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giovedì 30 giugno 2016

Violati diritti coppia gay, Strasburgo condanna Italia ++




ZCZC1298/SXB
OBX54115_SXB_QBXB
B POL S0B QBXB
++ Violati diritti coppia gay, Strasburgo condanna Italia ++
Riconosciuti danni morali per rifiuto ricongiungimento familiare
(ANSA) - STRASBURGO, 30 GIU - La Corte europea dei diritti
umani ha condannato l'Italia a risarcire i "danni morali"
provocati per aver rifiutato di rilasciare il permesso di
soggiorno per ricongiungimento familiare ad un cittadino
neozelandese che voleva vivere nel nostro paese col suo compagno
italiano. In questo modo, per i giudici di Strasburgo, l'Italia
ha violato il diritto della coppia a non essere discriminata. La
sentenza prevede un risarcimento di 20.000 euro. Diventerà
definitiva tra 3 mesi se le parti non ricorreranno in appello.
Y5Y-GLD
30-GIU-16 10:48 NNN
ZCZC1462/SXA
OBX54331_SXA_QBXB
R POL S0A QBXB
Violati diritti coppia gay, Strasburgo condanna Italia (2)
(ANSA) - STRASBURGO, 30 GIU - A ricorrere a Strasburgo nel
2009 sono stati Roberto Taddeucci e il suo compagno neozelandese
Douglas McCall. I due uomini sono una coppia omosessuale sin dal
1999. Risiedevano in Nuova Zelanda, con lo statuto di coppia non
sposata fino al dicembre 2003 quando decisero di trasferirsi in
Italia a causa dello stato di salute di Taddeucci. McCall
richiese un permesso di soggiorno per ricongiungimento
familiare, che gli venne rifiutato.
Nel ricorso la coppia ha sostenuto di essere stata vittima di
una discriminazione basata sull'orientamento sessuale. E oggi i
giudici di Strasburgo, per sei voti contro uno, hanno stabilito
che sono stati, in effetti, vittime di una "discriminazione
ingiustificata".
Nella sentenza la Corte di Strasburgo scrive che "la
situazione di Taddeucci e McCall, una coppia omosessuale, non
poteva essere equiparata a quella di una coppia non sposata
eterosessuale". I giudici osservano che "non potendosi sposare e
nell'impossibilità di ottenere in quegli anni in Italia
qualsiasi altro riconoscimento formale della loro unione, i due
uomini non potevano essere classificati come sposi, e che
l'interpretazione restrittiva della nozione di membro di
famiglia era per le coppie omosessuali un ostacolo
insormontabile nell'ottenere un permesso di soggiorno per
ricongiungimento familiare".
Il ragionamento della Corte è stato quello di individuare una
discriminazione dell'Italia nei confronti delle coppie gay per
il fatto stesso di metterle sullo stesso piano di quelle
eterosessuali, negando però tanto il diritto al matrimonio
quanto quello del riconoscimento dello stato di convivenza. Così
facendo lo Stato "ha violato il diritto di Taddeucci e McCall a
non essere discriminati sulla base dell'orientamento sessuale
nel godimento del loro diritto al rispetto della vita
familiare". (ANSA).
Y5Y-GLD
30-GIU-16 11:08 NNN 

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