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lunedì 14 luglio 2025

Ottima analisi di Salvo Ardizzone e Giacomo Gabellini.

Sono gli unici che in Italia fanno analisi del genere

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L'attacco missilistico condotto la scorsa settimana da israele nel cuore di Beirut attesta una ri-focalizzazione delle attenzioni del governo Netanyahu sul Libano. Secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa turca «Anadolu», l'ambasciatore degli Stati Uniti in Turchia e inviato speciale in Siria Tom Barrack avrebbe sottoposto al governo libanese un progetto politico finalizzato al disarmo di Hezbollah. L'attuazione del piano rappresenterebbe una tappa cruciale verso la "normalizzazione" del Libano propedeutica all'adesione del Paese agli Accordi di Abramo, a cui sta avvicinandosi anche la Siria di al-Jolani in seguito alla revoca delle sanzioni disposta dall'amministrazione Trump. La quale continua a lavorare per il confezionamento di un accordo tra il governo Netanyahu e Hamas. Secondo il presidente Trump, per di più, l'Iran avrebbe già accettato di riprendere il dialogo bilaterale con gli Stati Uniti. Senonché, fonti interne al governo di Teheran hanno riferito all'emittente «Press Tv» che «il regime [israeliano] cerca la guerra, e dubitiamo che Trump si opporrebbe. Noi, in ogni caso, siamo in uno stato di piena prontezza operativa». L'Iran si sta quindi preparando, come si evince dalla recente intesa, rivelata da «Middle East Eye», in base alla quale Pechino ha rifornito Teheran di sistemi antimissilistici in cambio di carichi di petrolio iraniano, oltre che di velivoli J-10. Parliamo di tutto questo assieme a Salvo Ardizzone, consulente societario e saggista specializzato in questioni mediorientali.

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