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lunedì 1 settembre 2025

CISGIORDANIA, L'IDF: "PUNIZIONI COLLETTIVE PER INTERI VILLAGGI"

Di Claudia Carpinella - InsideOver
29 Agosto 2025
 
L'esercito israeliano ha sradicato oltre tremila ulivi come punizione collettiva contro un intero villaggio palestinese. Già, in Cisgiordania funziona così: l'IDF e i coloni spadroneggiano su quella terra per terrorizzare gli abitanti, in ogni modo possibile. Violenze e soprusi che fanno parte di una politica di lunga data, e che ora — con il genocidio di Gaza in corso — vengono persino rivendicati dagli stessi generali che li ordinano.
Ha fatto notizia l'ennesimo incidente di percorso, che ha visto un colono lievemente ferito da un palestinese mentre guidava un quad su dei terreni rubati. Per ritorsione, il capo del Comando Centrale dell'IDF, Avi Bluth, ha fatto sradicare 3.100 ulivi — poco prima della raccolta delle olive — punendo così non il singolo aggressore che aveva sparato, bensì l'intero villaggio da cui proveniva. Lo ha rivendicato lo stesso Bluth: "I palestinesi devono sapere che, se commettono un attacco terroristico, pagheranno un prezzo elevato". Nulla importava, infatti, che, mentre l'esercito era all'opera per devastare gli ulivi di al-Mughayyir, l'aggressore fosse stato già stato identificato e arrestato.
Il generale maggiore Bluth ha rincarato la dose, precisando che tale distruzione "è volta a scoraggiare tutti, non solo questo villaggio [al-Mughayyir, ndr], ma chiunque cerchi di alzare una mano contro i residenti [ovvero i coloni degli insediamenti e degli avamposti illegali, ndr]". Ha poi chiarito ulteriormente il senso della "giustizia" applicata dall'esercito israeliano nella Cisgiordania occupata: "Se un palestinese compie un attacco, non c'è problema. Accenderemo i riflettori sul suo villaggio con operazioni di 'ristrutturazione'".
Eppure Bluth, scrive Gideon Levy, "non accenderà quei riflettori contro chi davvero alza le mani", cioè i coloni, che attaccano indisturbati i palestinesi: da gennaio sono state registrate 1000 aggressioni contro di essi. Aggressioni che si consumano con la connivenza dell'IDF che, quando va bene, resta a guardare. Ciò perché Bluth, come annota Levy, "e i coloni provengono dallo stesso villaggio, hanno gli stessi capelli e indossano le stesse kippah". "Quando si nomina un ufficiale come Bluth a capo del Comando Centrale — continua Levy — si affida questo ruolo cruciale a uno che è sostanzialmente un fiancheggiatore dei coloni". Avi Bluth, infatti, si è formato nella Yeshiva – scuola religiosa ebraica – di Eli, un insediamento illegale della Cisgiordania. Proprio lì il generale maggiore ha imparato quel che mette in pratica: cioè "che gli ebrei sono i padroni della terra e che ai coloni è permesso bruciare, distruggere, sradicare e uccidere quando vogliono". Questo è "il sionismo di Bluth e dell'esercito che guida", commenta Levy.

---Un sistema punitivo rodato---
Il metodo della punizione collettiva è un sistema ben rodato in Israele. È così che le case di Al-Funduq sono state rase al suolo dopo la sparatoria sul bus compiuta da tre palestinesi armati. Allo stesso modo è stato devastato il villaggio di Burqin e sono stati distrutti i campi profughi di Tul Karm, Nur al-Shams e Jenin. La motivazione ufficiale, ovviamente, resta sempre il solito mantra dell'IDF: "L'abbattimento di case e di alberi è giustificato da un chiaro e immediato bisogno di sicurezza".
---"Disumanizzare i palestinesi per distruggere ogni cosa"---
Il problema di fondo, spiega Levy su Haaretz, ha a che fare sempre con la disumanizzazione dei palestinesi — a Gaza come in Cisgiordania: "I palestinesi sono considerati subumani e come tali non possono fare nulla: non possono difendersi, non possono lasciare i loro villaggi e neppure raccogliere le loro olive".
Le punizioni collettive non solo sono tollerate dal governo e da tanta parte della società israeliana, ma in molti casi vengono persino incoraggiate. "La prospettiva militare dominante è che tutti i palestinesi sono terroristi, e ogni raid in Cisgiordania viene inquadrato come un'operazione antiterrorismo o di sicurezza".

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