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martedì 28 ottobre 2025

27 OTTOBRE 1962. IN MEMORIA DI ENRICO MATTEI (prima parte)

 

27 OTTOBRE 1962. IN MEMORIA DI ENRICO MATTEI (prima parte)

Memorandum di L. H. Robinson (Foreign Office, Londra), 28 maggio 1957. Robinson incontra Mattei a Londra, il 27 maggio 1957. «[…] Mattei non desidera che l’Italia diventi uno Stato satellite degli americani. […]».

Da Sir Ashley Clarke (ambasciatore GB, Roma) a Sir Paul Gore–Booth (Foreign Office, Londra), 11 agosto 1960, segreto. «[...] Nel giugno 1959 affermai che l’obiettivo primario di Mattei consisteva nell’assicurarsi una fonte autonoma di petrolio. E ora, in effetti, c’è riuscito: lo dimostrano le trivellazioni compiute dall’Eni al largo delle coste dell’Iran. Inoltre, nell’arco degli ultimi dodici mesi, Mattei ha esteso le sue attività a Egitto, Sudan, Pakistan, Libia, Marocco e Tunisia. […] Ha poi concluso un accordo con Mosca per la fornitura di petrolio russo. […] A suo dire, sarebbe stato forzato a rivolgersi ai sovietici a causa del rifiuto delle compagnie petrolifere occidentali di cooperare con lui. […] Nel corso di un recente incontro, Mattei mi ha comunicato in maniera chiara di essere deciso a entrare nel mercato della distribuzione del petrolio in Europa e di essere intenzionato a scatenare una guerra senza quartiere sui prezzi. […] Sul lungo periodo, l’accordo da lui recentemente siglato con il governo tunisino potrebbe danneggiare le imprese britanniche: sembra infatti che intenda assicurarsi il monopolio in questo paese. Non vi è dubbio che in futuro Mattei diventerà una notevole spina nel fianco delle nostre imprese, anche in altre aree del mondo. Al giorno d’oggi, Mattei è una potenza con la quale è necessario fare i conti sullo scenario petrolifero internazionale. […]. Lasciando da parte ogni considerazione di tipo commerciale, potrebbero ovviamente sorgere ripercussioni politiche rilevanti se dovesse verificarsi uno stato di guerra virtuale tra l’Eni e le compagnie petrolifere angloamericane. […]».

Da ambasciata GB (Roma) a ambasciata GB (settore commerciale, Pechino), 20 gennaio 1961, segreto. «[…] In rapporto ai suoi piani, Mattei è solito chiudersi a riccio: spesso, nemmeno il governo italiano li conosce. Come Lei probabilmente sa, la recente visita di Mattei a Mosca ha causato non poche tensioni: egli ha infatti sottoscritto un accordo con l’Urss per l’importazione in Italia di 12 milioni di tonnellate di greggio sovietico nell’arco dei prossimi 4 anni. Gli americani hanno protestato, mentre il grande capitale italiano, che si oppone con forza all’Eni, ha criticato il contratto. Sebbene abbia approvato l’intesa con i russi, anche il governo italiano ha reagito con un certo imbarazzo. […] È possibile che Roma spinga perché Mattei non visiti la Cina, ma non è detto che ciò lo dissuada dal partire assieme ai suoi collaboratori. […]. In futuro, Mattei potrebbe fornire ai cinesi tutto il petrolio di cui hanno bisogno. [...] Non è da escludere che le discussioni con i vertici di Pechino seguano la medesima linea adottata dall’Eni con l’India, nel dicembre scorso (assistenza tecnica nella costruzione di oleodotti, raffinerie e impianti petrolchimici). […]».

Da John H. Wardle–Smith (addetto commerciale dell'ambasciata GB, Roma) a Roger W. Jackling (Foreign Office, Londra), 17 maggio 1961, confidenziale, Foreign Office. Wardle–Smith scrive al Foreign Office di aver ricevuto alcune ‘confidenze’ da parte di Lolli (BNL). Mattei è intenzionato a costruire una raffineria a Shannon (Irlanda), come primo passo nella conquista del mercato petrolifero anglosassone. Wardle–Smith aggiunge: «[…] Lolli mi ha comunicato che, al momento, Mattei attraversa uno dei suoi peggiori periodi di antiamericanismo. Lolli, che è un uomo molto alla mano, ha affermato che i sentimenti antiamericani di Mattei sono così forti che potrebbero trasformarsi in un pericolo potenziale. In altre parole, potrebbe commettere qualche sciocchezza».

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27 OTTOBRE 1962. IN MEMORIA DI ENRICO MATTEI (seconda parte)

Commento di Peter J. Male (Foreign Office, Londra) alla lettera di John Wardle–Smith (addetto commerciale dell'ambasciata GB, Roma), 24 maggio 1961, confidenziale, Foreign Office. «[…] A mio parere, l’attuale antiamericanismo di Mattei nasce dalle conclusioni del gruppo di studio della Nato sul petrolio sovietico, nonché dalle proteste avanzate dall’ambasciata statunitense in Italia nei confronti del governo italiano, circa un mese fa. Tali lamentele avevano l’obiettivo di impedire la firma dell’accordo commerciale italo–sovietico, che inglobava in parte i progetti di Mattei per l’importazione del greggio russo. […]».

Testimonianza del ricercatore J. Cerenghino, archivio di Kew Gardens, in una nota dell'alto funzionario inglese R.G. Searight indirizzata al Ministero dell'Energia inglese. Cfr. anche file di Wikileaks riguardo un'informativa del Ministero dell'Energia inglese datata 7 agosto 1962. «Sono serviti sette anni per convincere il governo sull'apertura a sinistra, ti dirò che me ne serviranno meno di sette per trascinare l'Italia fuori dalla NATO e metterla a capo dei Paesi non allineati».

Enrico Mattei morì la sera del 27 ottobre 1962. Il bimotore Morane Saulnier 760 Paris, sul quale stava tornando da Catania a Milano, esplose per una bomba a bordo nelle campagne di Bascapè, mentre era in fase di avvicinamento all'aeroporto di Linate. Rientrava da una serie di incontri, l'ultimo a Gagliano Castelferrato (Enna) dove tenne il suo ultimo discorso ad una folla festante per l'annuncio dell’inizio delle attività estrattive di gas nella zona. «Noi non portiamo via il metano, il metano rimane in Sicilia, rimane per le industrie, per tutte le iniziative, per tutto quello che la Sicilia dovrà esprimere. Anche io ero povero come voi e sono dovuto emigrare, non dovrà succedere più. Lavoreremo duro per lo sviluppo dell’isola». Mattei si era battuto per non liquidare o privatizzare l’industria petrolifera dello Stato. Con la creazione dell’Eni aveva voluto creare un’industria pubblica «nell’interesse non di singoli gruppi ma di tutti gli italiani».

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