Al via campagna Cgil,'no allo smantellamento dei consultori' "Sono 40% in meno, servono assunzioni mirate e senza obiettori" (ANSA) - ROMA, 29 LUG - "Smantellare i consultori significa demolire luoghi e servizi pubblici per la salute sessuale e riproduttiva, per la prevenzione della violenza di genere, del disagio giovanile e familiare, per l'educazione all'affettività e alla sessualità, per la salute delle donne lungo tutta la vita, per l'accesso libero e sicuro all'Ivg. Non lo permetteremo". Così Cgil nazionale e Fp Cgil, in occasione del cinquantesimo anniversario dell'approvazione della legge che li ha istituiti, hanno lanciato una campagna in difesa dei consultori familiari. "Hanno avuto e hanno un ruolo fondamentale di presidio pubblico di salute e diritti, ma oggi sono sotto attacco", si legge in una nota del sindacato. "I ripetuti tagli alla sanità pubblica ne hanno ridotto drasticamente il numero e il personale sanitario, sociosanitario e amministrativo che ci lavora". I consultori familiari sono stati istituiti con la legge 29 luglio 1975. "La legge prevede un consultorio familiare ogni 20 mila abitanti, ma oggi sono uno ogni 32mila (- 40%), la maggior parte dei quali non dispone di tutte le professionalità previste", spiega Cgil, secondo cui "occorrono assunzioni mirate in tutte le Regioni di modo da garantire équipe multidisciplinari, senza obiettori di coscienza". Inoltre, prosegue la nota, è necessario che, attraverso i consultori, si permettano "percorsi assistenziali e di presa in carico - anche psicologica - per tutto l'arco della vita, la piena applicazione della Legge 194 e delle linee di indirizzo del ministero della Salute sull'interruzione volontaria di gravidanza, e Percorsi Nascita per tutte le famiglie con neonati/e entro sette giorni dalla nascita e per almeno sei mesi", conclude Cgil che sottolinea che "va impedita la presenza di associazioni e movimenti antiabortisti all'interno dei consultori". (ANSA).
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