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giovedì 24 settembre 2015

Aldrovandi: il padre,sua morte non sia vana;Stato tuteli figli






 Aldrovandi: il padre,sua morte non sia vana;Stato tuteli figli =
(AGI) - Bologna, 24 set. - "Vorrei che la morte di Federico
non sia stata vana. Lo Stato deve tutelare tutti i nostri figli
ed il reato di tortura deve essere una cosa chiara, seria,
senza paletti e senza filtri": a 10 anni dalla scomparsa del
figlio, Lino Aldrovandi, intervistato dall'AGI, si rivolge alle
istituzioni con un appello per colmare quel vuoto legislativo
costato anche una condanna all'Italia da parte della Corte di
Strasburgo per la mancanza di una legislazione adeguata a
punire il reato di tortura (il ddl e' ancora 'arenato' in
Parlamento). Era il 25 settembre 2005: sono passati dieci anni
dalla notte in cui Federico Aldrovandi mori' a soli 18 anni
dopo un controllo di polizia in un parco pubblico a Ferrara. I
quattro agenti intervenuti in via dell'Ippodromo, Enzo
Pontani, Paolo Forlani, Luca Pollastri e Monica Segatto sono
stati condannati in via definitiva per eccesso colposo
nell'omicidio colposo di Federico. Dieci anni di 'battaglie'
combattute senza risparmiarsi dai genitori di 'Aldro' per
riuscire a fare emergere la verita'. Ma sono stati anche dieci
anni di grande solidarieta' arrivata da piu' parti. (AGI)
Bo1/mld (Segue)
241111 SET 15

Aldrovandi: il padre,sua morte non sia vana;Stato tuteli figli (2)=
 (AGI) - Ferrara, 24 set. - Ora Lino Aldrovandi e Patrizia
Moretti (la mamma di Federico) sono tra i 'portavoce' di un
'movimento' spontaneo senza colori ne' etichette formato da
singoli cittadini (come Ilaria Cucchi), da associazioni,
rappresentanti della societa' civile (attori, scrittori) e
anche politici. E sono di nuovo in campo (e forse non ne sono
mai usciti) per ottenere norme a difesa dei diritti alla
persona . Lo faranno, domani e sabato nell'ambito
dell'iniziativa organizzata a Ferrara, in ricordo del figlio
partecipando a due incontri pubblici. "Vogliamo ricordare
Federico - ha spiegato Lino Aldrovandi - non solo per
restituire dignita' e rispetto alla sua figura ma anche per far
riflettere tutte le componenti della societa'". I quattro
poliziotti condannati, seppur non in ruoli operativi,
continuano a far parte del corpo di polizia. Vani per ora gli
appelli dei genitori di Federico per la destituzione dal
corpo. Una richiesta fatta propria anche dal popolo del web con
la campagna su Facebook "Via la divisa" che ha fatto il giro
del mondo. "Quale datore di lavoro - ha detto il padre di
Federico - avrebbe tenuto in polizia delle persone cosi'?
C'erano tutti i presupposti per mandarli fuori dal Corpo".
(AGI)
Bo1/mld (Segue)
241111 SET 15
Aldrovandi: il padre,sua morte non sia vana;Stato tuteli figli (3)=
 (AGI) - Ferrara, 24 set. - Lino Aldrovandi e' ispettore nella
polizia municipale. Ed il rispetto per la divisa l'ha ereditato
anche dal padre carabiniere. "Indossare una divisa - ha detto -
significa prima di tutto onesta' e lealta' verso se stessi e
verso i cittadini. Non capisco perche' alcuni si inorridiscano
per la proposta del numero identificativo per le forze
dell'ordine. Io mai mi sono sognato in tanti anni di lavoro di
mettere le mani addosso a qualcuno. Mi viene la pelle d'oca
quando penso che mio figlio si e' trovato da solo in quella
situazione. Nei loro panni - ha continuato riferendosi agli
agenti condannati per la morte del figlio - mi sarei strappato
i vestiti, sarei stato disperato. Invece mai una volta sono
venuti a parlare con noi". Lino ripercorrendo la vicenda
giudiziaria ha ricordato e ringraziato Anne Marie Tsagueu, la
cittadina camerunense, unica testimone oculare, che durante
l'incidente probatorio (nel giugno 2006) ebbe il coraggio di
raccontare cio' che vide la notte del 25 settembre 2005 quando
Federico mori' in via dell'Ippodromo. Poi ci fu la vicinanza
dell'allora sindaco di Ferrara, Gaetano Sateriale ("durante la
festa della polizia municipale si interrogo' su quanto
accaduto"). Senza dimenticare, cosi' Lino Aldrovandi ripercorre
gli ultimi 10 anni, anche la solidarieta' arrivata da ambienti
'inaspettati': come quando a Bologna durante il processo in
corte di Appello (giugno 2011) si presentarono per 'Aldro', i
tifosi della Fossa dei Leoni della Fortitudo basket.
 L'ultimo pensiero di un genitore va sempre al figlio
scomparso: "Era un ragazzo semplice e buono - ha concluso Lino
Aldrovandi - ogni giorno mi dava gioia come mi riempie di
felicita' l'altro mio figlio Stefano". (AGI)
Bo1/mld
241111 SET 15
Adrovandi: 10 anni fa la morte, fu vittima eccesso potere =
(AGI) - Roma, 24 set. - La sua morte per asfissia a seguito di
un prolungato schiacciamento del torace, all'inizio, era stata
fatta passare come quella, benche' assurda, del classico
sbandato che, reduce da una nottata di eccessi a base di alcool
e droga, incappa in un controllo di polizia e perde la vita per
un malore. E invece gli eccessi erano stati compiuti proprio
dall'equipaggio delle pattuglie Alfa 3 e Alfa 2 che la mattina
del 25 settembre di dieci anni fa intervennero in via
dell'Ippodromo, a Ferrara. Lo studente Federico Aldrovandi
aveva poco piu' di 18 anni quando, reduce da una serata in un
locale con alcuni amici, fini' nelle mani degli agenti della
Questura Enzo Pontani, Luca Pollastri, Paolo Forlani e Monica
Segatto mentre se ne stava tornando a casa a piedi. Il suo e'
il primo triste caso (con sentenza definitiva), di una lunga
serie che contempla, tra l'altro, i nomi di Giuseppe Uva e di
Stefano Cucchi, cioe' di cittadini presunte vittime di un abuso
di potere, che lo Stato, attraverso i suoi organismi ha
restituito come cadaveri alle famiglie tentando a tutti i costi
di negare la realta'. Cittadini, Cucchi e Uva, il cui
procedimenti penali sono ancora in corso. La vicenda
giudiziaria di Aldrovandi, invece, e' ormai chiusa dal 2012:
c'e' il timbro della Corte di Cassazione che, confermando le
sentenze dei primi due gradi di giudizio (tra il 2009 e il
2011), ha stabilito la condanna dei quattro poliziotti, per
omicidio colposo per eccesso nell'utilizzo della forza, a tre
anni e mezzo di reclusione. In pratica, pero', la pena e' stata
ridotta a soli sei mesi, da scontare in carcere, perche'
l'indulto ha spazzato via il resto di quanto comminato. (AGI)
Cop (Segue)
241103 SET 15
 Adrovandi: 10 anni fa la morte, fu vittima eccesso potere (2)=
 (AGI)- Roma, 24 set. - Segatto, Pontani e POllastri sono
tornati a indossare la divisa nel gennaio del 2014 ma sono
stati destinati a ricoprire ruoli amministrativi. Forlani,
invece, sta seguendo una serie di cure. La Corte dei Conti ha
poi individuato un danno erariale pari quasi a due milioni di
euro che sono stati riconosciuti dal ministero dell'Interno
alla famiglia a titolo di risarcimento del danno. Ma, al di la'
dei depistaggi che sono stati messi in piedi da uomini delle
forze dell'ordine (c'e' stato anche un processo bis), al punto
da disorientare la magistratura e la stampa locale, c'e' stata
la difficilissima battaglia che la famiglia di Federico ha
sostenuto con ostinazione e orgoglio nella speranza (andata
alla fine a segno) di far conoscere all'opinione pubblica come
si erano svolti effettivamente i fatti. Una battaglia che una
madre e un padre, trafitti dal dolore, hanno portato avanti
senza mai mollare per dimostrare che il loro ragazzo non era
morto per aver assunto troppa droga o aver abusato di alcool ma
per quei colpi in serie subiti a calci, pugni e manganellate
(due si sono spezzati durante la colluttazione con gli agenti):
alla fine i medici legali hanno dovuto contare ben 54 tra
lesioni ed ecchimosi sul corpo dilaniato. Corpo che Patrizia
Moretti, la mamma che ha saputo smuovere le acque aprendo un
blog di successo nel gennaio del 2006, non ha mai avuto paura
di esibire in foto ogni qual volta se ne presentasse
l'occasione. Come successe, ad esempio, nel 2013 quando
accusata di sciacallaggio da esponenti di un sindacato di
polizia (il Coisp) a seguito delle condanne degli imputati con
un presidio di solidarieta' sotto le finestre del suo ufficio
al Municipio, lei replico' srotolando lo striscione col volto
tumefatto del figlio con i suoi capelli mossi circondati da
un'aureola di sangue. Federico Aldrovandi era un ragazzo come
tanti, pieno di vita e di aspettative. E non era un tossico,
non era una testa calda, non era uno sbandato, come qualcuno
voleva far credere e come altri hanno continuato a definire nel
tempo. (AGI)
Cop (Segue)
241103 SET 15
 Adrovandi:la madre,ci vuole coraggio a parlare con istituzioni =
(AGI) - Ferrara, 24 set. - "Mai avrei pensato che mi sarei
trovata, nel giorno dell'anniversario della morte di mio
figlio, a parlare con dei poliziotti: pero' questa adesso penso
sia l'unica strada, l'unico modo sia quello.... ". Patrizia
Moretti, la mamma di Federico Aldrovandi, morto 10 anni fa
durante un fermo di Polizia, si riferisce al dibattito promosso
dalla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione
dei diritti umani del Senato della Repubblica che venerdi'
sera, a Ferrara, aprira' la due giorni di eventi in occasione
del decennale della scomparsa del figlio. "Le persone che hanno
ucciso mio figlio sono ancora in servizio - ricorda la Moretti
- pero' c'e' qualcuno che le cose forse le vuole cambiare.
Credo che la possibilita' di cambiamento sia solo dall'interno
delle istituzioni- aggiunge - per cui e' particolarmente
importate l'incontro di venerdi' sera". (AGI)
Ari (Segue)
241106 SET 15
Adrovandi:la madre,ci vuole coraggio a parlare con istituzioni (2)=
 (AGI) - Bologna, 24 set. - Dieci anni dopo la scomparsa di
Federico, il dolore e' sempre piu' grande. "Non c'e' soluzione
a questo - annuisce quasi con un soffio Patrizia Moretti,
sempre in prima linea nel chiedere verita' e giustizia per la
morte di Federico, morte per la quale sono stati condannati
quattro agenti di polizia. "Non pensavo pero' ci volesse del
coraggio per rapportarsi con le istituzioni... Pensavo fosse
una cosa semplice, che non lo e'....". "Per come si sono
comportate con noi- aggiunge quasi a scusarsi - malissimo".
 "Questo coraggio serve perche' l'istituzione in se' e'
qualcosa di astratto- spiega - in realta' ti devi rapportare
con delle persone e ne trovi di corrette, oneste e bravissime,
altre no...". Ora sa che questo cambiamento deve avvenire
dall'interno: difficile trovare le parole per fare un bilancio
di questi anni. "La strada e' ancora lunga - si limita a dire
Patrizia Moretti - E' domani l'occasione per rendere pubbliche
queste riflessioni, non credo ora di poter aggiungere tanto,
perche' a me costa davvero tanto approfondire, ogni volta
parlare di Federico. Tengo le forze per quella fase che e'
necessaria, ne parlero' venerdi' e sabato". Poi si rianima
pensando alla musica che caratterizzera' l'evento del ricordo.
"Il giorno dopo c'e' il concerto - racconta - al quale
partecipano molti gruppi che hanno veramente insistito, chiesto
loro di esserci, di partecipare. Li ringrazio tantissimo:
purtroppo abbiamo dovuto dire no a tanti gruppi, a tanti
musicisti che ci chiedevano di partecipare, perche' il tempo
non era proprio sufficiente. Sara' un evento molto bello, ci
sara' anche un'assemblea con delle letture: un bel ricordo con
le cose che piacevano a Federico". E poi quasi in un soffio:
"Lo ha visto il manifesto? Lo guardi sull'evento: Federico vive
nel ricordo delle persone". (AGI)
Ari
241106 SET 15



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