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giovedì 18 novembre 2010

Orlando Botti risponde con "Il sogno di un sogno...." a Max Ghibli per " Il nostro sogno era cambiare la polizia"









Il sogno di un sogno…

L’articolo di Max Ghibli non mi ha sorpreso ma mi ha molto coinvolto in quanto, da vecchio Carbonaro del Movimento e poi Segretario del Siulp di Imperia (non a mia insaputa…) è da molto tempo che penso e rifletto sulle delineazioni del collega. Mesi orsono, avevo chiesto al Direttore di questa illustre rivista di aprire un varco nel quale i vecchi poliziotti e i nuovi potessero interagire, riflettere, proporre, studiare questa Polizia, avendo per riferimento l’unico baluardo costituzionale: la Riforma 121/81.
Da tempo si sta assistendo ad un incredibile comportamento che fa tornare in mente tristissimi momenti di scontri fraticidi. Si stanno verificando manganellate agli operai che difendono il posto di lavoro; manganellate ai poveri terremotati dell’Aquila; manganellate agli extracomunitari costretti ad andare a 30 metri d’altezza per tentare di avere dei giusti diritti e non solo doveri in nero.
Dai fatti gravissimi del G8 genovese la Polizia si è incanalata in una discesa agli inferi, anche grazie ad una dirigenza che non sa dirigere, che non sa instradare i propri sottoposti con linee comportamentali atte a non offendere soltanto, ma a costruire un fattivo dialogo soprattutto in ordine pubblico. Logicamente, avendo un Ministro dell’Interno che aggrava queste tensioni con parole vuote e provocatorie, e non dà i mezzi economici necessari (l’ultima: finché sarò io Ministro gli extracomunitari non potranno mai votare, frase incredibile per chi da anni, in regola, contribuisce alle nostre pensioni e al suo stipendio!!!!) non ci si può aspettare niente di buono.
Le Scuole di Polizia, vero antro costituente di nuove coscienze democratiche, al di là di quello che dice il Capo della Polizia, non hanno ancora forgiato nuovi ed etici comportamenti. Certamente ha ragione Max, allorquando pone in essere il ragionamento sui nuovi acquisti che provengono da zone incredibili di tensione e di morte.
Non sono queste contribuzioni ad elevare una nuova e dinamica Polizia di Stato. Ed è proprio questa rivista storica, inventata dal grande nostro compagno di lotta Franco Fedeli, che deve, al di sopra di ogni interesse, tentare di cambiare questa situazione bloccata, evidenziando i malesseri speciali presenti, cercando di focalizzare le azioni da intraprendere per riprendere quel cammino zeppo di speranze andate quasi al macero.
Una Polizia sempre più violenta e mal organizzata, una Polizia dove vengono premiati e promossi funzionari sotto processo mentre la passata “truppa” viene condannata, non è quella non solo sognata, ma non è quella che è forgiata all’interno degli articoli della suprema Legge 121/81.
Ho appena finito di leggere il libro e di vedere il dvd presentato al Festival di Venezia intitolato alla memoria di Federico Aldrovandi “E’ STATO MORTO UN RAGAZZO”. Brividi mi stanno ancora scendendo sulla schiena ma soprattutto sul mio cuore. Osservare una mancanza assoluta di etica comportamentale da parte dei quattro agenti condannati per aver concretato la morte di un giovane di 18 anni e le mancanze dei loro superiori fa male soprattutto al cuore.
A quel cuore speso per tanti anni nel tentativo di dare a questo triste Paese, che si sta perdendo in un mare magnum di prostitute, di corruzione e di viagra, una Polizia altamente specializzata; bisogna assolutamente dare una risposta al più presto.
I sindacati che ho contribuito con sprezzo di pericoli inenarrabili a far nascere anni orsono, sotto il codice militare che tentava di inabissarci, mi sembra che anche in questa occasione abbiano perduto il cuore, magari guardando soltanto alle tessere che si potevano perdere.
Per il sottoscritto che ha vissuto in prima persona i fatti dell’amico Ambrosini e dell’amico Trifirò, nomi oramai persi nel limbo, dopo aver denunciato le torture ai danni del brigatista rosso Di Lenardo, quasi espulsi dal nascente sindacato, vale ancora un unico valore che è quello della verità.
Chi ha sbagliato gravemente, di qualsiasi qualifica, deve essere posto fuori da una nuova Polizia. In caso contrario, il buon Max, tra pochi mesi riscriverà le stesse, giuste, oneste, parole che si perderanno nell’etere.
Il fatto più eclatante è soprattutto quello che abbiamo potuto osservare rimanendo attoniti: un sindacato certamente non di sinistra quale il Coisp, ha dimostrato in varie città raffigurando dei poliziotti in uniforme pugnalati alle spalle da chi avevano votato. Berlusconi e la sua orchestra, che aveva promesso vantaggi economici stipendiali e mezzi alla Polizia, come d’abitudine, non ha mantenuto le sue promesse. Osservare da cittadino queste tristissime immagini, spiega e raffigura senza scampo alcuno il malessere oramai giunto quasi alla parola fine.
Diamoci tutti da fare per evitare questa discesa agli inferi che premierà soltanto i disonesti e gli accaparratori.
                                                                       Orlando Botti
                                                                           Imperia


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