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venerdì 19 giugno 2015

Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-09515 presentato da RIZZO Gianluca testo di Giovedì 18 giugno 2015, seduta n. 445   RIZZO, DELL'ORCO, CORDA, BASILIO e FRUSONE. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:    da quanto si apprende da organi di stampa, la Guardia costiera avrebbe a disposizione sette navi della classe CP900 e una cinquantina di motovedette della classe CP300, tutte costruite utilizzando fondi dell'agenzia europea Frontex, da impegnare nel recupero dei migranti nel Mediterraneo;



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09515
presentato da
RIZZO Gianluca
testo di
Giovedì 18 giugno 2015, seduta n. 445

RIZZO, DELL'ORCO, CORDA, BASILIO e FRUSONE. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
   da quanto si apprende da organi di stampa, la Guardia costiera avrebbe a disposizione sette navi della classe CP900 e una cinquantina di motovedette della classe CP300, tutte costruite utilizzando fondi dell'agenzia europea Frontex, da impegnare nel recupero dei migranti nel Mediterraneo;
   per quanto di conoscenza degli interroganti, nel porto di Lampedusa, a turno, operano solo 3 o 4 motovedette della suddetta classe CP300 capaci di caricare fino a 150 naufraghi e dotate di bordi in gomma per evitare il ribaltamento dei barconi e le lungaggini nelle operazioni di trasbordo come avviene per le navi di stazza maggiore;
   le navi e le motovedette della Guardia costiera sono in grado di accogliere diverse centinaia di naufraghi e risultano essere più veloci e più economiche in termini di costo di navigazione rispetto alle navi impiegate nelle stesse operazioni dalla Marina militare; considerando anche il diverso impiego di equipaggi che, nel caso delle motovedette è di soli 25/40 membri, mentre sulle fregate della Marina è di 200 marinai che godono, comunque, di indennizzi di missione per le operazioni in mare;
   oltre le operazioni di ricerca e soccorso, la Guardia costiera si è sempre adoperata anche per le attività di sabotaggio delle imbarcazioni, successivamente al trasbordo dei naufraghi. Non a caso, riferendo a notizie della stampa, una loro motovedetta, lo scorso febbraio venne minacciata con armi da fuoco da parte di scafisti affinché i «Guardia Coste», dopo le operazioni di soccorso, non mettessero fuori uso il barcone;
   le navi della Guardia costiera di lunghezza pari a circa 100 metri, secondo quanto noto agli interroganti, dovrebbero avere un costo di circa 70 milioni di euro, mentre quelle di 60 metri di 15 milioni di euro. Le motovedette classe 300 «soltanto» 2 milioni. Mezzi decisamente più economici rispetto alle nuove navi «dual use» che la Marina militare ha recentemente commissionato e in consegna nel prossimo decennio e che nella migliore delle ipotesi al netto dei sistemi d'arma verrebbero a costare almeno 200 milioni di euro;
   in merito all'attività di ricerca e salvataggio nel canale di Sicilia il Consiglio di Rappresentanza a livello nazionale della Guardia costiera, in conseguenza dell'enorme sforzo in termini di uomini impiegato, con la delibera n. 124/XI del 15 aprile 2015, ha chiesto al Comando generale della Guardia costiera di «valutare l'opportunità di un aumento del personale e degli organi tabellari» al fine di razionalizzare gli incarichi del ruoli più alti;
   lo stesso Consiglio di rappresentanza con la delibera n. 125/XI del 15 aprile 2015 ha chiesto altresì di aumentare l'attività addestrativa nell'uso delle armi portati e nei corsi MGA, oltre che ottenere adeguate dotazioni di bordo (giubbotti antiproiettile, fondine cosciale e strumenti di coazione fisica) al fine di poter meglio garantire la sicurezza a bordo;
   se il Ministro intenda aumentare il dispositivo impegnato nelle operazioni di ricerca e salvataggio nel mar Mediterraneo almeno di una nave della Guardia costiera e raddoppiare la presenza delle motovedette sull'isola di Lampedusa, auspicando i giusti riconoscimenti economici (straordinari ed accessori) e morali al personale impegnato in queste attività;
   se intenda accogliere la delibera del Consiglio di rappresentanza a livello nazionale della Guardia costiera aumentando l'organico disponibile per le attività di pattugliamento nella misura di duecento militari di truppa il cui costo graverebbe, per i bilanci del Ministero, per circa 4 milioni di euro come desumibile dalla prima stesura della legge di stabilità 2015 poi emendata;
   quali programmi di addestramento all'uso delle armi portatili svolga il personale della Guardia costiera con particolare riferimento a coloro che risultano impegnati in servizio nel canale di Sicilia e con quale tipologia di armi;
   se, unitamente ai medici e ai soccorritori imbarcati sulle unità della Guardia costiera, si intenda predisporre la presenza di due «Guardia Coste» equipaggiati alla tutela del personale di bordo con idonei dispositivi di difesa;
   se il Ministero intenda stilare un programma di massima al fine di rinforzare la flotta navale per rispondere sempre più adeguatamente alle esigenze connesse con l'immigrazione del canale di Sicilia sotto l'aspetto di economicità e di operatività, ciò al fine di evitare sovrapposizioni di compiti fra chi deve esercitarsi e prepararsi per attività belliche e di difesa nazionale di propria competenza e chi deve essere pronto istituzionalmente a procedere a soccorsi e alla polizia marittima. (4-09515)

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