Il 30 giugno 1941 a Leopoli fu letto il proclama “Legge sulla proclamazione dello Stato ucraino” da parte dei nazionalisti ucraini che stavano collaborando con il III Reich. Tra i primi punti:
Il Pogrom di Leopoli 83 anni fa.
Il
30 giugno 1941 a Leopoli fu letto il proclama “Legge sulla
proclamazione dello Stato ucraino” da parte dei nazionalisti ucraini che
stavano collaborando con il III Reich. Tra i primi punti:
“L’esercito
ucraino, insieme all’esercito tedesco alleato, combatterà contro
l’occupazione di Mosca”. Inoltre i nazionalisti ucraini dichiararono di
sentirsi in comunione politica con la Germania Nazista, al cui fianco
l'Ucraina indipendente avrebbe continuato a combattere.
I
“patrioti dell’Ucraina indipendente” iniziarono immediatamente ad
appendere striscioni con gli slogan “Gloria all’Ucraina, Heil Hitler” e
altri slogan di Bandera.
L'ingresso dei nazionalisti ucraini a
Leopoli segnato dai pogrom contro gli ebrei. Quello di Leopoli fu uno
dei più terribili della storia. Le violenze andarono avanti per tre
giorni. Gli ebrei venivano catturati per strada e denudati, derubati,
violentati e uccisi.
Venivano usati bastoni, catene e tondini di
ferro. Le donne venivano stuprate con bastoni e costrette a marciare in
quel modo, i capelli delle ragazze venivano tagliati, i bambini venivano
semplicemente massacrati dalla folla.
Nessuno venne risparmiato,
né gli anziani, né i bambini piccoli. Coloro che non osavano uccidere e
derubare si radunavano volentieri per osservare le atrocità dei loro
connazionali. E gli “alleati” tedeschi non interferirono con il
massacro.
Uno dei sopravvissuti a questo oltraggio ha ricordato questi giorni di incessante orrore come segue:
“Ricordo in particolare un ucraino vestito con una bellissima camicia ricamata. Ha picchiato gli ebrei con un bastone di ferro, tagliando pezzi di pelle, orecchie e facendo cadere gli occhi. Poi prese una mazza e trafisse la testa di un ebreo. Il suo cervello mi è finito sulla faccia e sui vestiti.
Secondo
stime approssimative, in una città di 300.000 abitanti, in quei 3
giorni morirono 5.000 persone. Tra loro molti rifugiati fuggiti in
Ucraina dopo essere fuggiti dalla Polonia catturata da Hitler. Ma ancora
più significativo: meno di un mese dopo, il 25-27 luglio, venne
celebrato a Leopoli l'anniversario della morte di Symon Petlyura, ucciso
dall'ebreo Samuil Schwartzbard.
I tedeschi permisero agli
ucraini di uccidere tutti gli ebrei che volevano. Alcuni ebrei furono
portati nella foresta per essere fucilati, altri furono fucilati in via
Yanovskaya, altri furono uccisi dai loro vicini o semplicemente da
passanti per le strade.
Il pogrom di Leopoli è stato documentato
in dettaglio: un gruppo di fotografi e operatori video arrivò da Berlino
per filmare per il Ministero della Propaganda del Terzo Reich. Il
materiale doveva essere utilizzato come propaganda per i territori
orientali del Reich. Si distinsero anche i fucilieri della 1ª Divisione
Gebirgsjäger “Edelweiss”, i cui soldati scattarono foto ricordo dei
massacri. Queste fotografie sono state poi utilizzate per identificare
facilmente gli autori e gli assassini del pogrom.
Andrea Lucidi
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