: "E' solo una questione di tempo", scrive
l'azienda nel report.
E infatti, si legge, i primi segni di questa tendenza sono visibili:
il 57% delle persone evita di condividere dati personali on line per
proteggere la privacy, e una persona su tre fornisce dati falsi per
far rimanere private le informazioni reali. Per questo motivo, insiste
Symantec, "e poiché la situazione ha raggiunto un punto critico, le
aziende avranno bisogno di sfruttare la questione della sicurezza dei
dati a loro vantaggio, garantendo politiche e procedure robuste,
nonché comunicando le proprie iniziative alla clientela per
invogliarla a relazionarsi con loro. La sicurezza dei dati personali -
scrive Symantec - è ormai una priorità consolidata per i clienti:
prima le aziende lo capiranno, prima potranno trarne dei vantaggi
competitivi". (segue)
(Mat/AdnKronos)
26-FEB-15 09:00
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SICUREZZA: SYMANTEC, PER 57% EUROPEI DATI PERSONALI ON LINE NON TUTELATI (2) =
(AdnKronos) - E l'Italia? Secondo quanto è in grado di anticipare
Adnkronos, la metà dei nostri concittadini è preoccupato per la
sicurezza delle proprie informazioni ma il 46% accetta che le aziende
condividano i loro dati personali con terze parti. Un dato in forte
contrasto con quello europeo, che è appena al 14%. Come è molto
diversa la percentuale di chi legge con attenzione tutti i termini e
le condizioni: 53% contro il 25% europeo. Però, continua il report,
gli italiani danno più valore alle informazioni sensibili: ben il 34%
li valuta addirittura oltre 10.000 euro contro il 24% a livello
europeo. E l'eventualità di 'scappare' da internet per un periodo di
tempo, così da evitare il rischio di incappare in problemi legati alla
privacy? Ci ha pensato il 75% degli italiani. Un dato non molto
diverso da quello europeo che tocca il 69%.
Quello che è chiaro è che per gli italiani a doversi preoccupare della
protezione dei dati personali debbano essere più i governi e le
aziende, rispettivamente indicate dal 44% e dal 33% degli
intervistati, mentre la responsabilità individuale è relegata a un
basso 23% delle preferenze, contro il 33% registrato in Europa.
''Gli Italiani hanno un'alta consapevolezza del valore intrinseco dei
propri dati personali'', dice all'Adnkronos Giampiero Nanni, di
Symantec. "E' addirittura più alta che in ogni altro Paese analizzato
nella ricerca. Nonostante questo, il 46% del campione intervistato è
disponibile a condividerli con terze parti. Attenzione, però, perché
c'è una marcata, e probabilmente crescente, sfiducia del consumatore
nel modo in cui i dati personali vengono trattati, o bistrattati, da
parte delle aziende'', continua il manager che evidenzia: "Questo
dovrebbe far temere una tendenza alla diminuzione dell'attività on
line, per esempio nell'eCommerce. Se le aziende continueranno ad
implementare strategie aggressive e poco sensibili, o addirittura
quasi illegali, per il trattamento dei dati dei propri consumatori
questo potrebbe persino portare - conclude Nanni - alla perdita degli
stessi".
(Mat/AdnKronos)
26-FEB-15 09:00
NNNN
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