Salute: primo trapianto di fegato da donatore a cuore fermo =
(AGI) - Milano, 14 set. - Ha avuto successo all'ospedale
Niguarda un trapianto di fegato avvenuto utilizzando una
procedura mai usata prima in Italia per questo tipo di organo.
L'intervento e' stato effettuato il 3 settembre, quando nella
struttura milanese a un paziente di 40 anni e' stato
trapiantato un fegato da donatore in stato di arresto cardiaco,
"una possibilita' sempre piu' concreta su cui puntare per
aumentare il numero delle donazioni e abbattere i tempi
d'attesa", spiega una nota dell'ospedale. In Italia per un
fegato si deve aspettare mediamente 2 anni.
L'intervento, che ha coinvolto l'Ospedale Niguarda, il
Policlinico S. Matteo di Pavia e il Centro Nazionale Trapianti,
ha permesso per la prima volta l'utilizzo dell'organo "anche
dopo il prolungato periodo di assenza di attivita' cardiaca (20
minuti secondo la legge italiana), un intervallo che avrebbe
potuto esporre gli organi a danni irreversibili e compromettere
il buon esito del trapianto", specifica la nota. (AGI)
Dan
141134 SET 15
Salute: primo trapianto di fegato da donatore a cuore fermo (2)=
(AGI) - Roma, 14 set. - La donazione, il prelievo ed il
trapianto di organi dopo accertamento di morte con criteri
cardiaci, sottolinea il Centro Nazionale Trapianti,
rappresentano un obiettivo di grande importanza per la rete
trapiantologica italiana. Si tratta di procedure previste dalla
legge n. 91 del 19 aprile 1999 che regola la donazione
indifferentemente dal fatto che l'accertamento di morte sia
effettuato con criteri neurologici (morte encefalica) o
cardiaci, in accordo con la legge n. 578 del 29 dicembre 1993 e
correlato Decreto ministeriale n. 582 del 22 agosto 1994,
rivisto l'11 aprile 2008. Il prelievo ed il trapianto di organi
dopo arresto cardiaco, in passato, e' stato considerato di
difficile fattibilita' in Italia a causa della lunghezza del
periodo di accertamento della morte richiesto dalla legge
Italiana (20 minuti) rispetto a quello previsto negli altri
Paesi (5-10 minuti). Un periodo cosi' prolungato di assenza di
attivita' cardiaca rilevata attraverso l'elettrocardiogramma
avrebbe potuto danneggiare irreversibilmente gli organi da
trapiantare. In Italia, ad oggi, e' dimostrato che, nel
rispetto delle norme, anche gli organi prelevati da donatore a
cuore fermo possono essere trapiantati con successo.
L'esperienza del prelievo di organi a cuore fermo e' iniziata
in Italia nel 2008, a Pavia, e ad oggi viene effettuata anche
presso le rianimazioni di Torino e di Monza. I primi trapianti
eseguiti in Italia con questa tecnica di prelievo sono stati di
rene, effettuati a Pavia e Milano. A Monza e' stato eseguito un
prelievo di polmoni da donatore a cuore fermo trapiantati poi
presso il Policlinico di Milano. Con l'intervento effettuato al
Niguarda, possiamo estendere anche al fegato la possibilita' di
prelievo a cuore fermo. In tutti questi casi, l'elemento
decisivo per la riuscita dell'intervento e' stata la procedura
di assistenza e di riperfusione ed ossigenazione degli organi
dopo l'accertamento di morte e che hanno consentito di limitare
il danno ischemico mantenendo una buona funzionalita' degli
organi. Inoltre, le indagini di laboratorio e strumentali
effettuate sul donatore dopo l'accertamento di morte con
criteri cardiaci, ha permesso di valutare la funzionalita'
degli organi durante il periodo di trattamento in ECMO.
L'impiego di queste tecniche e i risultati ottenuti, ad oggi,
permettono al nostro Paese di affiancarsi agli altri paesi
europei nei quali, grazie ad un piu' breve periodo di assenza
di attivita' cardiaca (5-10 minuti) richiesto per
l'accertamento di morte, il prelievo ed il trapianto di organi
da donatore a cuore fermo contribuiscono ad incrementare in
modo significativo il numero dei trapianti effettuati e di vite
salvate. (AGI)
Red/Pgi
141423 SET 15
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