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sabato 28 novembre 2015

Left - Depistaggi o negazionismo?


Left - Depistaggi o negazionismo?
(Left, pagina 25)
DEPISTAGGI 0 NEGAZIONISMO?

Per il questore di Latina le denunce di sfruttamento non hanno riscontri. La Cgil: «Testimoni e minacce dicono il contrario»

di Raffaele Lupoli

Intercettati dalla Digos, due imprenditori agricoli parlano tra loro: «Devi prendere i giovani» consiglia il primo riferendosi ai lavoratori sikh, «devi usarli per due o tre anni, non di più (nei primi anni i braccianti ancora non si rendono conto dei diritti che la legge italiana riconosce loro, ndr), e dargli 3,50 euro l'ora». Partendo da questo scambio, la procura di Latina ha emanato sette ordinanze di custodia cautelare. Per ora è l'unica inchiesta che conferma il fenomeno del caporalato nella provincia. «Siamo davanti a un'assunzione sicuramente illegale, al di fuori del contratto, e a una situazione di sfruttamento» spiega a Left il questore di Latina Giuseppe De Matteis, che però precisa: «Se vogliamo dire che nella provincia pontina ci sono evidenze di condizioni di schiavitù dei braccianti stranieri o che questi vengano costretti addirittura ad assumere droghe per garantire una lunga giornata di lavoro, dopo numerosi accessi e attività investigative, francamente non abbiamo riscontri». Eppure a confermare il fenomeno ci sono le denunce di Amnesty e di In Migrazione, e l'allarme di Giancarlo Caselli sull'impossibilità per i braccianti di avere giustizia. In effetti le denunce dei lavoratori, tantomeno delle lavoratrici, sono poche: l'osservatorio costituito ad hoc con i sindacati ne ha raccolta una soltanto. E per il questore la paura e le difficoltà linguistiche non sono una giustificazione sufficiente. «Ho l'idea che queste persone volontariamente non raccontino le cose reali. Sulle violenze sessuali nonostante le attività tecniche particolari non ci sono riscontri. Siamo a mio avviso davanti a fenomeni di depistaggio». La tesi del questore De Matteis è che si raccontino episodi abnormi imputandoli alla camorra o a caporali italiani «per nascondere reati compiuti da connazionali». «Che ci siano anche fenomeni di caporalato etnico lo denunciamo anche noi, ma la difficoltà è proprio quella di ottenere delle denunce» replica Dario D'Arcangelis della Cgil di Latina. «Le parole del questore mi lasciano sbalordito. Soltanto ieri (lunedì 23 novembre, ndr) ho raccolto la testimonianza di tre braccianti indiani pronti a denunciare: hanno pagato un loro connazionale che gli aveva promesso l'assunzione in un'azienda del pontino e dopo un anno a nero ora sono destinatari di un decreto di espulsione». Il sindacalista si augura che la posizione per così dire "negazionista" del questore «sia frutto di una strategia investigativa volta ad abbassare il livello di guardia delle aziende che ricorrono al caporalato. Perché - riprende D'Arcangelis - la nostra storia, il nostro lavoro sul territorio e le minacce che alcuni di noi hanno subito dicono esattamente il contrario». aa


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