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sabato 19 settembre 2020

ANSA/Le cronometrava il pranzo, arrestato manager stalker

 

SABATO 19 SETTEMBRE 2020 19.04.27

>>>ANSA/Le cronometrava il pranzo, arrestato manager stalker

ZCZC8175/SXB XCI20263009294_SXB_QBXB R CRO S0B QBXB >>>ANSA/Le cronometrava il pranzo, arrestato manager stalker 'Io sono il padrone'. Vittima dipendente finita in depressione (ANSA) - TORINO, 19 SET - "Io sono il padrone di questa azienda e vi do lo stipendio. Voi dovete fare quello che dico io". La frase, una delle tante che ripeteva quando chiamava in ufficio, e' una delle tante umiliazioni subite dalla dipendente di una azienda informatica del torinese. Dopo anni di soprusi, la donna ha denunciato il suo datore di lavoro. Ai domiciliari, per atti persecutori e violenza privata, e' finito un 56enne, amministratore delegato dell'azienda. E' accusato di una lunga serie di vessazioni, che hanno causato nella dipendente una sindrome depressiva da stress tale da spingerla a rivolgersi ad un centro antiviolenza. E poi alla polizia. L'inferno sul lavoro, per la donna, e' iniziato subito dopo l'assunzione, nel 2018. Il ceo dell'azienda la controllava con messaggi e mail sul telefonino aziendale, anche di sera e durante il fine settimana. Messaggi in cui la dipendente veniva accusata di scarsa fedelta' e mancata disponibilita'. Sul posto di lavoro era arrivato al punto di incaricare una persona di seguirla, nell'operato e negli spostamenti. Come se non bastasse l'ad cronometrava le pause pranzo, la obbligava a tenere la porta aperta dell'ufficio e spesso e volentieri manifestava il suo 'essere padrone' con frasi arroganti e ad effetto. Non mancavano neppure i tentativi di screditarla agli occhi dei colleghi; per farlo la intralciava in continuazione, fino a sollevarla dal suo incarico per dargliene un altro di livello inferiore, un vero e proprio demansionamento. L'inchiesta della procura, avviata dopo la denuncia della dipendente, ha accertato che le umiliazioni l'hanno costretta a restare a casa, vittima di crisi di panico, ansia e insonnia. Tutte conseguenza del clima in cui doveva vivere sul lavoro. Anziche' tornare sui suoi passi, a fronte all'assenza per malattia la donna si e' vista recapitare addirittura una lettera di licenziamento per giusta causa. Un atto poi revocato, ma soltanto perche' l'altro socio dell'azienda era all'oscuro della decisione. Quando la donna e' torna in ditta, il Ceo le ha fatto trovare la porta dell'ufficio senza maniglia e, all'interno, non c'era piu' il computer. La dipendente ha un malore, viene chiamato il 118 e il datore di lavoro tenta addirittura di intralciare i soccorritori, rendendo necessario l'intervento della polizia affinche' i paramedici potessero effettuare il loro intervento. (ANSA). YDI-GTT 19-SET-20 19:03 NNNN

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