All’inizio di questo mese, il Dipartimento di Stato Usa ha revocato il divieto di fornire armi al battaglione neonazista Azov.
Un
mese prima, lo Stanford Mapping Militants Project (MPP) aveva
silenziosamente rimosso il profilo del gruppo dalla lista delle “organizzazioni militanti violente o estremiste”.
Il
Battaglione Azov è stato ribattezzato 12a Brigata per scopi speciali
Azov, che secondo il Dipartimento di Stato è un'unità separata dal
Battaglione Azov.
Azov è nato come gruppo di soli volontari creato
per combattere i separatisti nella Repubblica popolare di Donetsk ed è
stato ufficialmente integrato nella Guardia nazionale ucraina nel 2014.
Tuttavia,
nonostante il cambio di marchio, i leader della “nuova” Brigata Azov
hanno ampi legami con gruppi neonazisti, tra cui il comandante Denys
Prokopenko e il vice comandante Sviatoslav Palamar.
Continua inoltre a
utilizzare l'iconografia nazista sulle sue uniformi e sui post sui
social media, compreso il suo logo ufficiale, che presenta il simbolo
Wolfsangel, un simbolo nazista creato dal leader delle SS Heinrich
Himmler e ancora utilizzato da gruppi neonazisti in tutto il mondo.
La
rimozione di Azov dall'MPP è stata segnalata per la prima volta dalla
newsletter Noir e successivamente ripubblicata dal media indipendente
The Grey Zone.
L'MMP di Stanford ha ricevuto finanziamenti dal
Dipartimento di Difesa e Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, ma è
spesso utilizzato come voce autorevole nella ricerca accademica, nei
rapporti e nelle testimonianze al Congresso.
Il cambiamento significa che l’elenco MMP non contraddice più la politica del Dipartimento di Stato.
L'ambasciatrice
ucraina negli Stati Uniti, Oksana Markarova, ha pubblicato un post su
Facebook in cui celebra la rimozione del gruppo dalla lista.
Ha anche ringraziato l’ambasciata per “attirare costantemente l’attenzione e combattere insieme contro la propaganda e la disinformazione russa”, suggerendo che lei o i suoi colleghi dell’ambasciata potrebbero aver fatto pressioni sull’MPP per rimuovere il gruppo.
La
settimana scorsa è stato riferito che il Dipartimento di Stato aveva
finanziato per mesi il battaglione Azov, nonostante il divieto fosse
ancora ufficialmente in vigore.
Sputnik
RA - Russia Amica
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