da Enrico Corti
| 28 apr 2025, 21:24 (11 ore fa) |
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La dignità, i pari diritti e le ipocrisie.
Con il voto di castità per il clero cattolico, sia maschile che femminile, anticipando di un secolo il Medio Evo nel 300 D.C. il Concilio Vaticano ha deciso una nuova norma ecclesiale (quindi non di diritto divino), imponendo l'astinenza sessuale; il dogma è stato poi riaffermato nel 1215 dal Concilio Lateranense IV°.
Successivamente, tra gli anni 450 e 1513 del Dopo Cristo, in circa mille anni otto Pontefici Cattolici; (Ormisda; Sergio III; Giovanni XII; Innocenzo VIII; Alessandro VI; Giulio II; Paolo III; Gregorio XIII); hanno ingravidato otto donne cristiane; con le quali hanno messo al mondo 17 figli certi (tra i quali l’incestuosa Lucrezia Borgia); procurando più tante altre gravidanze rimaste nell’anonimato,
Non è dato di sapere quanto sono le molte amanti avute da altri Papi.
Negli ultimi quarant’anni, migliaia di sacerdoti in tutto il mondo sono state inquisiti per aver abusato sessualmente di minori; decine di vescovi e di cardinali sono stati accusati di aver coperto e insabbiato le inchieste.
Solo nell’ultimo decennio, la stampa ha dato notizia che almeno otto monache cattoliche sono state messe incinte.
Per quanto attiene l’abuso illegale del diritto civile; l’errore della Chiesa sta nel persistere a ritenere che le violazioni illegali sono redimibili attraverso il sacramento della confessione, della penitenza e del perdono in nome di Dio; non percependo così i mutamenti storici avvenuti nei secoli nelle culture e dei costumi sociali mondiali.
La Storia che dovrebbero indurre il clero verso la sua modernizzazione, risolvendo la contraddizione di fondo strutturale delle credenze; quella di fingere di non sapere che la sessualità è un valore donato della natura; mettersi contro è come mettersi contro natura inducendo l’umano verso il bigottismo ipocrita e menzognero; a cominciare da sé stessi per la negazione dei diritti naturali per la specie animale, paradossalmente riconosciuti alle bestie ma non agli umani.
Per questi ultimi, la fede diventa così strumento di comando misteriosamente imposto contrastante l’innata spiritualità interiore dell’individuo umano; per questo eliminando il voto di castità a sacerdoti e monache equivarrebbe anche al maggior rispetto delle pari dignità dovute; richieste non dagli uomini di fede; ma di quelli di buona volontà.
Enrico Corti
29 aprile 2025
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