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martedì 15 luglio 2025
the.paliproject
Ogni primo ministro israeliano fino ad oggi proviene da famiglie radicate nell'Europa dell'Est, soprattutto Polonia, Ucraina e Bielorussia. Nessuno è nato nella Palestina storica o discende da una stirpe indigena legata alla regione. Questo conta perché sfida la narrazione dominante che inquadra l'insediamento sionista come un ritorno piuttosto che un movimento coloniale. Studi genetici e storici, tra cui uno pubblicato su Genome Biology and Evolution (Elhaik, 2013), mostrano che gli ebrei aschenaziti, che costituiscono la maggior parte della leadership e della popolazione israeliana, hanno origini prevalentemente europee con una minima continuità genetica rispetto all'antico Levante. Al contrario, studi pubblicati su riviste come Nature e PNAS confermano che i palestinesi moderni mostrano una diretta continuità genetica con le antiche popolazioni cananee e levantine.
Qui non si tratta di politica dell'identità. Si tratta di chi è indigeno della terra e chi no. I palestinesi non sono solo storicamente radicati nella regione, ma sono biologicamente legati ad essa. La loro connessione è ininterrotta, vissuta e generazionale. La rivendicazione della terra non è basata sulla mitologia o sulla teologia politica. È fondata nell'archeologia, genetica e storia vissuta.
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