Sono passato a palazzo Chigi. E si faceva questa riflessione. In questa fase di crisi economica, tutti stanno facendo fatica a tirare fino a fine mese con il proprio stipendio. Anche perché spesso la stessa spettanza è stata decurtata, massacrata, ridotta dai datori di lavoro. Una condizione che i lavoratori vivono come una frustazione.
Sicuramente deve aver provato qualcosa di simile il capo della polizia Antonio Manganelli. Il suo appannaggio annuale lordo è di circa 650mila euro. E’ il manager pubblico che in assoluto guadagna di più.
Forse anche per questo deve aver vissuto come un sopruso il fatto che il governo, prima con il Salva Italia e poi con un decreto del presidente del Consiglio, lo ha di fatto più che dimezzato. L’esecutivo infatti ha fissato per legge che chi lavora per l’amministrazione pubblica non possa guadagnare di più del primo presidente della Corte di Cassazione, che è fissato il 294.000 euro lordi all’anno. Il resto, ciò che si guadagna di più, resta allo Stato.
Manganelli non deve aver digerito tanto la decurtazione e così ha deciso di promuovere ricorso contro il dpr. Una scelta che sicuramente ha indispettito i vertici di palazzo Chigi che forse si aspettavano proprio dai vertici delle forze dell’ordine una sorta di atteggiamento modello. Così non è stato. E a questo punto è chiaro che altri seguiranno la via del Capo della Polizia visto che in tanti attendevano solo che qualcuno facesse il primo passo.

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