Mafia:Dell'Utri;Patronaggio,corte non ha ascoltato allarmi
Nulla da rimproverarmi, riusciremo a riportarlo in Italia
(ANSA) - ROMA, 12 APR - "Fino a quando non c'era la pistola
fumante non ce lo hanno fatto arrestare e siamo arrivati troppo
tardi, ma se si deve cercare un responsabile bisogna partire da
lontano". Parla cosi' di Marcello Dell'Utri a Repubblica il
procuratore generale di Palermo, Luigi Patronaggio.
"Che ci fosse un serio pericolo di fuga - spiega - l'ho
segnalato piu' di un anno fa, al momento stesso della sentenza di
secondo grado. Sapevamo che si era recato all'estero proprio nei
giorni in cui si attendeva la precedente sentenza di Cassazione
che aveva annullato la prima condanna, c'era la vicenda della
compravendita della villa di Santo Domingo, c'erano tanti
elementi, ma la Corte non ha ritenuto di doverla accogliere".
Dopo le intercettazioni di marzo, prosegue Patronaggio, "a
noi bastava soltanto evitare che lui potesse fuggire all'estero.
Per questo abbiamo chiesto il divieto d'espatrio. E poi a
decidere erano gli stessi giudici che a marzo 2013 avevano gia'
rigettato la richiesta di custodia cautelare, dovevamo tenerne
conto". "Non ho nulla da rimproverarmi - sottolinea il
magistrato, - ho fatto tutto quello che si poteva fare, ma non
dispero. Se Dell'Utri dovesse essere localizzato anche in un
paese straniero senza accordi di estradizione studieremo la
strada. E' stato cosi' anche per il boss Vito Roberto Palazzolo,
da anni residente in Sudafrica e poi beccato in Thailandia.
Siamo riusciti a riportarlo in Italia, paghera' il suo conto con
la giustizia". (ANSA).
Y43-GN
12-APR-14 09:19 NNNN
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