Fisco/L'ex ministro Visco: rischi dal divorzio Comuni-Equitalia
Potrebbero determinarsi buchi nei bilanci locali e nuove tasse
Roma, 6 giu. (TMNews) - Il "divorzio" dei Comuni da Equitalia,
che è stato prorogato a fine anno, rischia di aprire buchi nei
bilanci dei Comuni, che potrebbero portare all'aumento dei
tributi locali con grave danno per i contribuenti onesti. Lo
sostiene l'ex ministro delle Finanze, Vincenzo Visco, in un
intervento per il giornale di commenti online
"InPiù"(www.inpiu.net) diretto da Giancarlo Santalmassi. "Negli
ultimi anni - scrive Visco - numerosi Comuni hanno costruito i
loro bilanci inserendo in essi ingenti somme derivanti da ruoli
di riscossione spesso ipotetici, se non del tutto virtuali, che
venivano trasmessi ad Equitalia per l'incasso. Nella maggior
parte dei casi si trattava di contravvenzioni stradali, spesso
vecchie di molti anni, spesso non notificate correttamente, che
Equitalia doveva comunque provare a riscuotere utilizzando i suoi
metodi e le sue procedure, compreso il pignoramento immobiliare".
Visco punta quindi il dito contro i Comuni e contro la loro
associazione, l'Anci: "Ne e' seguita una vera e propria rivolta
dei contribuenti - prosegue Visco - che l'Anci ha cinicamente
orientato contro Equitalia invece di stigmatizzare il
comportamento in verita' molto grave dei Comuni. Si e' quindi
verificato il divorzio tra Comuni e Equitalia con la conseguenza
che la riscossione ordinaria e coattiva dei Comuni dovra' essere
affidata a nuovi operatori, con rischi molto seri per le casse
dei Comuni nonche' per le tasche dei contribuenti per i quali
possono materializzarsi aumenti di imposizione per compensare il
minor gettito. Equitalia ha sicuramente sbagliato nel non
distinguere la sua attivita' volta alla riscossione coattiva di
crediti erariali maturati e definiti (dopo procedure di
accertamento, adesione, o anche dopo diversi gradi di giudizio)
da quella più' modesta di riscossione di multe comunali non
pagate, contribuendo a coinvolgere nella protesta l'intera sua
attivita' (peraltro insostituibile). Ma nel complesso questa
vicenda rappresenta un triste esempio di demagogia, cattiva
amministrazione, approssimazione e incompetenza".
Pma
061417 giu 13
Potrebbero determinarsi buchi nei bilanci locali e nuove tasse
Roma, 6 giu. (TMNews) - Il "divorzio" dei Comuni da Equitalia,
che è stato prorogato a fine anno, rischia di aprire buchi nei
bilanci dei Comuni, che potrebbero portare all'aumento dei
tributi locali con grave danno per i contribuenti onesti. Lo
sostiene l'ex ministro delle Finanze, Vincenzo Visco, in un
intervento per il giornale di commenti online
"InPiù"(www.inpiu.net) diretto da Giancarlo Santalmassi. "Negli
ultimi anni - scrive Visco - numerosi Comuni hanno costruito i
loro bilanci inserendo in essi ingenti somme derivanti da ruoli
di riscossione spesso ipotetici, se non del tutto virtuali, che
venivano trasmessi ad Equitalia per l'incasso. Nella maggior
parte dei casi si trattava di contravvenzioni stradali, spesso
vecchie di molti anni, spesso non notificate correttamente, che
Equitalia doveva comunque provare a riscuotere utilizzando i suoi
metodi e le sue procedure, compreso il pignoramento immobiliare".
Visco punta quindi il dito contro i Comuni e contro la loro
associazione, l'Anci: "Ne e' seguita una vera e propria rivolta
dei contribuenti - prosegue Visco - che l'Anci ha cinicamente
orientato contro Equitalia invece di stigmatizzare il
comportamento in verita' molto grave dei Comuni. Si e' quindi
verificato il divorzio tra Comuni e Equitalia con la conseguenza
che la riscossione ordinaria e coattiva dei Comuni dovra' essere
affidata a nuovi operatori, con rischi molto seri per le casse
dei Comuni nonche' per le tasche dei contribuenti per i quali
possono materializzarsi aumenti di imposizione per compensare il
minor gettito. Equitalia ha sicuramente sbagliato nel non
distinguere la sua attivita' volta alla riscossione coattiva di
crediti erariali maturati e definiti (dopo procedure di
accertamento, adesione, o anche dopo diversi gradi di giudizio)
da quella più' modesta di riscossione di multe comunali non
pagate, contribuendo a coinvolgere nella protesta l'intera sua
attivita' (peraltro insostituibile). Ma nel complesso questa
vicenda rappresenta un triste esempio di demagogia, cattiva
amministrazione, approssimazione e incompetenza".
Pma
061417 giu 13
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