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giovedì 4 gennaio 2024

UN PO' DI STORIA...

 

🇷🇺 UN PO' DI STORIA...

Parte 1/2

Stalin è stato uno dei maestri, diremmo oggi, della guerra d'informazione. Già prima della guerra, ma soprattutto dopo, l'URSS incuteva il massimo rispetto. Tra le altre cose, Stalin sapeva come tenere alto lo spirito del suo popolo. Le parate sulla Piazza Rossa del 7 novembre 1941 e del 24 giugno 1945 sono state eventi indimenticabili passati alla storia.

È passata alla storia anche un'altra "parata", svoltasi tra le due date. Il 17 giugno 1944, decine di migliaia di prigionieri di guerra tedeschi hanno attraversato le vie di Mosca, seguiti dal getto d'acqua delle macchine lavastrada che eliminavano il lordume del regime nazista.

L'interprete di Stalin, V.M. Berezhkov, lo ha descritto nelle sue eccellenti memorie:

"Ed ora eccoli qui, a Mosca. Sono sulla Circonvallazione dei Giardini e guardo il flusso grigio-verde. Ho sulle spalle mio figlio Serghei di due anni che guarda immobile la strana processione. Gli hanno spiegato che si tratta dei soldati nemici fatti prigionieri, ma ovviamente non può capire l'autentico significato di ciò che avviene. 

Per me, invece, la "sfilata" dei prigionieri ha un grande significato! Marciano per mezz'ora, un'ora, due ore. Sono migliaia, decine di migliaia. Sono stati loro a invadere, armi alla mano, la nostra terra, bruciando e distruggendo tutto quello che trovavano sul loro cammino. Avevano l'ordine di radere al suolo la capitale del Paese dei Soviet, di appropriarsi delle nostre ricchezze per le imprese tedesche. Ma il compito si rivelato al di sopra delle loro possibilità, irraggiungibile. Sono potuti arrivare a Mosca solo come prigionieri di guerra. E ora vengono condotti lungo i viali e attraversano la città che desideravano ardentemente conquistare e che è divenuta simbolo dell'invincibile potenza socialista.




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🇷🇺 UN PO' DI STORIA...

Parte 2/2


Cosa penseranno avanzando lungo la Circonvallazione? Si renderanno conto che Hitler li ha trascinati in un'avventura senza speranza, che il loro Paese adesso è sull'orlo della catastrofe, che devono pagare per la loro invasione criminale, per tutto ciò che i nazisti hanno commesso nei territori dei Paesi temporaneamente occupati e asserviti?

Guardo i loro volti. Molti si fissano stupidamente i piedi, apparentemente indifferenti a tutto. Ma ci sono anche quelli che lanciano attorno sguardi pieni di rancore. A quanto pare credono ancora nell'"arma miracolosa" con cui Hitler aveva promesso di volgere a proprio vantaggio le sorti della guerra. Ma quelli erano i deliri di un maniaco distrutto dalla sconfitta e dalla paura per il futuro. Non ci sarrebero più state vittorie lampo per la Wehrmacht.

Questa conclusione era ovvia per tutti coloro che, il 17 luglio 1944, assistevano alla processione dei 57.000 prigionieri attraverso Mosca, fiduciosi nella giustizia della propria causa, nella vittoria finale sul nazismo.

Più tardi, nella Germania Occidentale, avrei avuto l'opportunità d'incontrare alcuni partecipanti alla "sfilata" dei prigionieri per le strade di Mosca. Le loro storie non sono prive di interesse. Conoscendo le atrocità della Gestapo, il trattamento disumano dei prigionieri di guerra sovietici da parte dei nazisti, erano estremamente allarmati che una massa di prigionieri fosse stata riunita alla periferia di Mosca.

Temevano di essere vittime di una rappresaglia, di venir "condotti a piedi in Siberia", dove sarebbero morti di freddo. E prima ancora, pensavano che li avrebbero portati tra la folla inferocita affinché potesse dar sfogo alla propria rabbia e al proprio disprezzo. Ricordando il quadro terribile che allora si era presentato alla loro immaginazione, i miei interlocutori dicevano immancabilmente di essere rimasti stupiti dalla compostezza e dalla calma dei moscoviti che li osservavano".




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