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lunedì 1 aprile 2019
Spazio: strumento Asi conferma metano su cratere Gale di Marte
LUNEDÌ 01 APRILE 2019 18.01.08
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(AGI) - Roma, 1 apr. - Su Marte ci sono emissioni di metano. La presenza era stata rilevata nel 2013 dal rover Curiosity della Nasa ed e' stata confermata, in modo del tutto indipendente, da un team internazionale di ricercatori guidato da Marco Giuranna dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e a cui partecipano colleghi dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi), grazie alle misure dello strumento italiano Pfs (Planetary Fourier Spectrometer) a bordo della sonda dell'Esa Mars Express. Il team ha inoltre individuato la possibile zona di emissione, in una regione del Pianeta situata circa 500 chilometri ad est del cratere Gale. La ricerca di metano su Marte e' di fondamentale importanza poiche' la molecola potrebbe avere origine biologica e quindi servire da tracciante della presenza di vita sul pianeta rosso. Tuttavia, prima d'ora, nessun rilevamento era stato confermato con misurazioni indipendenti. "Finalmente adesso - dice Marco Giuranna, primo autore dell'articolo che descrive la scoperta, pubblicato sulla rivista Nature Geoscience - abbiamo la prima osservazione simultanea di metano su Marte, nello stesso luogo e nello stesso momento, da parte di due strumenti indipendenti e molto diversi tra loro: un rover in superficie ed uno spettrometro in orbita attorno al pianeta". Lo spettrometro di Fourier Pfs, strumento a bordo della sonda europea Mars Express fornito dall'Agenzia Spaziale Italiana, ha rilevato per la prima volta la presenza di tracce di metano nell'atmosfera marziana nel 2004. Oggi, 15 anni dopo, lo stesso strumento riporta la presenza di un picco di metano nell'atmosfera sopra il cratere Gale. Le osservazioni di Pfs sono del 16 giugno 2013. Il giorno precedente il rover Curiosity aveva osservato quantita' di metano simili all'interno dello stesso cratere. Ma il team non si e' fermato qui. Questi risultati, infatti, hanno fornito un'opportunita' unica per individuare la zona del Pianeta dalla quale e' stato probabilmente rilasciato il gas.(AGI) Rm8/Pgi (Segue) 011800 APR 19 NNNN
LUNEDÌ 01 APRILE 2019 18.01.22
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(AGI) - Roma, 1 apr. - "Abbiamo adottato - spiega ancora Giuranna - un approccio sinergico per integrare le osservazioni di PFS con simulazioni atmosferiche e con fattori geologici, e poter risalire alla sorgente del metano. Il risultato piu' importante e' che due studi completamente indipendenti suggeriscono lo stesso luogo di origine". Tutti i vincoli osservazionali disponibili, infatti, sono stati forniti ad un modello teorico di circolazione globale dell'atmosfera marziana per identificare le aree di provenienza del gas piu' plausibili. Le simulazioni sono state eseguite considerando scenari realistici di emissione di gas, come i tipici andamenti di rilascio del gas dalle rocce osservati sulla Terra. I risultati del modello, sviluppato dal Royal Belgian Institute for Space Aeronomy (BIRA-IASB), indicano che una regione situata circa 500 chilometri ad est del cratere Gale ha un'alta probabilita' di essere il luogo di origine del metano osservato. Un'analisi geologica, completamente indipendente dal modello atmosferico, ha indicato la stessa regione di provenienza. "Abbiamo studiato - racconta Giuseppe Etiope dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) di Roma - il contesto geologico marziano in un'ampia regione attorno al punto di rilevazione del gas, alla ricerca di strutture che potrebbero essere associate al rilascio di metano". Etiope spiega poi che "la regione piu' interessante dal punto di vista geologico e' proprio la stessa indicata dai modelli di circolazione globale. Questa vasta area include il terreno fratturato di Aeolis Mensae che ospita, in un settore chiamato Medusae Fossae Formation (MFF), numerose faglie e un sottosuolo ricco di ghiaccio, come il permafrost diffuso nelle aree fredde della Terra. Poiche' il permafrost puo' contenere metano o fornire una copertura impermeabile per la risalita di gas - conclude Etiope - e' possibile che il metano venga rilasciato lungo le fratture in maniera episodica, per parziale scioglimento del ghiaccio, per sovrappressione del gas che si accumula nel sottosuolo, eventi sismici o per l'impatto di meteoriti".(AGI) Rm8/Pgi (Segue) 011800 APR 19 NNNN
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(AGI) - Roma, 1 apr. - Questi risultati costituiscono un primo importante passo per comprendere l'origine del metano su Marte. "L'Italia contribuisce da anni alle missioni verso il pianeta Marte - sottolinea Barbara Negri, responsabile Asi dell'Unita' Esplorazione e Osservazione dell'Universo - e ha conquistato un'importante leadership europea sia scientifica che industriale. L'Asi ha realizzato la strumentazione su diverse missioni Esa e Nasa a Marte, che permettono alla comunita' scientifica italiana di produrre risultati importanti sulla base dell'interpretazione dei dati raccolti". "Non abbiamo scoperto l'origine ultima del metano" conclude Giuranna. "Molti processi abiotici e biotici possono generare metano su Marte. Tuttavia, il primo passo per capire l'origine del metano su Marte e' determinare i luoghi di rilascio. Un'analisi dettagliata di questi luoghi, alla fine, ci aiutera' a rivelare l'origine e il significato del metano rilevato". (AGI) Rm8/Pgi 011800 APR 19 NNNN
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