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giovedì 24 settembre 2015

MEDICINA: STUDIO, GENI AIUTANO NELLA CURA DEL TUMORE ALLA PROSTATA




MEDICINA: STUDIO, GENI AIUTANO NELLA CURA DEL TUMORE ALLA PROSTATA =
 Ricerca tutta italiana finanziata dll'Universita' di Pisa
pubblicata sulla rivista "Oncotarget"

 Pisa, 24 set. - (AdnKronos) - Una ricerca tutta italiana e interamente
finanziata dall'Università di Pisa ha individuato i profili genetici
con un valore prognostico favorevole nella cura del tumore alla
prostata. Lo studio, durato quattro anni e condotto presso il
dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell'Università di
Pisa in collaborazione con l'Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana,
l'Ospedale di Pontedera e l'Ircss-Crob Centro di Riferimento
Oncologico della Basilicata, è stato appena pubblicato sulla rivista
''Oncotarget''.

 ''Il carcinoma della prostata è ancora una delle principali cause di
morbilità e mortalità nei paesi sviluppati, e il numero previsto di
casi di questo tipo di cancro nei prossimi 15 anni aumenterà di più
del 20%. - hanno spiegato Anna Solini e Guido Bocci dell'Ateneo pisano
- La scoperta di biomarcatori in grado di identificare i pazienti con
la prognosi migliore risulta quindi molto utile per meglio definire il
corretto approccio terapeutico nel trattamento di questa malattia''.

 I ricercatori hanno applicato un nuovo tipo di analisi dei risultati e
cioè la survival dimensionality reduction methodology (Sdr) che ha
portato all'identificazione di un particolare profilo genetico
(costituito dalla combinazione di genotipi del vascular endothelial
growth factor receptor-2 e del recettore ionotropico purinergico P2X7)
che risulta associato ad una maggiore sopravvivenza globale (126 mesi
rispetto a 66). (segue)

 (Red-Xio/AdnKronos)
24-SET-15 10:57

MEDICINA: STUDIO, GENI AIUTANO NELLA CURA DEL TUMORE ALLA PROSTATA (2) =

 (AdnKronos) - Sottoposti a questo screening non invasivo, i pazienti
con prognosi sfavorevole potrebbero così beneficiare fin dall'inizio
di trattamenti con farmaci innovativi e, d'altra parte, chi ha buona
prognosi potrebbe optare per un trattamento meno aggressivo tra le
opzioni terapeutiche disponibili.

 Lo studio, finanziato con il ''Bando Ricercatori 2011'' dell'ex
Facoltà di Medicina e Chirurgia, è disponibile anche in versione open
access (https://arpi.unipi.it/), accogliendo le recenti indicazioni
dell'Ateneo in merito.

 Il gruppo al completo che ha realizzato la ricerca è composto da Anna
Solini, Paola Orlandi, Chiara Rossi, Teresa Di Desidero, Anna
Fioravanti, Romano Danesi e Guido Bocci del dipartimento di Medicina
Clinica e Sperimentale dell'Università di Pisa; da Vittorio Simeon
dell'IRCCS-CROB, Centro di Riferimento Oncologico della Basilicata; da
Lisa Derosa, Andrea Fontana, Luca Galli e Alfredo Falcone dell'Unità
Operativa di Oncologia 2 dell'Azienda Ospedaliero Universitaria
Pisana; da Sara Lucchesi, Luigi Coltelli, Laura Ginocchi e Giacomo
Allegrini dell'Unità Operativa di Oncologia dell'Ospedale di
Pontedera.

 (Red-Xio/AdnKronos)
24-SET-15 10:57

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