Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-02216
presentato da
Interrogazione a risposta scritta 4-02216
ZARATTI Filiberto
testo di
Giovedì 17 ottobre 2013, seduta n. 99
il giorno 15 ottobre 2013 il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro su richiesta della famiglia del ex capitano delle Ss Erich Priebke, condannato all'ergastolo per l'eccidio delle Fosse Ardeatine del 24 marzo 1944, rappresentata dall'avvocato Paolo Giachini, autorizzava il trasferimento della salma dell'ex gerarca nazista nel convento della Fraternità sacerdotale San Pio X di Albano Laziale, per la celebrazione delle esequie;
il sindaco di Albano Laziale, dopo aver appreso la notizia da fonti giornalistiche, con ordinanza n. 231, «Ritenuto che tale evenienza, qualora confermata, contrasterebbe in maniera eclatante con il contributo reso dalla nostra città e dai nostri cittadini alla lotta di liberazione nazionale ed alla lotta partigiana; in particolare nel rispetto della memoria morale e civile dovuta ai caduti nel barbaro eccidio delle Fosse Ardeatine, tra i quali sono da annoverare anche persone molto vicine alla nostra comunità considerato che, contrariamente a quanto previsto dal Regolamento di polizia Mortuaria (decreto del Presidente della Repubblica n. 285 del 1990) alle ore 15.00, non è pervenuta a questo Comune alcuna autorizzazione o comunicazione circa il transito della salma di Priebke sul territorio comunale.... considerato che tale notizia, qualora confermata, potrebbe determinare seri pericoli per l'incolumità pubblica e la sicurezza urbana...», vietava il transito di salme sul territorio comunale, per la giornata del 15 ottobre, onde evitare eventi pregiudizievoli per l'incolumità pubblica e sicurezza della civica comunità;
il prefetto di Roma, considerato il divieto da parte del Questore di Roma allo svolgimento di funzioni relative alle esequie ed al trasporto della salma di Erich Priebke, in forma pubblica e solenne, nonché qualunque manifestazione pubblica, nel territorio della provincia di Roma, tenuto conto delle vibranti contestazioni in atto da parte di movimenti ed associazioni che si richiamano ad ideologie fortemente contrapposte e comunque della volontà dei familiari di Priebke che avesse luogo un rito funebre, ordinava che il rito funebre avesse luogo in forma privata presso la confraternita S. Pio X, incaricando sindaco di Albano dell'esecuzione dell'atto;
un esponente della Fraternità sacerdotale San Pio X che in Italia ha sede ad Albano Laziale, ha pubblicamente espresso in passato e in più occasioni tesi antisemite e negazioniste sulla Shoah, che ancora oggi trovano nella comunità lefebvriana diretti sostenitori;
fin dal primo pomeriggio del 15 ottobre un presidio di cittadini e rappresentanti delle amministrazioni locali di Albano Laziale, Castel Gandolfo e Genzano di Roma formatosi davanti la sede della Fraternità San Pio X manifestava la propria forte indignazione per la scelta assunta da prefetto di far svolgere l'esequie di Priebke nella città di Albano Laziale, già insignita di medaglia d'argento della Resistenza, in spregio alla memoria morale e civile delle vittime della strage delle Fosse Ardeatine, per la quale Priebke è stato condannato all'ergastolo; il livello di tensione è giunto al culmine al passaggio del feretro e dopo l'ingresso nella sede della Fraternità per lo svolgimento del rito;
nelle stesse ore, gruppi organizzati di estrema destra e inneggianti al movimento neonazista, da ore attivi sui social network, giungevano in prossimità del luogo indicato dal prefetto di Roma per l'esecuzione del rito e venivano tenuti a distanza dai reparti delle forze dell'ordine che presidiavano l'ingresso della struttura, con forti momenti di tensione culminati poi in violenti scontri e tafferugli; ciò nonostante il leader del gruppo di estrema destra Militia Maurizio Boccacci riusciva ad entrare nella struttura della Fraternità per partecipare alle esequie;
dalle dichiarazioni rilasciate dal legale della famiglia Priebke, Paolo Giachini il rito non avrebbe avuto inizio data l'impossibilità di molti dei cento invitati, tenuti lontani dalle forze di polizia, di convenire nella struttura; lo stesso prefetto di Roma avrebbe successivamente deciso il trasferimento, per motivi di ordine pubblico, della salma di Priebke in un'area a giurisdizione militare lontana da Roma, nello specifico nei pressi dell'aeroporto militare di Pratica di Mare –:
se il Ministro sia stato messo a conoscenza preventivamente delle decisioni assunte dal Prefetto di Roma e se è stato informato dell'evoluzione degli eventi accaduti nel pomeriggio del 15 ottobre 2013 nella città di Albano Laziale;
se la decisione del prefetto di Roma, motivata tra l'altro dall'unica disponibilità resa dalla Fraternità San Pio X ad ospitare il rito in forma privata e riservata, cui erano stati invitati cento persone, senza alcuna preventiva informazione né coinvolgimento dell'amministrazione comunale di Albano, sia stata assunta tenendo in debito conto dei rischi per la sicurezza e l'ordine pubblico, che avevano peraltro già portato il questore di Roma ad emettere Ordinanza del 14 ottobre 2013. (4-02216)
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