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sabato 11 giugno 2011

REFERENDUM: REPUBBLICA, DIVORZIO, MAGGIORITARIO, I SI' E I NO CHE LASCIANO IL SEGNO/ADNKRONOS = ITALIANI ALLE URNE DAL 1946 PER QUESITI ABROGATIVI E NON SOLO

REFERENDUM: REPUBBLICA, DIVORZIO, MAGGIORITARIO, I SI' E I NO CHE LASCIANO IL SEGNO/ADNKRONOS =
ITALIANI ALLE URNE DAL 1946 PER QUESITI ABROGATIVI E NON SOLO

Roma, 11 giu. (Adnkronos) - La vittoria della Repubblica sulla
monarchia; la conferma della legge sul divorzio; il si'
all'introduzione del maggioritario. Sono stati anche i referendum a
segnare alcuni passaggi fondamentali della storia del nostro Paese dal
dopoguerra ad oggi, a partire dal 2 giugno del 1946, quando il 54 per
cento degli italiani preferi' la forma repubblicana a quella
monarchica.

Poi, dopo un lungo intervallo durato fino al 12 maggio del 1974,
inizio' la serie dei referendum abrogativi previsti dalla
Costituzione, 62 quesiti che hanno chiamato alle urne i cittadini per
15 volte e che in un intrecciarsi di si' e no all'abrogazione di norme
hanno determinato il via libera o lo stop a modifiche giuridiche,
sociali ed economiche.

Da ricordare anche il referendum consultivo del 1989, quando in
contemporanea con le elezioni europee si chiese agli elettori di
esprimersi sull'eventualita' di conferire poteri costituenti al
Parlamento europeo; e anche le consultazioni dell'ottobre 2001 e del
giugno 2006, che confermarono e bocciarono le riforme costituzionali
sul federalismo e sulla devolution approvate a maggioranza,
rispettivamente, da centrosinistra e centrodestra. (segue)

(Sam/Col/Adnkronos)
11-GIU-11 13:16

NNNNREFERENDUM: REPUBBLICA, DIVORZIO, MAGGIORITARIO, I SI' E I NO CHE LASCIANO IL SEGNO/ADNKRONOS (2) =
LA SCONFITTA DI FANFANI SUL DIVORZIO E LA VITTORIA DI CRAXI
SULLA SCALA MOBILE

(Adnkronos) - Non tutti i referendum naturalmente hanno avuto
gli stessi effetti socio-politici e sono stati accompagnati da una
uguale carica emotiva e dallo stesso livello di mobilitazione.
Fortissima fu la battaglia per l'abrogazione e la difesa della legge
sul divorzio, che vide schierati in prima fila la Dc e il suo
segretario Amintore Fanfani, usciti sconfitti dal 59 per cento di no
che lasciarono quindi in vigore le norme.

Chi invece usci' rafforzato da una consultazione referendaria fu
Bettino Craxi, dopo che il 9 giugno del 1985, con il 54,3 per cento di
no all'abrogazione e il 45,6 per cento di si', usci' confermato il
cosiddetto accordo di san Valentino per il taglio della scala mobile,
avversato dal Pci e dalla Cgil.

E anche due anni dopo il Partito socialista, insieme ai Radicali
e al Partito liberale, fu impegnato in prima linea nei referendum che
l'8 novembre 1987 decretarono il si' alla responsabilita' civile dei
giudici (80 per cento). Nella stessa occasione si registro' pure il
si' all'abrogazione di una serie di norme (anche qui con percentuali
intorno all'80 per cento), che in pratica si tradusse in un no al
nucleare in Italia. Tra l'altro fu la prima volta che su un quesito
abrogativo prevalsero i si'. (segue)

(Sam/Col/Adnkronos)
11-GIU-11 13:17

NNNNREFERENDUM: REPUBBLICA, DIVORZIO, MAGGIORITARIO, I SI' E I NO CHE LASCIANO IL SEGNO/ADNKRONOS (3) =
CRAXI INVITA AD ANDARE AL MARE E SORGE LA STELLA DI MARIOTTO
SEGNI

(Adnkronos) - Quattro anni dopo, pero', fu proprio in occasione
di un referendum che inizio' ad offuscarsi la stella di Craxi e a
brillare quella di Mario Segni. L'invito ad andare al mare formulato
dal leader socialista fu infatti ignorato dagli italiani, che con il
95 per cento di si' decretarono l'introduzione della preferenza unica.
Era il 9 giugno del 1991, sei anni esatti dal referendum sulla scala
mobile.

Di li' a poco Segni sarebbe arrivato all'apice della sua
carriera politica, quando il 18 aprile del 1993 gli italiani, con l'82
per cento di si', dissero addio al proporzionale e all'introduzione
del maggioritario. Dopo l'addio alla Dc, il leader referendario non
seppe cogliere pero' i frutti di quel successo e scocco' l'ora di
Silvio Berlusconi.

E anche per il Cavaliere arrivo' la prova referendum, in una
consultazione fondamentale per i suoi interessi imprenditoriali e per
il suo futuro politico. L'11 giugno del 1995, pochi mesi dopo il
'ribaltone' e all'indomani della sconfitta 9-6 subita alle Regionali,
la vittoria dei no all'abrogazione di una serie di norme su
concessioni televisive, spot e raccolta pubblicitaria, con percentuali
tra il 55 e il 56 per cento, salvaguardo' il futuro delle reti
Mediaset. (segue)

(Sam/Col/Adnkronos)
11-GIU-11 13:17

NNNNREFERENDUM: REPUBBLICA, DIVORZIO, MAGGIORITARIO, I SI' E I NO CHE LASCIANO IL SEGNO/ADNKRONOS (4) =
QUORUM MANCATO DI UN SOFFIO NEL '99 E LA BATTAGLIA PER
ASTENSIONE SU FECONDAZIONE

(Adnkronos) - Fu una consultazione in cui fino all'ultimo ci si
interrogo' sul raggiungimento del quorum (risultato poi superiore di
molto al 50 per cento ma inferiore al 60), che da li' in poi sarebbe
diventato in elemento determinante, decretando il flop di numerose
prove elettorali, a partire da una serie di quesiti del 1997.

Resta alla storia quel 49,58 di votanti che il 18 aprile del
1999 segno' il fallimento di un nuovo referendum Segni per
l'abrogazione della quota proporzionale del 'Mattarellum', dopo che
per alcune ore sembrava certa la vittoria dei si'.

Cosi' negli anni successivi la campagna per l'astensione
affianco' quella per i si' e i no, diventando determinante ad esempio
il 12 giugno del 2005 per il fallimento dei referendum sulla
fecondazione assistita. Domani saranno sei anni esatti: chissa' se a
vincere saranno ancora gli astenuti o se sara' importante tornare a
contare i si' e i no.

(Sam/Col/Adnkronos)
11-GIU-11 13:17

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