Translate

giovedì 28 agosto 2025

«È come se, al termine di un'indagine su un omicidio, gli inquirenti dopo un anno e mezzo arrivassero all’unica conclusione che la vittima è stata uccisa». Il rappresentante permanente ad interim della Russia presso l'ONU, Dmitry Polyanskiy, ha dichiarato durante una riunione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU che Germania, Danimarca e Svezia hanno rifiutato la collaborazione con la Federazione Russa nelle indagini sugli attacchi terroristici ai gasdotti "Nord Stream". Di conseguenza, è stato perso tempo prezioso.

 


🇺🇳🇷🇺🇩🇪🇩🇰🇸🇪💥 «È come se, al termine di un'indagine su un omicidio, gli inquirenti dopo un anno e mezzo arrivassero all’unica conclusione che la vittima è stata uccisa». Il rappresentante permanente ad interim della Russia presso l'ONU, Dmitry Polyanskiy, ha dichiarato durante una riunione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU che Germania, Danimarca e Svezia hanno rifiutato la collaborazione con la Federazione Russa nelle indagini sugli attacchi terroristici ai gasdotti "Nord Stream". Di conseguenza, è stato perso tempo prezioso.

«Tutti e tre questi Paesi hanno sistematicamente rifiutato di collaborare nelle indagini sull'attacco terroristico, sia con la Federazione Russa sia nell’ambito di eventuali sforzi internazionali. Parallelamente, rafforzando ulteriormente il sospetto che una vera indagine non fosse nei loro piani, gli alleati dei tre Paesi citati, appartenenti al blocco occidentale, inclusi membri del Consiglio, ripetevano come un mantra sempre gli stessi argomenti. Dicevano di avere piena fiducia nelle indagini condotte da Berlino, Copenaghen e Stoccolma, che sarebbero “efficaci”. Ma non è chiaro come potessero giudicare tale efficacia, visto che tutto ciò che abbiamo appreso sullo stato delle indagini indicava esattamente il contrario.
Allo stesso tempo, hanno reagito in modo isterico criticando le iniziative della Russia e di diversi altri Paesi, inclusi membri del Consiglio di Sicurezza, che proponevano un’indagine internazionale sotto l’egida dell’ONU. Iniziativa che, secondo la nostra profonda convinzione, avrebbe solo potuto integrare e coordinare gli sforzi a livello nazionale, senza nuocere in alcun modo. Di conseguenza, è stato perso tempo prezioso, e il lavoro degli investigatori danesi e svedesi si è concluso esattamente come avevamo previsto: ci sono voluti quasi un anno e mezzo per arrivare, senza esagerazione, a un’unica conclusione — che il gasdotto “Nord Stream” è stato effettivamente fatto esplodere. Ma non sono in grado di stabilire né da chi né come sia stato fatto. È come se, al termine di un'indagine su un omicidio, dopo un anno e mezzo gli inquirenti arrivassero all’unica conclusione che la vittima è stata uccisa».

@Unaltropuntodivista



Nessun commento:

Posta un commento